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per la festa dell’Assunzione della Santissima Vergine Maria 15 agosto 1975 Miei carissimi fratelli, oggi, noi festeggiamo il venticinquesimo anniversario della proclamazione del dogma dell’Assunzione della Santissima Vergine Maria, fatta dal nostro Santo Padre il Papa Pio XII. Era il 1 novembre 1950. Io ho avuto la gioia e la felicità di trovarmi quel giorno a Roma in piazza San Pietro e di ascoltare le parole del nostro Santo Padre il Papa Pio XII, che ha proclamato come dogma della nostra fede l’Assunzione in Cielo della Santissima Vergine Maria. E’ stato nel 1950, il 1 novembre, che per la prima volta la Santa Chiesa di Dio ha sentito parlare dell’Assunzione della Santissima Vergine Maria? Certo che no. Basta leggere gli atti con i quali il nostro Santo Padre Pio XII ha proclamato l’Assunzione della Santissima Vergine, per vedere che fin dai primi tempi della Chiesa si professava già l’Assunzione della Santissima Vergine Maria. Sia nelle immagini, sia nelle vetrate, sia nei racconti dei Padri, si professava ovunque la fede nell’Assunzione della Santissima Vergine Maria. Ma questo non fu definito solennemente dalla Santa Chiesa perché questi dogmi – ricordiamolo – non possono essere delle verità nuove. Tutta la Rivelazione si è conclusa con la morte dell'ultimo degli Apostoli. Bisogna dunque risalire a prima della morte dell’ultimo degli Apostoli per trovare, nel fondo della tradizione e della Rivelazione che ci sono state lasciate in eredità, che ci hanno lasciato in eredità gli Apostoli, per affermare le verità a cui oggi dobbiamo credere. Nessun Papa può inventare una nuova verità che vorrebbe imporre alla nostra fede. Egli può solo cercare questa verità nel corso dei secoli, nel senso che tale verità era già implicitamente contenuta nella Rivelazione e nella fede che ci hanno dato gli Apostoli. Questo è l’insegnamento della Chiesa. Quindi, quando crediamo all’Assunzione della Santissima Vergine Maria, cioè al fatto che il Buon Dio ha permesso che il corpo della Santissima Vergine Maria fosse glorificato fino ad oggi, noi non facciamo altro che unirci a tutta le fede della Chiesa, della Chiesa di tutti i secoli, e per noi deve essere una grande gioia, una grande consolazione, pensare che la nostra fede di oggi, più salda che mai, più forte che mai, è unita a quella dei cristiani di tutti i secoli. In questo dogma e in questa verità dell’Assunzione della Santissima Vergine Maria, vi è una verità molto preziosa, molto utile, per i nostri tempi, per la nostra epoca, epoca in cui si vuole negare il miracolo, epoca in cui si vorrebbe negare tutto il mondo soprannaturale. La stessa parola ha evidentemente qualcosa di un po’ misterioso – lo stato soprannaturale - forse un po’ difficile da comprendere per i cristiani, difficile da realizzare. E tuttavia esso esiste in tutto l’insegnamento della Chiesa. Nei nostri catechismi abbiamo imparato che noi siamo diventati dei figli di Dio: che il Buon Dio ha voluto non solo darci una natura umana, un’anima umana, ma ha voluto fare di noi dei figli privilegiati, dei figli privilegiati che partecipano della Sua natura divina, e quindi aventi delle possibilità: di conoscere Dio, di amare Dio e di amare il prossimo, che sono infinitamente più grandi che se avessimo avuto solo lo stato naturale. Dobbiamo ricordarlo sempre. Il Buon Dio ci ha chiamati ad essere Suoi figli, quando invece avremmo dovuto essere solo Suoi servitori. Normalmente, se noi avessimo avuto solo lo stato naturale, non avremmo mai potuto conoscere Dio direttamente. Avremmo sempre potuto conoscerLo indirettamente tramite le creature, attraverso gli effetti della onnipotenza di Dio, risalendo alla Causa dell’onnipotenza che ha fatto tutte le cose che ci circondano, che ha creato noi stessi; noi risaliamo dagli effetti alla Causa; naturalmente noi pensiamo che ci sia un Essere straordinariamente potente, un Essere