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Omelia di S. Ecc.za Mons. Bernard Tissier de Mallerais Della Fraternità Sacerdotale San Pio X pronunciata il 29 giugno 2006, in occasione delle ordinazioni sacerdotali
I neretti sono nostri In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia. Monsignor Superiore generale, Monsignori, miei carissimi fratelli, cari fedeli, cari ordinandi, eccoci nel 2006 ad ordinare quattro nuovi preti e alcuni diaconi, la Chiesa dunque va avanti col nostro ministero. Questa celebrazione del 2006, in una Chiesa che non crede più al sacerdozio, poiché si prepara a diventare una Chiesa senza sacerdoti, poiché perfino si organizza, dappertutto nelle sue diocesi, per essere una Chiesa senza sacerdoti, questa nostra cerimonia è dunque piena di significato che indica la nostra volontà di impedire un così grande crimine. Il sacerdozio, il sacerdote ha sempre il suo posto essenziale
nella Chiesa. Non si può immaginare una Chiesa senza sacerdoti.
Beninteso, Gesù è l’unico salvatore,
il salvatore principale, salvatore per la sua incarnazione, salvatore per
la sua croce, salvatore come dice il suo nome: Iesus, che significa Dio
salva.
Salvatore.
In questa redenzione, sarà l’incarnazione della
seconda persona divina, la sua passione e la sua croce, ad espiare i peccati
degli uomini. Ed è quest’opera di redenzione che il sacerdote
continua con la sua Messa.
Sta scritto nella Sacra Scrittura: "senza effusione di sangue non v’è remissione". Dio ha posto questa legge fin dalle origini dell’umanità.
Occorreva offrire dei sacrifici cruenti per placare la sua collera, e cioè
per soddisfare la sua giustizia dopo il peccato originale. E Nostro
Signore Gesù Cristo non ha voluto sottrarsi a questa legge. Nell’incarnazione,
la santa Trinità ha decretato che il Figlio di Dio versasse il suo
sangue per espiare i nostri peccati: sacrificio espiatorio come nell’antica
legge, ma dove al posto del sangue dei capri e delle pecore ci sarebbe
stato il sangue di un agnello immacolato, il Cristo, l’uomo Dio, con un
valore infinito a gli occhi di Dio.
Ed è questo mistero della redenzione per mezzo del sangue di Gesù, per mezzo di una espiazione, che attualmente è negata dalle più alte autorità della Chiesa. E questo nonostante la si impieghi a sazietà nel nuovo catechismo, ove vi è una pagina celebre che contiene una incredibile enumerazione dei termini: espiazione, soddisfazione, compensazione. Ma esse pronunciano queste parole senza credervi, poiché danno loro un significato del tutto differente, e questo dopo che un celebre teologo di Tübingen, in Germania, scriveva nel 1968 che la presentazione della teologia della soddisfazione era molto rudimentale nella Chiesa e che bisognava cambiarla. Egli sosteneva: "Questa presentazione è falsa. Si pretende che la giustizia di Dio, infinitamente offesa, dovrebbe essere riconciliata con una soddisfazione infinita, e per questo ci si presenta un Dio che manda suo Figlio alla morte con una giustizia inesorabile, per ottenere una soddisfazione infinita per mezzo di una sacrificio cruento. Questa tesi del diritto leso e ripristinato non è il significato della soddisfazione del mistero della redenzione nel nuovo testamento. Si rifugge con orrore da una tale giustizia divina e dalla sua cupa collera che toglie ogni credibilità al messaggio dell’amore".Così, il Figlio di Dio non avrebbe espiato i nostri peccati sulla croce. Avrebbe solo, con questa nuova interpretazione, dimostrato una passione eroica: l’amore di Dio per gli uomini, un amore del Figlio di Dio fatto Uomo, perfettamente gratuito con il dono della sua vita. Non si dovrebbe più parlare di giustizia lesa, né di offesa del peccato, poiché Dio non può essere offeso. Essendo infinitamente felice e beato in Sé stesso, Dio non può essere offeso, e dunque non ci sarebbe alcuna giustizia divina da soddisfare, ma solo un Dio che mostra all’uomo peccatore il suo amore immutato e abbraccia l’uomo giustificato e gratificato con l’amore gratuito di Dio. Voi vedete, cari amici, che si è completamente
spogliato della sua sostanza il mistero della redenzione. Poiché
non si parla più di peccato, né di espiazione, né
della pena dovuta al peccato.
Ora, questi teologi, se si fossero presi la pena di leggere
alcune pagine di sant’Anselmo, di san Leone Magno e ancor meglio di san
Tommaso d’Aquino, nella sua Summa Teologiae, avrebbero ben compreso
che il buon Dio ci ha offerto la più grande prova d’amore, donandoci
un soddisfattore, un uomo preso tra noi, l’uomo Dio che, per i nostri peccati,
va a soddisfare perfettamente la giustizia divina, con la dignità
della sua vita che egli va ad offrire per noi, per il suo grande amore,
per la sua carità, per la sua obbedienza, certo, ma soprattutto
per le sofferenze immense che egli stesso sceglie di far sue per offrire
a suo Padre una soddisfazione sovrabbondante per i nostri peccati.
