Comunicato ufficiale della Fraternità San Pio X

del 1 luglio 2008

A proposito dell'ultimatum del Cardinale Castrillón Hoyos



Tratto dal sito internet della Fraternità in Italia

A proposito dell'ultimatum del Cardinale Castrillón Hoyos

Il 4 giugno 2008, su richiesta del Cardinale Castrillón Hoyos della Pontificia Commissione Ecclesia Dei , il Superiore generale della Fraternità San Pio X, mons. Bernard Fellay, si è recato a Roma accompagnato dal 2° Assistente generale don Marco Nély.

Nel corso dell'incontro Sua Eminenza ha consegnato un memorandum sotto forma di ultimatum esigendo una risposta entro la fine del mese. Il 23 giugno, contrariamente all'uso, il quotidiano Il Giornale dava notizia dell'esistenza di questo ultimatum ed il giorno successivo, nell'edizione on-line , ne svelava il contenuto. La notizia era poi ripresa nei giorni successivi dalla stampa internazionale. In tal modo, all'urgenza dell'ultimatum, si aggiungeva una pressione mediatica.

Il documento del Cardinale Hoyos formulava cinque esigenze: oltre ad una risposta positiva entro la fine del mese di giugno, la Fraternità San Pio X, nella persona del suo Superiore generale doveva impegnarsi: (1) ad «una risposta proporzionata alla generosità del Papa»; (2) a «evitare ogni intervento pubblico che non rispetti la persona del Santo Padre e che sia negativo per la carità ecclesiale»; (3) a «evitare la pretesa di un magistero superiore al Santo Padre e a non proporre la Fraternità in contrapposizione con la Chiesa»; (4) a «dimostrare la volontà di agire onestamente in piena carità ecclesiale e nel rispetto dell'autorità del Vicario di Cristo».

Si noterà che il carattere molto generico, per non dire vago, delle esigenze formulate contrasta con l'urgenza di un ultimatum. Queste condizioni sembrano volte ad ottenere il clima favorevole ad un dialogo ulteriore piuttosto che ad ottenere degli impegni precisi su dei punti determinati. La Fraternità San Pio X auspica che questo dialogo si collochi su di un piano dottrinale e si faccia carico di tutte le questioni che, se fossero eluse, farebbero correre il rischio di rendere caduco uno statuto canonico precipitosamente assiso. Essa pensa che il ritiro del decreto di scomunica del 1988 agevolerebbe la serenità di un tale dialogo.

La Fraternità San Pio X non ha la pretesa di esercitare un magistero superiore a quello del Santo Padre, né cerca di opporsi alla Chiesa. Sulla scia del suo Fondatore, essa intende trasmettere ciò che ha ricevuto, cioè «ciò che è stato creduto sempre, dappertutto e da tutti». Fa sua la professione di fede che mons. Marcel Lefebvre rivolgeva a Paolo VI, il 24 settembre 1975: «È al Suo Vicario che Gesù Cristo ha conferito il compito di confermare i fratelli nella fede e al quale chiede di vigilare affinché ogni Vescovo conservi fedelmente il deposito, secondo le parole di san Paolo a Timoteo».

È in questo senso che va la risposta di mons. Fellay all'ultimatum, in una lettera al Papa Benedetto XVI del 26 giugno 2008. Il Cardinale Castrillón Hoyos ha semplicemente dato come risposta un cenno di ricevuta, il giorno successivo.

In attesa di più ampie informazioni, non ci saranno altri commenti.

Don Alain Lorans
Direttore di D.I.C.I.
www.dici.org



 



luglio  2008

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