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ROMANS XI Commenti settimanali di di S. Ecc. Mons. Richard Williamson Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X 27 luglio 2024
La pianificazione di Dio
supera di gran lunga le vie umane. Con la Lettera ai Romani XI arriviamo al terzo e ultimo dei tre Capitoli completi di San Paolo, destinati a spiegare ai Gentili come tanti membri della Razza Eletta dell’Antico Testamento abbiano potuto in quel momento dare scandalo rifiutando il Nuovo Testamento. Durante i suoi viaggi missionari, San Paolo ha incontrato più volte la violenta opposizione della Razza Eletta, quindi sapeva bene come possono comportarsi male. Si veda I Tess. II, 14–16, dove dice che “dispiacciono a Dio” e che “si oppongono a tutti gli uomini”, ma che “alla fine l’ira di Dio si è abbattuta su di loro”. San Paolo non sarebbe stato affatto sorpreso dalla loro ultima e più crudele “rasatura al suolo” a Gaza. Tuttavia, in Romani XI non c’è traccia di tale “antisemitismo” (come la Razza Eletta decide di chiamarlo, intendendo con questo termine qualsiasi opposizione a qualsiasi cosa che qualcuno della loro Razza faccia o dica). San Paolo può aver intuito che una qualsiasi denuncia dei loro crimini avrebbe potuto allontanare i lettori Gentili della sua Epistola dalla comprensione dell’infedeltà e del rifiuto di Cristo da parte degli Ebrei. Invece egli fornisce tre ragioni principali per cui la Provvidenza di Dio può aver permesso quell’infedeltà. In primo luogo (1–10), è solo parziale; in secondo luogo (11–24) è altamente utile e in terzo luogo (28–32) è solo temporanea. Elevando i suoi lettori a un livello molto più alto degli stessi crimini ebraici, San Paolo prepara la strada per concludere i suoi tre Capitoli, dal IX all’XI, con un breve inno al mistero glorioso delle vie imperscrutabili di Dio (33–36). Quindi, in primo luogo, Dio non ha rigettato il Suo popolo dell’Antico Testamento, perché in ogni generazione c’è un resto di Ebrei che si salvano per mezzo della grazia. San Paolo stesso è Ebreo di sangue, e quando gli Ebrei si convertono veramente a Cristo, possono essere ottimi cattolici, perché, a differenza dei convertiti Gentili, stanno, per così dire, tornando a casa. Quindi una minoranza scelta di Ebrei raggiunge la meta celeste, anche se una grande maggioranza rimane accecata (1–10). In secondo luogo, l’infedeltà degli Ebrei è molto utile, perché la conversione dei Gentili ha lo scopo di provocarli alla gelosia, e se il loro rifiuto di Cristo ha aperto la strada ai Gentili per essere salvati nella Chiesa di Dio, allora il loro ritorno a Cristo alla fine del mondo cagionerà la resurrezione dei Gentili. Inoltre, il ceppo Ebraico di base (ad esempio Abramo, Isacco e Giacobbe) è ancora santo, anche se molti Ebrei si sono staccati da esso, e quindi i Cristiani Gentili, che sono semplici innesti su quel ceppo, ricordino che anche loro possono staccarsi da esso, anche se possono essere reinnestati su di esso. In ogni caso, tutti i Gentili dipendono, come Cristiani, da quel ceppo (11–24). In terzo luogo, l’infedeltà degli Ebrei al Vangelo di Cristo e al Nuovo Testamento è solo temporanea, perché alla fine del mondo, quando il Vangelo sarà stato predicato a tutti i Gentili, gli Ebrei rimasti si convertiranno collettivamente, cioè nel loro insieme, anche se con eccezioni. Infatti gli Ebrei sono ancora gli eletti, dotati e chiamati Popolo di Dio. Il Sacro Cuore non ha mai dimenticato il Suo Popolo, come dimostrerà quando lo convertirà poco prima della fine del mondo. Nel frattempo, essi si rifiutano di credere a Lui per ottenere la stessa misericordia che Egli ha concesso ai Gentili, un tempo increduli (30–32). E come conclusione di tutti e tre i Capitoli sul mistero della Razza Eletta dell’Antico Testamento che rifiuta il Nuovo Testamento, San Paolo glorifica le meravigliose e insondabili vie di Dio. Per 2000 anni, dall’Incarnazione, Nostro Signore non è stato compreso dalla grande maggioranza del Suo Popolo, e inoltre, poiché “più sono in alto, più in basso cadranno”, allora non solo Lo hanno rifiutato, ma la Razza Eletta di Dio si è trasformata in strumento scelto da Satana, come abbiamo visto dall’ottobre scorso a Gaza, in una crudeltà così deliberata nei confronti dei Palestinesi da essere condannata in tutto il mondo. E forse Dio li ha sterminati, o San Paolo ha inveito contro la loro inimicizia verso Dio e verso gli uomini (I Tess. II, 16)? No, Dio si è servito della loro disumanità come una costante flagellazione della schiena dei cattolici infedeli per riportare questi ultimi a Lui, e ha ispirato San Paolo a discernere quale profitto tragga dalla loro inimicizia nei Suoi confronti. Imitiamo San Paolo, se possiamo. Kyrie eleison (torna
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luglio 2024 |