Lettera di precisazioni del Cardinale Felici a
Padre Bisig
Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”
n° 512/99 del 10.9.99
Signor abate,
La lettera della Commissione Pontificia “Ecclesia Dei” del 13 luglio
scorso ha suscitato delle reazioni, che sono un po’ sorprendenti. È
possibile che alla base di queste reazioni vi sia il fatto che alcune frasi
di quella lettera siano state mal comprese o male interpretate.
Sembra dunque opportuno fare alcuni chiarimenti:
1° - Questa Commissione Pontificia non fa sue le contestazioni
contenute nella lettera di un gruppo di preti della Fraternità San
Pietro; nella lettera in questione,
nei tre primi paragrafi, la Commissione ne riferisce semplicemente il contenuto.
2° - La revoca dell’autorizzazione dell’anticipo straordinario
del Capitolo Generale, previsto per il mese d’agosto di
quest’anno, non riguarda evidentemente
il Capitolo Generale ordinario previsto per il 2000.
3° - Il Superiore Generale non è affatto privato di tutti
i suoi poteri; egli è solo “pregato di astenersi dal fare dei cambiamenti”
che potrebbero essere interpretati
come punizioni dai suoi confratelli firmatari del Ricorso. La lettera della
Commissione
dice chiaramente che questa misura
è valida “in attesa di”, che significa: nel tempo di preparazione
dell’assemblea generale
dei membri della Fraternità,
quindi per un lasso di tempo molto ridotto.
4° - La finalità di questa assemblea è duplice:
a) essa permetterà ai membri
della fraternità di discutere insieme e in tutta libertà
i problemi che esistono innegabilmente in
seno alla
Fraternità e che hanno condotto a questa situazione conflittuale.
b) essa sarà anche l’occasione
per tutta la Fraternità di prendere coscienza dei problemi che essa
stessa pone agli altri
membri della
Chiesa, come è il caso di molti vescovi, cosí da collocarsi
meglio in seno alla realtà della Chiesa. Delle
conferenze su
dei temi che ci sembrano siano all’origine della crisi attuale, potranno
contribuire a chiarire le idee e a
trarne delle
conseguenze pratiche.
Infine, sembra urgente far notare che è assurdo supporre che
questa Commissione Pontificia possa avere l’intenzione di imporre alla
Fraternità San Pietro la celebrazione della liturgia romana riformata
dal Papa Paolo VI. Le reazioni prodottesi in vari paesi dimostrano che
anche dei laici sono stati informati in questo modo inesatto e tendenzioso,
e questo malgrado la lettera della Commissione invitava espressamente a
non dare alcuna pubblicità a tutta la questione.
Nella speranza di aver contribuito ad una maggiore chiarezza,
Cardinale Angelo Felici, Presidente
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