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Intervista di S. Ecc.za Mons. Bernard Tissier De Mallerais
rilasciata a Stephen L. M. Heiner, a Colton, in California,
il 21 aprile 2006.
I neretti sono nostri
Stephen L.M. Heiner (S. H.): Monsignore, l’agenzia
Zenit ha pubblicato il 7 aprile un testo contenente alcune dichiarazioni
dei vescovi francesi fatte alla fine della loro assemblea plenaria:
Monsignor De Mallerais (M. D. M.): Innanzi tutto io non conosco questo testo. Non l’ho letto. La cosa non mi interessa, non seguo questo genere di novità. Non è questo il problema. Qui non si tratta della “comunione” intesa secondo l’idea stupida sostenuta da questi vescovi dopo il Vaticano II. Non è la comunione che costituisce il problema, bensì la professione della fede. La “comunione” non significa niente, è solo una invenzione del concilio Vaticano II. L’essenziale è che questa gente (i vescovi) non professano la Fede cattolica. Ai miei occhi la “comunione” non significa niente, è solo uno slogan della nuova Chiesa. La definizione della nuova Chiesa è la “comunione”, che però non è mai stata una definizione della Chiesa Cattolica. Io posso solo fornirle la definizione della Chiesa così come la si intende tradizionalmente.
MDM: La Chiesa è la società visibile di coloro che sono battezzati, professano la fede cattolica e si sottomettono al Pontefice romano. Questi tre elementi sono essenziali e necessarii e, secondo me, rappresentano tutto ciò che conta; la “comunione” non ha alcun valore ai miei occhi.
MDM: Io lo conosco come un negoziatore che ha cercato di riconciliarci con la Chiesa conciliare e di riportarci nel suo seno. Ho visto in lui un uomo intelligente e interessato a questo progetto di “reintegrazione”. Noi abbiamo scansato le sue iniziative. Ma attualmente io considero che egli è il papa, sì il papa, e che è investito di speciali grazie. Tuttavia, egli non si serve di queste grazie, poiché non fa niente per la Chiesa. È insediato da un anno e non ha fatto niente !
MDM: Egli era profondamente convinto che noi fossimo fuori della Chiesa e che aveva il dovere di riportarci dentro. Beninteso, una tale idea era ridicola, poiché noi non siamo fuori dalla Chiesa e non lo siamo mai stati. Si trattava del suo grande desiderio (la riconciliazione). Questi fatti risalgono a qualche mese prima della mia consacrazione episcopale. Ma attualmente è lui il papa ! Egli deve fare qualcosa per la Chiesa ! Invece non fa niente !
MDM: No, niente.
MDM: Questa questione non riguarda Benedetto XVI, ma i governi europei, che permettono all’islam di svilupparsi senza limiti. Il governo francese, per esempio, in pratica invita i musulmani a venire in Francia, pretende di controllare la loro religione ed adotta leggi e regolamenti in questo senso. I vescovi non vedono il pericolo e, di fatto, non sono coerenti. Da un lato percepiscono il pericolo e non concedono chiese ai musulmani perché si facciano le loro moschee, dall’altro dicono che i cristiani e i musulmani devono riconciliarsi, che non vi è differenza tra la religione degli uni e quella degli altri, che l’islam è una religione molto “tollerante”. Sono dunque in completa contraddizione con loro stessi.
MDM: Non vedo la minima differenza. Sono tutti perfettamente incoerenti. Vedono il pericolo, visto che si vedono costretti a cedere le chiese vuote ai musulmani (in forza della legislazione francese sugli edifici pubblici), ma intanto dicono che l’islam è una religione molto buona e molto tollerante.
MDM: La collegialità, per esempio. Egli vuol governare la Chiesa insieme ai vescovi e ai cardinali. Dunque si mette nella impossibilità di governare la Chiesa. La cosa è del tutto evidente, poiché è papa già da un anno e non ha fatto niente ![Monsignore ha espresso questo concetto già due volte, ma io faccio notare che su questa questione della collegialità egli si esprime con grande veemenza. Ed egli prosegue: …] La collegialità paralizza il papa.
MDM: Si, egli ci crede (alla collegialità).
MDM: L’ecumenismo, in effetti, è un’altra cosa, e si è detto che egli disprezzasse Assisi, ma noi non siamo certi che questo sia vero. Tanto più che già in diverse occasioni si è recato nelle sinagoghe, con i Giudei, … e allora … La cosa non è chiara… poiché vi è una inclinazione per la religione ebraica.
MDM: Si, ma questa è una cosa secondaria.
