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Lettera del Superiore Generale della Fraternità
San Pio X
Cari fedeli, Il Motu Proprio Summorum Pontificum del 7 luglio 2007
ristabilisce la Messa tridentina nei suoi diritti. Si riconosce chiaramente
ch’essa non è mai stata abrogata. In tal modo la fedeltà
a questa Messa in nome della quale molti sacerdoti e laici sono stati
perseguitati, persino sanzionati per oltre quarant'anni , questa fedeltà
non è mai stata una disobbedienza.
Oltre al ristabilimento della Messa di San Pio V nel suo autentico diritto, occorre studiare le misure concrete pubblicate nel Motu Proprio e la giustificazione che ne dà Benedetto XVI nella sua lettera d'accompagnamento: - Le disposizioni pratiche prese dal papa devono permettere
di diritto alla liturgia tradizionale non soltanto la Messa ma anche
i Sacramenti di essere celebrata normalmente. Si tratta di un beneficio
spirituale immenso per tutta la Chiesa, per quei sacerdoti e quei fedeli
fino a questo momenti paralizzati da un'ingiusta autorità episcopale.
- La lettera d'accompagnamento al Motu Proprio ci dà le ragioni del apa. L'affermazione dell'esistenza di un solo rito in due forme ordinaria e straordinaria -, con lo stesso diritto, e soprattutto il rifiuto di una celebrazione esclusiva della liturgia tradizionale, possono certamente essere interpretati come l'espressione di una volontà politica di non urtare le Conferenze episcopali apertamente contrarie alla completa liberalizzazione della messa tridentina. Ma vi si può anche vedere un'espressione della "riforma della riforma" auspicata dal Papa o, come afferma egli stesso in questa lettera, la messa di san Pio V e quella di Paolo VI si feconderanno a vicenda. In ogni caso, in Benedetto XVI c'è il desiderio certo di riaffermare la continuità del Vaticano II e della Messa che ne è scaturita, con la Tradizione bimillenaria. Tale negazione di una rottura causata dall'ultimo concilio già manifestata nel discorso alla Curia del 22 dicembre 2005 - mostra come la posta in gioco della discussione tra Roma e la Fraternità Sacerdotale San Pio X sia essenzialmente dottrinale. Per tale motivo occorre che l'innegabile avanzamento liturgico operato dal Motu Proprio sia seguito dopo il ritiro del decreto di scomunica da discussioni teologiche. Il riferimento a Mons. Lefebvre ed alla Fraternità San Pio X contenuto nella lettera d'accompagnamento, così come il riconoscimento della testimonianza resa dalle giovani generazioni che ricuperano la fiaccola della Tradizione, indica chiaramente che la nostra costanza nel difendere la lex orandi è stata presa in considerazione; è dunque con la stessa fermezza che dobbiamo continuare, con l'aiuto di Dio, la lotta per la lex credendi, il combattimento della fede. Menzingen, 7 luglio 2007 + Bernard Fellay
luglio 2007 |