I  NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA

La benedizione è diventata una superstizione 

Pubblichiamo il testo di un articolo apparso sul quotidiano 
La Nazione del 7 marzo 2004, pagina di Pontedera-Valdera 

ove i due preti del Duomo di Pontedera parlano a ruota libera della fine del cattolicesimo 

"Col permesso delli Superiori"?







I nuovi parroci del Duomo spiegano perché non benediranno le case
«Quasi una superstizione» 

di Paola Zerboni 

Pontedera. 
Quella di don Claudio Desii e don Stefano Serafini, i due nuovi parroci del Duomo, è a suo modo una
rivoluzione. La "rivoluzione" di una Chiesa che viaggia al passo con i tempi, che chiede al suo popolo un
atto di responsabilità e in cui entra in gioco il rispetto della privacy domestica. "Una Chiesa che elimina le
pratiche, spiegano don Claudio e don Stefano, e si badi bene non si tratta di "sacramenti", che sono retaggio di epoca rurale e che, accettate solo come un’usanza, hanno smarrito significato."
Questo lo spirito che ha animato i due parroci con la rinuncia alla benedizione delle case nel periodo di Queresima, da cui ha origine il detto "far pulizie di Pasqua". "Alla fine, dichiarano i due coparroci, l’acqua santa era diventata una sorta di rito scaramantico, rasentava la superstizione. Si aspettava in casa l’arrivo del parroco con l’occhio all’orologio e la mente proiettata agli impegni che ci aspettavano, senza dialogo, senza riflessione. E c’è anche chi non ha mai gradito quell’intrusione tra le mura domestiche." La nuova "era" della parrocchia propositiva, ricevuto il placet del Vescovo, rinnova i metodi di dialogo con i fedeli e lo fa con lettera di convocazione recapitata alle famiglie dei quartieri sud-ferrovia, Bellaria, Sozzifanti. Cui si chiede di fare il primo passo verso il Vangelo. "Una missione, i due parroci la definiscono così - con cui ci proponiamo, nell’arco di tre anni, di creare una rete laicale viva sotto la nostra guida… 
 




Breve nota:

Dobbiamo confessare che non proviamo alcuna meraviglia, ormai i fenomeni come questi sono all'ordine del giorno. Questi sono i nuovi preti della nuova Chiesa. E quando parliamo di preti intendiamo anche i Vescovi, perché, non smetteremo mai di ripeterlo, se questo accade, la prima colpa è dei Vescovi, sia che avallino, sia che tollerino.
In questo caso non v'è alcun dubbio che ci troviamo di fronte ad uno di quegli abusi, vissuti come sempre all'insegna della buona "fede" e della buona volontà, che, di fatto, sono prassi ordinaria nella vita della Chiesa del post-concilio. Manca solo che la Congregazione per il Culto Divino emani un documento giustificativo e correttivo al tempo stesso, com'è di prassi, tale che l'abuso divenga un "mezzo-abuso", un caso straordinario da adottare in maniera ordinaria in tutte le Diocesi. 

Cosa dice il Papa in proposito? 

«Ringrazio poi il Signore per la Missione cittadina, che quest'anno è stata caratterizzata soprattutto dalle visite alle famiglie. Entrando nelle case, i missionari hanno ricevuto un'accoglienza nel complesso positiva, ed hanno riscontrato anche in quanti non frequentano regolarmente la Chiesa significative testimonianze di fede. Auspico che tali contatti pastorali con ogni nucleo familiare vengano proseguiti sia attraverso la benedizione delle case sia mediante altre opportune iniziative, già sperimentate con frutto in non poche parrocchie romane. (Giovanni Paolo II, Discorso in occasione del Te Deum a Roma del 31 dicembre 1998) 


Cosa dicono i Praenotanda del nuovo Benedizionale? 

Premesse
6 § 2 - Quando Dio o direttamente o per mezzo di altri benedice, sempre viene assicurato il suo aiuto, annunziata la sua grazia, proclamata la sua fedeltà all'alleanza sancita. E quando  sono gli uomini a benedire, essi lodano Dio e inneggiano alla sua bontà e misericordia.
10. In quanto segni, che si basano sulla parola di Dio e si celebrano in forza della fede, le benedizioni intendono metter in luce e manifestare quella vita nuova in Cristo, che nasce e si sviluppa in forza dei sacramenti della nuova Alleanza, istituiti da Cristo Signore. Inoltre le benedizioni, istituite in certo qual modo a imitazione dei sacramenti, si riportano sempre e principalmente a effetti spirituali, che ottengono per l'impetrazione della Chiesa. 
11. Convinta come è di questa verità, la Chiesa vuole che la celebrazione di una benedizione torni veramente a lode ed esaltazione di Dio e sia ordinata al profitto spirituale del suo popolo. E perché questa finalità risulti più evidente, per antica tradizione le formule di benedizione hanno soprattutto lo scopo di rendere gloria a Dio per i suoi doni, chiedere i suoi favori e sconfiggere il potere del maligno nel mondo. 