che può essere solo Dio per aver fatto queste cose con la Sua onnipotenza. Saremmo rimasti fermi. Il Buon Dio non ha voluto questo. Egli ha voluto che noi entrassimo nella Sua intimità: ha voluto che in qualche modo entrassimo in Lui, per conoscerLo meglio, per amarLo meglio. E tutto questo è una grazia. La parola stessa lo dice: una grazia straordinaria, incredibile, alla quale non avremmo potuto aspirare. Forse potremmo essere portati a dire: Perché il Buon Dio ci ha amati così tanto? Ma! Che ci lasci nella nostra povera natura umana! Che bisogno avevamo di entrare nella natura stessa di Dio, di essere così vicini a Dio, cosa che ci dà dei doveri più importanti. E sì, questo ci crea dei doveri più importanti. Questo cambia completamente la nostra spiritualità. Questo cambia la nostra vita interiore – deve cambiare la nostra vita interiore – e la cambia originariamente dal momento in cui riceviamo il Battesimo. Non appena riceviamo questa grazia di figliolanza di Dio nel Battesimo, il peccato originale viene rimosso dalle nostre anime, Noi diventiamo figli privilegiati di Dio, figli adottivi di Dio. E oggi, questa festa dell’Assunzione ci mostra il coronamento dell’opera di Dio. Dio vuole questo anche per noi, come l’ha fatto per la Santissima Vergine. Egli vuole che vengano assunti i nostri corpi, vuole in qualche modo renderli spirituali e darci tutte le gioie dello spirito e tutte le gioie della nostra filiazione divina. E questo, come cambia la nostra vita quotidiana? In che modo questa vita soprannaturale, questa filiazione divina, questa adozione divina deve cambiare la nostra vita quotidiana? Ebbene, perché noi non dobbiamo più volere le cose come le vorremmo se avessimo solo la nostra natura umana. Sapendo che siamo chiamati a vivere di Dio, a vivere in Dio, a conoscerLo direttamente. Colui che ha creato tutte le cose, noi Lo dobbiamo, noi lo abbiamo in noi per mezzo di questa grazia di Dio, per la natura divina che è già in noi, per la grazia santificante, questa natura deve creare in noi, deve creare nei nostri cuori, nelle nostre intelligenze, un desiderio di Dio, un’aspirazione ad amare Dio, ad essere con Lui. Questa grazia che ha suscitato in tutti secoli della Chiesa e fin dall’inizio dell’era cristiana folle di anime eroiche che, talmente attratte da Dio, talmente attratte dal desiderio di conoscerLo, di vivere con Dio, si sono ritirate nel deserto, nei conventi, nei monasteri, nella vita religiosa, persino nella vita laica, e si sono donate completamente. Tutte queste famiglie talmente cristiane da vivere di Dio, che pregavano dal mattino alla sera – se si può dire – che recitavano le preghiere in famiglia, che erano devote alla Santissima Vergine Maria, che vivevano la loro vita cristiana e che quindi - vedete – avevano un certo disprezzo, se così si può dire, che stimavano in maniera meno grande le cose della natura, le cose create, le cose materiali. E allora, oggi questo ci viene rimproverato; lo si rimprovera alla Chiesa, nella stessa Chiesa, da coloro che nella Chiesa dovrebbero continuare ad insegnarci queste cose, a mostrarci come esempii coloro che si sono distaccati dalle cose di questo mondo per, già in terra, darsi completamente a Dio, per esaltare le case cristiane che si sono distaccate, queste case cristiane in cui si prega, in cui l’idea di una vocazione religiosa, di una vocazione sacerdotale nella famiglia è una cosa apprezzata, una cosa desiderata, affinché in qualche modo tutta la famiglia sia consacrata a Dio, per amore di Dio. Ed è questa grazia, questa grazia soprannaturale, questa filiazione divina che è nei vostri cuori che vi deve chiedere questo, che vi deve far desiderare questo. Che la vostra famiglia sia votata totalmente a Dio, Che niente in famiglia possa essere uno scandalo che allontani da Dio. Che questa sia la vostra preoccupazione principale e a maggior ragione per coloro che si donano a Dio, per i futuri sacerdoti, per