Lettera del Superiore Generale della
Fraternità Sacerdotale San Pio X
Mons. Bernard Fellay
a
SS. Govanni Paolo II

in occasione del rinnovo dello scandalo di Assisi a Roma, il 28 ottobre 1999


Menzingen, 27 ottobre 1999

Santissimo Padre,
nel 1986, Mons. Lefebvre e Mons. de Castro Mayer hanno pensato che fosse loro dovere riprenderLa pubblicamente, seguendo l’esempio di San Paolo (Gal., 2, 11), a causa della riunione di preghiera ad Assisi, alla quale Lei aveva invitato le principali “religioni” del mondo. Questo pubblico peccato contro il primo comandamento di Dio e contro il primo articolo del Credo, questa grande offesa alla sovrana Maestà dell’Unico Vero Dio Uno e Trino, costituì uno scandalo immenso per i fedeli.

Come può Lei, Vicario di Cristo, Vicario del solus Sanctus, solus Dominus, solus Altissimus, mischiarsi ai rappresentanti di “religioni” che negano la sua divinità?
Come può Lei umiliare la Chiesa cattolica, unica Sposa di Nostro Signore Gesù Cristo (Ef., 5, 26-27), svilendola al rango di società fondate, non da Dio, ma dalla volontà del’uomo (Gv., 1, 13)?
Come può Lei invitare a pregare degli adepti di “religioni” che rifiutano l’unico Mediatore fra Dio e gli uomini, Gesù Cristo (I Tim., 2, 5), o che, negando l’esistenza di un Dio personale unico, non sono altro che ateismo e idolatria?
Come può Lei giustificare questo invito con l’affermazione che lo Spirito Santo abita misteriosamente in ogni uomo, quando San Paolo insegna il contrario (Rm., 8, 9)?

Nel momento in cui Lei rinnova lo scandalo di Assisi, il 28 ottobre, nella piazza di San Pietro a Roma, noi osiamo protestare solennemente contro questo peccato e, invocando l’autorità dei Suoi predecessori i più recenti, Le opponiamo la condanna da loro emessa contro gli errori implicati: Pio IX nel Syllabus (prop 16 e18), Leone XIII che riprova il “Congresso delle religioni” di Parigi (Lettera del 15 settembre 1899) e Pio XI in Mortalium animos.

Con queste riunioni “interreligiose” Lei non conferma i suoi fratelli nella fede, ma al contrario promuove un immenso indifferentismo e provoca la divisione all’interno della Chiesa.
Inoltre, i temi umanitari, terreni, naturalisti di questi incontri distolgono la Chiesa dalla sua missione tutta divina, eterna e soprannaturale, abassandola al livello degli ideali massonici di una pace mondiale al di fuori dell’unico Principe della Pace, Nostro Signore Gesù Cristo.

Nel funesto avvenimento di Assisi, Mons. Lefebvre riconobbe uno dei “segni dei tempi” che permettevano di procedere legittimamente a delle consacrazioni episcopali senza il Suo consenso e di scriverLe che «il tempo di una franca collaborazione non era ancora giunto». I trascorsi tredici anni del Suo pontificato non hanno cancellato per niente questi segni, né le loro conseguenze catastrofiche in seno alla Chiesa, né la ferita che hanno prodotto nel cuore dei cattolici fedeli (…)

[segue la critica della dichiarazione comune fra cattolici e protestanti sulla giustificazione, del 31 ottobre 1999)]

Queste righe molto gravi sono a noi dettate dall’amore per la nostra Santa Madre Chiesa cattolica, per la Santa Sede Apostolica e per il Papa.

Degnatevi gradire, Santissimo Padre, l’espressione della nostra filiale devozione,

Bernard Fellay,
Vescovo ausiliare al servizio della Fraternità San Pio X,
Superiore Generale.



ottobre 1999

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