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Lettera del cardinale Mayer a Mr. Glenn Tattersal,
con la quale l'allora Presidente della Commissione
Ecclesia Dei
11 maggio 1990 Caro signor Tattersal,
1 ? È il caso di notare che il linguaggio un
po’ peggiorativo della Quattuor abhinc annos
relativo al “problema dei preti e dei fedeli legati alla messa tridentina”,
è totalmente evitato nella lettera apostolica Ecclesia Dei.
Quest’ultimo documento promulgato dal Santo Padre parla solo di “fedeli
cattolici che si sentono legati a certe forme liturgiche e discilinari
anteriori della tradizione latina” (5, c) e di “coloro che si sentono legati
alla tradizione liturgica latina” (6 c).
2 ? Insistere quindi sul fatto che solo “le aspirazioni di coloro che hanno delle difficoltà ad abituarsi alla messa promulgata da Paolo VI” siano considerate come “legittime”, e denigrare gli altri come quelli che sviluppano una “teologia povera, un interesse personale, una nostalgia superficiale o qualsivoglia aberrazione” sembra proprio ben lontano dalle benevole disposizioni e dalla considerazione pastorale del nostro Santo Padre, il quale, nella lettera apostolica del 2 luglio 1988, scriveva: “ dovrà essere ovunque rispettato l’animo di tutti coloro che si sentono legati alla tradizione liturgica latina, mediante un’ampia e generosa applicazione delle direttive, già da tempo emanate dalla Sede Apostolica, per l’uso del Messale Romano secondo l’edizione tipica del 1962 (Motu Proprio Ecclesia Dei 6 c). 3- Se è chiaro che il Novus Ordo rimane la norma
per il rito latino e che non si tratta di cambiare lo status di questa
messa, questo non dev’essere interpretato come il rifiuto del diritto alla
celebrazione del Santo Sacrificio della Messa secondo il Messale antico.
4 ? Forse è discutibile sostenere che “l’intenzione del Santo Padre non è di perpetuare la Messa tridentina come liturgia alternativa, ma di favorire le persone che meritano veramente di esserlo”. Si può anche sostenere che l’intenzione del Santo Padre non è certo di abrogare l’uso del Messale precedente. Questa Commissione pontificia sa per esperienza che chi desidera l’uso del precedente Messale è una porzione relativamente piccola di fedeli, ma là dove si dà la possibilità di usarlo a coloro che lo desiderano, si realizza un mezzo efficace per aiutarli ad entrare nel Sacrificio eucaristico. 5 ? Vorrei solo aggiungere una parola finale. Dal momento
che il Santo Padre ha considerato opportuno ripristinare l’uso della precedente
edizione del Messale romano a beneficio di coloro “che si sentono legati
a certe forme liturgiche re disciplinari anteriori della tradizione latina
(Ecclesia Dei, 6, c), sarebbe dannoso e contrario allo spirito del sovrano
Pontefice proporre questa forma di culto come intrinsecamente superiore
a quella codificata col Messale promulgato da Paolo VI, o permettere ad
un generoso proposito pastorale di diventare occasione di polemica o di
divisione in seno al Corpo di Cristo.
Mentre le invio le benedizioni di Pasqua, resto
Augustin Cardinale Mayer, Presidente
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