coloro che vogliono essere uniti a Dio nel vincolo della professione religiosa. E voi vedete oggi come viene sottovalutata la vita religiosa, sottovalutata la vita cristiana nelle case cristiane. A tal punto che si continua a ribadire la stima che si deve avere per i valori di questo mondo, per i valori della scienza. Tutto ciò è falso. Tutto ciò è basato sul disprezzo del soprannaturale, sulla negazione di tutto quello che Nostro Signore è venuto a portarci. E in definitiva significa negare Nostro Signore Gesù Cristo. A forza di insistere sui valori umani, sui valori di questo mondo, sui valori della scienza, si finisce col negare Nostro Signore Gesù Cristo. Perché è venuto Nostro Signore Gesù Cristo? Perché è morto sulla Croce? Perché si è incarnato? Propter nos et nostra salutem. «Per noi e per la nostra salvezza». Per darci la Sua grazia che avevamo perduta; per darci questa filiazione divina. Lui che è il Figlio di Dio, il vero Figlio di Dio, il solo Figlio di Dio: Primogenitus, «il primo nato di tutte le creature», Nostro Signore ha voluto donarci col Suo Sangue, comunicarci la Sua vita divina fin da quaggiù. Noi abbiamo dunque per la partecipazione con Nostro Signore Gesù Cristo, noi siamo veramente partecipi della natura divina. E per conseguenza, se siamo veramente coscienti di questo dobbiamo, a immagine dei secoli di cristianesimo, dobbiamo a loro immagine disprezzare le cose di questo mondo, disprezzare i beni del corpo, disprezzare i beni dei nostri sensi. Mentre oggi desideriamo riempire i nostri sensi con tutte soddisfazioni naturali. Ebbene, non è questo che Nostro Signore ci ha insegnato. Nostro Signore ci ha insegnato esattamente il disprezzo delle cose di questo modo, perché noi chiamati ad una vita infinitamente più grande, infinitamente più alta. E’ stata questa tutta la spiritualità della vita cristiana in tutti i secoli che ci hanno preceduto. E l’esempio di tutte quelle persone che si sono ritirate dal mondo, che si sono chiuse in un monastero per tutta la vita è stato ammirevole ed è stato un incoraggiamento per la Cristianità. Oggi vedete questi conventi deserti, le ringhiere rotte dei monasteri delle Clarisse, delle Carmelitane, queste religiose che avevano una clausura molto rigida per poter stare con Dio, per prendere coscienza della filiazione divina, per vivere già del Cielo prima di essere in Cielo, sapendo che i pochi anni che avrebbero vissuto sulla terra dovevano prepararle a questa vita del Cielo. Esse si erano subito rifugiate lontane dal mondo, lontane dai piaceri del mondo, per vivere la vita che avevano ricevuto con il loro Battesimo, confermata con la Cresima, mantenuta con la Santa Eucarestia e la penitenza. Queste anime d’elite volevano essere rinchiuse. Cos’è accaduto? Si sono rotte le ringhiere; si sono sfondati i cancelli; si è chiesto a queste religiose di clausura di andarsene. Anche Nostro Signore è uscito dal convento. Ed è per questo che non ci sono più vocazioni. E’ per questo che non c’è più vita contemplativa. Che cosa attirerà le anime a questa vita contemplativa se non si parla più della vita di Dio che abbiamo in noi? Che cosa attirerà la case cristiane a vivere cristianamente se non si dice più che col matrimonio si riceve una grazia speciale per fare delle famiglie una casa cristiana? Una casa in cui si onora Dio, in cui si onora la Santissima Vergine Maria, in cui il Crocifisso ha un posto d’onore, in cui la casa è il regno privilegiato di Gesù e Maria. Se non sarà più così non si avranno più case cristiane; non ci saranno più vocazioni; le anime si perderanno. Ecco cosa ci insegna oggi il mistero dell’Assunzione della Santissima Vergine Maria, che sarà il coronamento anche per noi. Questo noi dobbiamo aspettarlo, noi dobbiamo sperarlo. E’ la grande virtù della speranza. Ora, questa virtù della speranza è proprio quella che sta scomparendo, perché ogni speranza è riposta quaggiù. Adesso, il progresso