Ora, di questo non si vuol più parlare. Si dice
che Gesù ha dato la sua vita per una prova d’amore gratuito. Non
si considerano più le sofferenze della Passione di Gesù.
Non si considera più per niente il valore redentore della sofferenza.
Tutto questo costituisce una falsificazione del mistero della redenzione.
Indubbiamente, oggi Gesù Cristo non vuole più soffrire. Nella Messa egli non può più soffrire, e propriamente parlando non può più espiare, ma egli offre un sacrificio propiziatorio che placa la giustizia divina e che ci rende nuovamente propizi a Dio, per mezzo dell’applicazione delle soddisfazioni e dei meriti del Calvario, che vengono nuovamente presentati a Dio per mezzo della vittima presente sull’altare sotto le apparenze del pane e del vino. Ecco il mistero che voi siete chiamati a rinnovare, cari giovani sacerdoti. Mistero di giustizia, il sacrificio della Messa equivale
a rendere innanzi tutto giustizia a Dio, poi dopo giungono i meriti di
Gesù Cristo che santificano le ànime: si toglie innanzi tutto
il negativo, prima di dare il positivo.
Come possiamo pensare di offrire un sacrificio di azione
di grazia, di lode e di adorazione, se innanzi tutto non offriamo un sacrificio
di espiazione e di soddisfazione alla giustizia divina.
Quindi, voi sarete i ministri di questo salvataggio
spirituale delle ànime, con le vostre Messe.
Salvataggio spirituale, ma anche salvataggio temporale della società, della cristianità, salvator hominum, ma anche salvator mundi. Dopo la visita di Gesù, i samaritani dicevano alla
samaritana: adesso noi crediamo che questi è veramente il salvatore
del mondo, salvator mundi. Quindi anche salvatore delle società
temporali, delle nazioni, degli Stati. Regnavit a ligno Deus,
Dio regna per la sua croce, ma regna.
Voi state per essere ordinati sacerdoti in un tempo
di apostasia, il che significa, quindi, che esercitare oggi il sacerdozio
è molto più difficile di quando lo esercitarono san Pietro
e san Paolo, che festeggiamo oggi, e che ebbero la missione di convertire
il mondo pagano.
Ed ecco una cosa molto interessante che mi piacerà esporvi in tre punti: il programma liberale, la massoneria. Primo punto: si tratterà di escludere
il governo di Cristo Re con la laicizzazione delle società. È
quanto è accaduto in tutti i paesi alla fine del XIX e all’inizio
del XX secolo: la laicizzazione di tutte le società civili. Ma esso
continua oggi, dopo il Concilio Vaticano II, in nome della libertà
religiosa.
Secondo punto: sopprimere la Messa. Era
il programma dei massoni.
Terzo punto del programma massonico: sopprimere
la vita spirituale divina delle ànime, affinché le ànime
non vivano più in stato di grazia.
Potrei riassumere questi tre punti con queste tre espressioni:
il programma liberale ha consistito nello stabilire delle società
laiche, nel creare una Chiesa laica e, infine, nel fare delle ànime
laiche.
Allora voialtri, cari giovani sacerdoti, cos’è che andrete a fare ? Voi andrete a prendere in mano i tre punti del programma cattolico, che va alla rovescia rispetto al programma liberale. Primo punto: ridare la Messa alle ànime. Poiché Mons. Lefebvre ce l’ha salvata, ridiamola alle ànime, la Messa, questo sacrificio che ottiene la remissione dei nostri peccati, sacrifixio sodisfattorio, sacrificio propiziatorio. Secondo punto del nostro programma: con
la Messa, ricostituire una élite di cattolici fedeli che vivano
in stato di grazia. Questi cattolici, questa élite, cari fedeli,
siete voi. Vi faccio delle lodi, ma questa è una realtà di
cui dovete avere una maggiore coscienza: voi siete una élite e quindi
avete tutte le responsabilità e tutti i doveri di una élite
cristiana nella Chiesa cattolica, nei confronti delle vostre famiglie,
nei confronti delle istituzioni cristiane, anche nei confronti della politica
dei vostri paesi.
E allora, terzo punto: per mezzo di questa élite, di cristiani ferventi che vivono in stato di grazia, reincoronate Nostro Signore Gesù Cristo, ridategli la sua corona, ridategli il suo posto nella società civile. Questo è il vostro programma, cari giovani sacerdoti. Questo deriva dal vostro sacerdozio. Ecco un programma del tutto entusiasmante, un programma
capace di mobilitare tutte le vostre forze, un programma che vi fa entrare
nel lavoro dei vostri predecessori, che da quarant’anni operano con successo,
con un grande successo, malgrado le difficoltà.
Allora, cari giovani sacerdoti, impegnatevi con fede, con perseveranza, nell’esecuzione di questo programma cattolico. Per finire, chiediamo alla Santissima Vergine Maria, madre
dei sacerdoti, nostra regina, avvocata nostra, per la sua onnipotente intercessione
presso Dio, di degnarsi di benedire questi giovani sacerdoti, questi giovani
diaconi, che da oggi vanno a predicare il Vangelo, la verità sul
mistero della redenzione.
Così sia. In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Così sia.
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