MDM: Si, egli è interamente convinto di questi tre errori. Per quanto attiene alla libertà religiosa egli si trova quasi esattamente sulla stessa lunghezza d’onda di Giovanni Paolo II. Come questi, è convinto che nessun governo può essere cattolico, né che alcun governo può riconoscere Gesù Cristo come vero Dio. Ben inteso, ciò è contrario all’insegnamento cattolico, e più precisamente all’insegnamento che Pio XI ha espresso nella Quas Primas.
MDM: Si, ma il Syllabo è del 1860, mentre invece la Quas Primas è del 1925, non è quindi così vecchia, né così sorpassata come costoro direbbero.
MDM: Non posso dire niente sull’argomento. Fatima è una rivelazione privata. Mi scusi, ma io non ne parlo.
MDM: La mia principale sorpresa è stata generata dal grande affetto e dal grande rispetto che tutti questi padri progressisti provavano nei suoi confronti, compresi quelli che non erano d’accordo con lui: davvero sbalorditivo. Lo rispettavano enormemente per la sua personalità cristiana, cattolica. Lo hanno testimoniato tutti nei corso dei miei incontri: lo amavano, anche se non lo comprendevano. In effetti, non riuscivano a fare quadrare la sua gentilezza, la sua carità, la sua franchezza con la sua forza nella Fede. Cosa di cui erano incapaci.
MDM: Perché erano liberali, non potevano capire che un uomo può essere contemporaneamente così amabile e così forte.
MDM: La cosa che mi sorprende molto è che la crisi della Chiesa duri da così tanto tempo. Alcuni anni dopo la mia consacrazione, noi pregavamo perché il Signore ci inviasse un papa veramente cattolico, un santo papa cattolico, diciannove anni dopo ecco che siamo ancora nella stessa situazione. È estremamente deludente. La crisi si perpetua e noi dobbiamo proseguire la battaglia. Questo è molto difficile, non per me, ma soprattutto per i fedeli. Bisogna dare loro del coraggio, incitarli a tenere duro a non lasciarsi andare. Dobbiamo continuare la battaglia.
MDM: Credo che vi sia una grande stima per le famiglie cattoliche numerose. Vi è questo di comune: la grazia del matrimonio cristiano e il desiderio di avere molti figli. I nostri fedeli comprendono che l’avvenire della Chiesa e quello delle loro comunità sono fondati su un matrimonio fecondo. E si tratta di una grazia di Mons. Lefebvre, con la Santa Messa, poiché è questo quello che lui predicava.
MDM: Ah, sì.
MDM: Si, non vi sono restrizioni.
MDM: No, questo non è normale. In effetti più normale sarebbe che questo posto andasse ad un semplice prete.
MDM: Perché questo è nella nostra costituzione, e perché l’esistenza dei vescovi in seno alla nostra Fraternità rappresenta qualcosa di straordinario, d’imprevisto, perché la cosa non è normale. Così io penso che sarebbe molto normale per un semplice prete essere Superiore generale, ed io sarei pronto ad obbedirgli, a sottomettermi a lui.
MDM: No.
MDM: Si.
MDM: No. Io direi che egli si pronuncia in quanto Superiore generale della Fraternità, semplicemente.
MDM: Solo nel conferire le cresime e provvedere alle ordinazioni. Questo è il ruolo che ci ha assegnato Mons. Lefebvre. Di modo che noi non svolgiamo alcun “ruolo direttivo” nella Fraternità, siamo semplicemente sottomessi al Superiore generale.
MDM: Se vi fossero dei vescovi cattolici ad occupare delle sedi cattoliche, non vi sarebbe più bisogno di noi.
MDM: No, no, no. Egli non ha mai parlato di questo, mai. No, no.
MDM: Mons. Lefebvre non ha mai trattato la validità delle consacrazioni episcopali.
MDM: Io non so cosa egli pensasse di questa questione. Egli non conosceva il nuovo rito di consacrazione episcopale. Non aveva studiato né letto niente sull’argomento. Lui stesso si limitava a continuare ad usare il vecchio rito.
MDM: L’essenziale è che noi si ristabiliscano le famiglie cattoliche, le scuole cattoliche: sono questi i grandi mezzi per la crescita della Chiesa cattolica. Del resto, molti dei nostro sacerdoti vengono dalle nostre scuole. Noi insistiamo presso i nostri fedeli perché iscrivano i propri figli nelle scuole cattoliche.
MDM: No, no, nelle vostre domande non avete toccato l’essenziale; trovo che esse siano pertinenti, ma non hanno toccato per niente l’essenziale…
MDM: Ebbene, per esempio, che questo papa nel passato ha professate delle eresie ! Egli ha professato delle eresie ! Ed io non so se le professi ancora.