sociale, la giustizia sociale, il progresso materiale, la distribuzione dei beni di questo mondo, sono i grandi temi della predicazione odierna. Ma non è per questo che noi siamo fatti, che il Buon Dio ci ha creati. Noi siamo fatti, innanzi tutto, per essere figli di Dio, per vivere con Dio. Poco importa che noi si sia vissuti poveramente o agiatamente su questa terra, tutto quello che conta è l’amore che avremo avuto per Dio. Come avremo passati i pochi anni che il Buon Dio ci ha dato? In relazione a Lui, in relazione alla speranza del Cielo? Come avremo trasmesso ai nostri figli questa speranza del Cielo, queste realtà eterne? Ecco cosa ci chiederà il Buon Dio. Così, miei cari amici, voi che fra poco pronuncerete la professione di fede e ripeterete il giuramento antimodernista, noterete che questo giramento antimodernista è proprio, in quasi tutti suoi articoli, una professione del soprannaturale, contro coloro che vogliono distruggere la grazia del Buon Dio, distruggere la realtà divina della grazia di Dio e della nostra filiazione divina. E facendo questo, essi annienteranno perfino la loro stessa intelligenza. Essi pretendono che la loro intelligenza non sia capace di conoscere Dio. Questo il primo articolo: l’intelligenza non è capace di conoscere Dio. Questa gente che disprezza l’intelligenza divina che in un certo senso abbiamo in noi; questa partecipazione all’intelligenza divina che abbiamo in noi; disprezzando la grazia che il Buon Dio ci ha dato, la luce che il Buon Dio mette nei nostri cuori e nelle nostre intelligenze essi perdono al tempo stesso la ragione. E loro stessi dicono: non siamo più capaci di conoscere Dio, così dunque noi siamo radicalmente, definitivamente separati da Dio, poiché non siamo più capaci di conoscerLo. E di conseguenza, essi disprezzano tutti beni che Nostro Signore ci ha donato: la grazia divina, i sacramenti, il Santo Sacrificio della Messa: tutto questo è ridotto allo stato naturale. Per tutti questi modernisti non c’è più alcuna grazia che passa attraverso i sacramenti. Ebbene, voi invece andate a professare la vostra fede nella grazia del Buon Dio, in questa vita soprannaturale che il Buon Dio ci ha dato e di cui ci rende partecipi. E questo, il giorno dell’Assunzione. Voi non potreste farlo in un giorno migliore di questo per affermare tutti benefici che il Buon Dio ci ha dato, la grande carità che il Buon Dio ha avuto per noi. Perché è una bestemmia dire quello che dicono i modernisti, è una bestemmia contro Nostro Signore, perché negano tutto ciò che Nostro Signore è venuto a fare quaggiù. Negano la Sua Chiesa, negano il Suo Sacrificio, negano i Suoi sacramenti. Negano tutto. Non resta più niente. Ed è di questo che attualmente i catechismi – i catechismi moderni – sono pieni. Ed è proprio per questo che questi catechismi dono molto nocivi, perché finiscono col ridurre a niente tutta la vita della grazia, tutta la vita divina, quello che noi abbiamo di più prezioso. Chiediamo oggi alla Santissima Vergine Maria, in questo giorno, di farci capire veramente cos’è la nostra vita soprannaturale, questa partecipazione alla vita divina. Dio sa se Ella conosce questa partecipazione alla vita divina, Ella che ha dato la vita naturale a Gesù, per grazia dello Spirito Santo, evidentemente. Come il Buon Dio deve averle inondata di grazie spirituali e come Ella deve essere in grado di farci comprendere quanto sia bello, quanto sia grande, quanto sia dolce essere uniti a Nostro Signore, conoscere il Buon Dio, vivere col Buon Dio. Chiediamo alla Santissima Vergine di infondere nelle nostre anime, nei nostri cuori, questo immenso desiderio, questo desiderio insaziabile, in tutti momenti della nostra via, in tutte le nostre settimane, in tutti nostri mesi, in tutti nostri anni, di essere col Buon Dio per l’eternità. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia. (torna
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agosto 2024 |