![]() |
|
![]() |
|
AGAINST SEDEVACANTISM Commenti settimanali di di S. Ecc. Mons. Richard Williamson Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X 28 dicembre 2024
Le azioni umane devono essere
perfezionate dalla legge, La controversia sulle dimissioni di Benedetto XVI dal Papato, nel febbraio 2013, continua ad alimentare la discussione sulla vacanza della Sede Apostolica: quelle dimissioni erano valide o no? Se erano valide, allora la successiva elezione di Papa Francesco non è stata invalidata dal fatto che Benedetto fosse ancora in qualche modo il Papa valido. Ma se le dimissioni di Benedetto erano dubbiamente valide, allora tutto il successivo pontificato di Francesco è lasciato nell’incertezza, perché Benedetto è morto solo nel 2022 dopo che Francesco aveva agito come Papa per quasi dieci anni. Nell’autunno dello scorso anno il Vescovo Schneider ha scritto un articolo molto interessante, accessibile su Internet, che espone principi preziosi sull’intera disputa se la Sede Apostolica (in latino Sedes) sia vacante o meno. Può sembrare una disputa inutile, ma non è così. La Chiesa Cattolica è un’organizzazione mondiale, strettamente gerarchica, in cui tutti i parroci dipendono, per la loro nomina alle parrocchie, da vescovi diocesani validi, e questi vescovi dipendono a loro volta, per la loro nomina alle diocesi, da un Papa valido. Perché la Chiesa possa funzionare, il suo capo deve essere realmente esistente, chiaramente identificato e universalmente accettato. Naturalmente nella storia della Chiesa l’identità del Papa è stata più volte contestata, in particolare durante il Grande Scisma d’Occidente, dal 1378 al 1417, che ha visto alla fine non solo due ma tre candidati che pretendevano tutti di essere Papa. Tuttavia, tutti i Cattolici sapevano che più di un Papa era dannoso per la Chiesa, così lo Scisma durò solo 39 anni. In questa disputa, è prezioso osservare come la Chiesa giudicò la validità dei Papi in questione. Da un lato Urbano VII fu regolarmente eletto a Roma nel conclave papale del 1378 tra enormi pressioni e minacce, ma fu accettato e riconosciuto come Papa da tutti i cardinali che lo avevano eletto. La Chiesa è giunta a riconoscere in lui e nei suoi successori la linea dei Papi veri e validi. D’altra parte, pochi mesi dopo, i cardinali Francesi contro-elessero un francese come Papa, Clemente VII, che istituì il papato di Avignone nella Francia meridionale. Questa linea di “Papi” è stata condannata dalla Chiesa come anti-papato. Ciò che si può osservare da questo esempio e da molti altri, soprattutto nel Medioevo, è che, per la validità di un Papa, la lettera della legge è meno importante dell’assoluta necessità che la Chiesa abbia un capo unico, visibile, riconosciuto e certo. Gregorio VI comprò il suo papato nel 1045 per una grossa somma di denaro, cosicché la sua elezione fu rigorosamente invalida, eppure, la Chiesa lo ha sempre riconosciuto come un Papa valido. Nel 1294 Papa Celestino V si dimise in modo dubbio e Bonifacio VIII gli succedette in modo contestato, eppure entrambi gli eventi furono “sanati alla radice”, o resi validi in seguito, essendo universalmente accettati dai cattolici, dal clero e dai laici. Questa dottrina di un evento, inizialmente illegale ma reso legale in seguito, la Chiesa la applica ai matrimoni e alle elezioni papali, a determinate condizioni. Per le elezioni papali tali condizioni sono che il nuovo Papa sia immediatamente accettato come Papa dalla Chiesa universale. Questo è stato sicuramente il caso di Papa Francesco, quando ha salutato la folla dal balcone Vaticano che si affaccia su Piazza San Pietro subito dopo la sua elezione papale, sebbene tutti i suoi possibili difetti canonici. Per quanto riguarda le contestate o dubbie dimissioni di Benedetto XVI, le opinioni possono essere diverse e la Chiesa potrà decidere con autorità il loro significato solo dopo che la Chiesa sarà finalmente uscita dalla crisi senza precedenti provocata dalla scissione dell’Autorità Cattolica dalla Verità Cattolica a partire dal Concilio Vaticano II. Tuttavia, sulla base dei principi realistici enunciati dal Vescovo Schneider nel suo articolo, non sembra difficile concludere che quelle dimissioni erano dubbie in sé e dannose nella pratica per la Chiesa. Dubbie in sé, perché Dio ha concepito la Sua Chiesa come una monarchia, o governo di uno, e non come una diarchia, o governo di due. Dio ha ovviamente voluto che il Suo Vicario, o rappresentante terreno, avesse a disposizione a Roma un’intera aristocrazia di funzionari per aiutarlo a governare la Chiesa mondiale, e di questa aristocrazia egli è il re indiscusso. E dannoso nella pratica, perché la distinzione di Benedetto tra munus (ufficio) per sé e ministerium (ministero o lavoro) per Francesco, non escludeva chiaramente che egli stesso continuasse a partecipare al governo della Chiesa. Tuttavia, chi ha governato la Chiesa dalle dimissioni di Benedetto alla sua morte? Non Benedetto. E quando Benedetto è morto, c’è stato un conclave papale? No. E’ Francesco che è stato Papa dal 2013 a oggi. Kyrie eleison (torna
su)
dicembre 2024 |