MDM: No, ma egli non ha mai ritrattato i suoi errori.
MDM: Parlo del tempo in cui era prete. In quanto teologo egli ha professate delle eresie, ha pubblicato un’opera piena di eresie.
MDM: Sì, sicuramente. Egli ha pubblicato un libro intitolato Introduzione al Cristianesimo, nel 1968. Questo libro era zeppo di eresie, in particolare sosteneva la negazione del dogma della Redezione.
MDM: Egli ha sostenuto che Cristo non ha soddisfatti i nostri peccati, che non li ha riscattati, che Lui, Gesù Cristo, morendo sulla Croce, non ha soddisfatto i nostri peccati. Quest’opera nega il riscatto dei peccati tramite Cristo.
MDM: Egli nega la necessità della soddisfazione.
MDM: No, questo va molto più in là di Lutero. Lutero ammette il sacrificio, la soddisfazione per mezzo di Cristo. È peggio di Lutero, molto peggio.
MDM: No, ma egli non ha mai ritrattato queste proposizioni.
MDM: No, è chiaro. Ma posso citarlo.
MDM: Molte altre. Molte altre. Egli ha gettato dei dubbi sulla divinità di Cristo, sul dogma dell’Incarnazione…
MDM: Questo è del tutto vero. Egli fa una rilettura, una reinterpretazione di tutti i dogmi della Chiesa. Fa esattamente quello che lui stesso ha chiamato "ermeneutica" nel suo discorso del 25 dicembre 2005…
MDM: Esattamente. Secondo la nuova filosofia, la filosofia idealista di Kant.
MDM: No, no, no, no. Egli è il papa…
MDM: Ecclesia supplet. Supplisce la Chiesa. Sta scritto anche nel Codice di Diritto Canonico: «in caso di dubbio, la Chiesa supplisce al potere esecutivo». Egli è il papa. La Chiesa supplisce. Ma noi dobbiamo sapere che egli ha professato delle eresie.
MDM: Si. Si. Io ho letto Joseph Ratzinger, ho letto i suoi lavori. E posso assicurarle che è vero.
MDM: Monsignore non l’aveva letto, non lo aveva mai letto. Vedeva in lui un negoziatore, un uomo intelligente e onesto che prendeva delle iniziative pericolose nei nostri confronti.
MDM: Assolutamente no. Le cose sono cambiate.
MDM: No, perché lo leggeremo alla luce della "nuova filosofia". Si, è questa la vera “luce” (sorride). La sola luce alla quale lo si possa leggere.
MDM: Esattamente.
MDM: È il solo modo in cui lo si possa leggere. Non si può leggere il Vaticano II come un lavoro cattolico. Esso si basa sulla filosofia di Emmanuel Kant.
MDM: Esattamente, l’idealismo tedesco.
MDM: Secondo me, un giorno la Chiesa dovrà cancellare questo Concilio. Non parlarne più. Dovrà dimenticarlo. La Chiesa si dimostrerà saggia se dimenticherà questo Concilio.
MDM: Si, dimenticarlo. Farne tabula rasa.
MDM: Anche per me è stato un piacere.Ecco, questa è l’intervista. Ritengo che essa contenga le parole più dure che io abbia mai sentito pronunciare ad un vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X. Non ho alcun commento da aggiungervi, tranne che sottolineare il fatto che Monsignor Tissier de Mallerais ha parlato con molta calma e molta chiarezza, e mi è sembrato interessante che abbia voluto impedirmi di porre fine all’intervista perché secondo lui io non avevo proposto degli argomenti interessanti. Devo esprimere il mio compiacimento per l’occasione concessami da Michel Matt di condurre questa intervista. Della parte finale di essa ho parlato con il dott. Tom Droleskey, che ha studiato certi scritti di Rantzinger quand’era ancora un semplice prete. Egli mi ha inviato quest’altra citazione tratta da un testo di Ratzinger: «La devozione eucaristica che si manifesta nella visita silenziosa del fedele alla chiesa, non dev’essere intesa come una conversazione con Dio. Infatti, questo significherebbe che Dio è presente in quel contesto e in maniera circoscritta. Giustificare una tale asserzione denota una mancanza di comprensione dei misteri cristologici legati alla nozione stessa di Dio. Ciò ripugna al pensiero serio dell’uomo che conosce l’onnipresenza di Dio. Andare in chiesa perché si possa far visita a Dio che lì è presente, è un atto insensato che l’uomo moderno rifiuta a giusto titolo». (Die Sakramentale Begrundung Christlicher Existenz, 1966, Kyrios Publishing, Freising-Meitingen-Germany).
maggio 2006 (torna su)
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