Eleison Comments CMXIV


SSPX BETRAYAL


Commenti settimanali di

di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  18 gennaio 2025

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson - Relativo alla compromissione della Fraternità San Pio X con le moderne liberali e apostate autorità  romane.

Questi “Commenti” sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:

https://stmarcelinitiative.org/category/commenti-eleison/?lang=it



Che una fanciulla non incontri i lupi … possono affascinarla!
E tale fascino finisce parecchio col disarmarla!
Come può una fanciullina conoscere della vita il duro processo?
Ecco perché Mons. Lefebvre andava dai Romani lui stesso.



Tradimento della FSSPX

A questo indirizzo Internet, https://crowdbunker.com/v/A7bwTo5Ysp, si può trovare un interessante video in francese intitolato “Il tradimento della FSSPX, raccontato dai sacerdoti”. L’immagine di sfondo mostra Papa Bergoglio e don Davide Pagliarani, Superiore Generale della FSSPX (Fraternità Sacerdotale San Pio X) con le teste una vicina all’altra, come se fossero grandi amici. L’immagine non è vera, è una caricatura, ma è una buona caricatura, perché riassume l’enorme irrealtà che entrambi stanno perseguendo, ovvero che 2+2=4 e 2+2=4 o 5 (o 6 o 6 milioni), possano essere conciliati in 2+2=quattro e mezzo.
Ma questa è esattamente la stessa riconciliazione irreale che Papa Benedetto e Mons. Fellay sognavano nel 2009. E’ il sogno irreale dei liberali che pensano che le cose non siano necessariamente ciò che sono oggettivamente, ma sono tutto ciò che piace siano soggettivamente. Per esempio, se non mi piacciono i Dieci Comandamenti, allora li faccio diventare Dieci Opzioni!

E se per altri dieci anni nulla interromperà l’attuale corso delle vicende della Chiesa, nel 2035 un altro capo della Chiesa e un altro Superiore Generale della FSSPX saranno caricaturizzati allo stesso modo, perché il capo liberale della Chiesa si atteggerà ancora ad amico della Tradizione Cattolica, mentre il sognatore capo tradizionale della FSSPX cercherà ancora l’approvazione degli uomini della Chiesa ufficiale, cioè dei veri nemici della Fede.
Un buon vignettista potrebbe migliorare la caricatura ritraendo don Pagliarani come Cappuccetto Rosso e l’apparente Papa come il Grande Lupo Cattivo: “Che bei denti che hai”, sviolinandolo. “Per mangiarti meglio, dolcezza!”.

Tuttavia, “non giudicate, perché non siate giudicati”, dice Nostro Signore nel Discorso della Montagna (Mt. VII, 1–5). Certamente non tutti i sacerdoti della FSSPX sono traditori ben consapevoli di volersi liberare dell’ultima traccia di Mons. Lefebvre. Certamente i seminaristi dei seminari da lui costruiti ricevono ancora qualcosa ereditato da lui.
Ma il problema è tra i loro Superiori, liberali saldamente ancorati ai comandi della FSSPX nella sede centrale di Menzingen, in Svizzera. Forse essi stessi credono fermamente che la dottrina Cattolica escluda la contraddizione, come certamente 2+2=4 esclude la contraddizione in aritmetica. Ma allora come possono essere così intenzionati ad ottenere, per la Tradizione Cattolica, l’approvazione ufficiale della Chiesa apostata di oggi? Questi hanno in testa il modernismo, che significa il profondo indebolimento della verità antica e ovvia. Tra le orecchie moderne non ci sono più abbastanza cellule grigie in grado di cogliere la verità antica, per così dire.

Tanto che quando un aspirante amico della FSSPX propone che essa segua l’esempio di Mons. Lefebvre, che nel 1988 decise da sé, anche senza l’approvazione di Roma, di consacrare i vescovi necessari per l’apostolato mondiale, un amico più triste e più saggio risponde: “Questo non è più possibile. La sede centrale della FSSPX ha talmente imposto ai seminari della Neofraternità una dottrina di obbedienza alle autorità Romane e di obbedienza alle autorità della Neofraternità che, negli ultimi anni, i giovani sacerdoti escono da questi seminari in totale confusione.
Come nella Chiesa degli anni Cinquanta, l’obbedienza ha preso il sopravvento sulla Verità. Conseguenza: “Devi fare quello che dico io, solo perché lo dico io”. Questa follia fu già espressa in latino: Hoc volo, sic iubeo. Sit pro ratione voluntas (così voglio, così ordino, la mia volontà prende il posto della ragione).

Negli anni Cinquanta, i cattolici avevano un problema molto reale: come colmare il divario sempre più ampio tra le reali esigenze della Fede e la reale empietà del mondo moderno, in continuo progresso. Lo slogan, “Paga, prega e obbedisci”, ovvero mantenere le apparenze della Fede svuotandone la sostanza, non era la soluzione che occorreva adottare. Naturalmente, l’apparenza senza la sostanza significava il crollo sia dell’apparenza sia della sostanza, e questa era la Chiesa degli anni Sessanta.
Il Vaticano II ha naturalmente seguito quello slogan. Il Vaticano II bis di domani corre il grave rischio de seguire quello che il Menzingen di oggi sta imponendo ai suoi seminaristi.

Perciò la Neofraternità di oggi, ma non tutti i suoi sacerdoti, non si sta allontanando, ma sta tornando al Vaticano II dei terribili anni Sessanta. Caveant, consules. Attenzione, capi. Per lo meno, smettete di ispirare i vignettisti fotografici che vi fanno vedere come se foste in amicizia col vostro nemico mortale!


Kyrie eleison



                                                                                  


gennaio 2025

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