Suprema Sacra Congregazione del Santo Uffizio

Decretum contra communismum







        È stato chiesto a questa Suprema Sacra Congregazione:

           
1. se sia lecito iscriversi al partito comunista o sostenerlo;
           
2. se sia lecito stampare, divulgare o leggere libri, riviste, giornali o volantini che appoggino la dottrina o l'opera dei comunisti, o scrivere per essi;
           
3. se possano essere ammessi ai Sacramenti i cristiani che consapevolmente e liberamente hanno compiuto quanto scritto nei numeri 1 e 2;
           
4. se i cristiani che professano la dottrina comunista materialista e anticristiana, e soprattutto coloro che la difendono e la propagano, incorrano ipso facto nella scomunica riservata alla Sede Apostolica, in quanto apostati della fede cattolica.


Gli Eminentissimi e Reverendissimi Padri preposti alla tutela della fede e della morale, avuto il voto dei Consultori, nella riunione plenaria del 28 giugno 1949 risposero decretando:
           
1. negativo: infatti il comunismo è materialista e anticristiano; i capi comunisti, sebbene a volte sostengano a parole di non essere contrari alla Religione, di fatto sia nella dottrina sia nelle azioni si dimostrano ostili a Dio, alla vera Religione e alla Chiesa di Cristo;
           
2. negativo: è proibito dal diritto stesso (cfr. canone 1399 del Codice di Diritto Canonico);
           
3. negativo, secondo i normali principii di negare i Sacramenti a coloro che non siano ben disposti;
           
4. affermativo.


Il giorno 30 dello stesso mese ed anno il Papa Pio XII, nella consueta udienza all'Assessore del Santo Uffizio, ha approvato la decisone dei Padri e ha
ordinato di promulgarla nel commentario ufficiale degli Acta Apostolicae Sedis.
       
(Decretum, 1 luglio 1949 -
AAS 41 (1949) 334.
)