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LEFEBVRE post 1988 – I Commenti settimanali di di S. Ecc. Mons. Richard Williamson Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X 14 settembre 2024
Un liberale è un lupo
vestito da pecora. Dopo aver consacrato quattro vescovi nel giugno del 1988, l’Arcivescovo Lefebvre ebbe l’evidenza che i Romani conciliari non sono servi della Fede Cattolica. Nel 1989 rilasciò in Francia una lunga intervista, crudelmente abbreviata qui di seguito (l’originale è su https://sspx.org/en/one-year-after-consecrations-30335). Perché le consacrazioni? Per diversi anni ho cercato di far capire a Roma che, dato che stavo avanzando di età, dovevo assicurare la mia successione. Temevano che avrei consacrato dei vescovi, quindi alludevano alla possibilità che avessimo un vescovo che sarebbe stato il mio successore. Sono andato a Roma per discuterne, ma senza alcuna fiducia di successo. Volevo andare il più lontano possibile per dimostrare la nostra buona volontà. Ben presto, però, ci siamo resi conto di avere a che fare con persone poco oneste. Roma ha sollevato la questione del Concilio di cui non volevamo sentir parlare. Fu trovata una formula di accordo che era al limite di quanto potevamo accettare. Ho ottenuto un solo vescovo, mentre ne chiedevo tre. Questo era già praticamente inaccettabile. E quando, ancor prima di firmare il protocollo, abbiamo chiesto quando avremmo potuto avere questo vescovo, la risposta è stata evasiva o nulla. L’accumulo di sfiducia e reticenza mi ha spinto a chiedere la nomina di un vescovo per il 30 giugno. O così, o avrei proceduto alla consacrazione. Di fronte a questa scelta, il Cardinale Ratzinger disse: “Se le cose stanno così, il protocollo è finito. È finito e non c’è più un protocollo. Voi interrompete le relazioni”. È lui che l’ha detto, non io. Lefebvre avrebbe dovuto rimanere nella Chiesa Di quale Chiesa stiamo parlando? Se intendete la Chiesa conciliare, allora noi che abbiamo lottato per vent’anni contro il Concilio, perché vogliamo la Chiesa Cattolica, dovremmo rientrare in questa Chiesa conciliare per renderla, presumibilmente, Cattolica? Questa è una completa illusione. Pericolo di scisma? Dire che non siamo la “Chiesa visibile”, che stiamo abbandonando la “Chiesa visibile”, che è infallibile, sono solo parole che non corrispondono alla realtà. È incredibile che si possa parlare di “Chiesa visibile”, cioè di Chiesa conciliare, in contrapposizione alla Chiesa Cattolica che noi cerchiamo di rappresentare e portare avanti. Siamo contro la Chiesa conciliare che è praticamente scismatica, anche se lo negano. In pratica, è una Chiesa virtualmente scomunicata perché è una Chiesa modernista. Non stiamo facendo una Chiesa parallela. Siamo quello che siamo sempre stati: cattolici che perserverano. Questo è tutto. Ognuno di questi ultimi papi è veramente due papi in uno. È stato Giovanni XXIII a lanciare l’apertura della Chiesa al mondo. Da quel momento in poi siamo stati inquadrati nell’ambiguità e nella doppiezza, cioè nel modo di agire bifronte proprio del liberale. Non siamo contro il Papa nella misura in cui rappresenta i valori della Sede Apostolica che sono immutabili. Ma siamo contro il Papa nella misura in cui è un modernista che non crede nella propria infallibilità, che pratica l'ecumenismo. Finché a Roma rimarranno attaccati alle idee del Concilio: libertà religiosa, ecumenismo, collegialità, andranno nella direzione sbagliata. Riconciliazione? Non credo sia opportuno provare a contattare Roma. Penso che dobbiamo ancora aspettare. Aspettare, ahimè, che la situazione peggiori ancora da parte loro. Ma finora non vogliono riconoscere questo fatto. Kyrie eleison (torna
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settembre 2024 |