Capitolo XIII - Benedizione annuale delle famiglie nella loro casa
434. Obbedienti al mandato di Cristo, i pastori devono considerare come uno dei compiti principali della loro azione pastorale la sollecitudine di visitare le famiglie cristiane e di recar  loro l'annunzio della pace di Cristo, che raccomandò ai suoi discepoli: "In qualunque casa entriate, prima dite: "Pace a questa casa"" (Lc 10, 5). 435. Ai parroci pertanto e ai loro collaboratori stia particolarmente a cuore la consuetudine di far visita ogni anno, specialmente nel Tempo pasquale, alle famiglie presenti nell'ambito della loro giurisdizione. È un'occasione preziosa per l'esercizio del loro compito pastorale: occasione tanto più efficace in quanto offre la possibilità di accostare e conoscere tutte le famiglie. 
436. Poiché il rito della benedizione annuale di una famiglia nella sua casa riguarda direttamente la famiglia stessa, si richiede che al rito di benedizione presenzino i suoi membri. 
440. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, cioè la lettura della parola di Dio e la preghiera di benedizione, si potranno adattare le singole parti alle circostanze delle famiglie e delle loro abitazioni. Nello svolgimento della celebrazione, si terrà conto, con vivo senso di carità, di tutti i presenti, specialmente dei piccoli, degli anziani e dei malati. 


Cosa dice il nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica

1667 " La santa Madre Chiesa ha istituito i sacramentali. Questi sono segni sacri per mezzo dei quali,  con una certa imitazione dei sacramenti, sono significati e, per impetrazione della Chiesa, vengono  ottenuti effetti soprattutto spirituali. Per mezzo di essi gli uomini vengono disposti a ricevere  l'effetto principale dei sacramenti e vengono santificate le varie circostanze della vita ". 
1670 I sacramentali non conferiscono la grazia dello Spirito Santo alla maniera dei sacramenti; però  mediante la preghiera della Chiesa preparano a ricevere la grazia e dispongono a cooperare con  essa. "Ai fedeli ben disposti è dato di santificare quasi tutti gli avvenimenti della vita per mezzo della  grazia divina che fluisce dal mistero pasquale della passione, morte e risurrezione di Cristo, mistero dal quale derivano la loro efficacia tutti i sacramenti e i sacramentali; e così ogni uso onesto delle cose  materiali può essere indirizzato alla santificazione dell'uomo e alla lode di Dio ". 
1671 Fra i sacramentali ci sono innanzi tutto le benedizioni (di persone, della mensa, di oggetti, di  luoghi). Ogni benedizione è lode di Dio e preghiera per ottenere i suoi doni. In Cristo, i  cristiani sono benedetti da Dio Padre " con ogni benedizione spirituale " (Ef 1,3). Per questo  la Chiesa impartisce la benedizione invocando il nome di Gesù, e facendo normalmente il  santo segno della croce di Cristo. 

In sintesi 
1677 Si chiamano sacramentali i sacri segni istituiti dalla Chiesa il cui scopo è di preparare gli  uomini a ricevere il frutto dei sacramenti e di santificare le varie circostanze della vita. 
1678 Fra i sacramentali, le benedizioni occupano un posto importante. Esse comportano ad un  tempo la lode di Dio per le sue opere e i suoi doni, e l'intercessione della Chiesa affinché gli  uomini possano usare i doni di Dio secondo lo spirito del Vangelo. 


Ora, se l'italiano non è un semplice accidenti, questi che abbiamo citati sono "documenti prescrittivi" della Chiesa Cattolica, e sono quindi quegli strumenti che "obbligano" i preti a comportarsi in conformità con essi e a fare di tutto perché lo stesso facciano i fedeli affidati alla loro "cura pastorale". 
I due preti di Pontedera, evidentemente, non appartengono alla Chiesa Cattolica, visto che a loro di questi "documenti" non gliene importa niente. 
La cosa buffa di tutta questa faccenda è che questi due signori, che si compiacciono dell'uso di terminologie moderne para-sociologiche ("parrocchia propositiva" … "lettera di convocazione"), nel loro mondo ideale fatto di preoccupazioni socio-assistenziali (ove non v'è piú posto per la religione) verrebbero subito licenziati, per giusta causa. Nella Chiesa, invece, dove da quarant'anni è di moda la pratica sessantottina, piú ci si comporta in maniera difforme da quanto richiesto dal compito assegnato e dall'impegno assunto, piú si è considerati, viziati, blanditi. Piú i Vescovi dimostrano di essere in contrasto con gli insegnamenti della Chiesa, piú se ne fregano delle disposizioni contenute nei "documenti", piú vengono ascoltati, piú vengono tenuti in considerazione, piú spazio trovano in tutti i mezzi di comunicazione, non solo laici e irreligiosi, ma chiesastici e parrocchiali. 

Quando i Vescovi e la Chiesa dimostrano di saper essere severi ? 
Quando i fedeli cattolici si dichiarano sottomessi agli insegnamenti della Chiesa. Quando dichiarano di volersi attenere alla dottrina e alla liturgia che la Santa Chiesa ha insegnato e praticato per duemila anni.
Allora sí! Allora l'Arcivescovo di Pisa si mette a dare lezioni di ecclesiologia! 
Ecco chi sono i cattivi! Quelli che chiedono la S. Messa tradizionale! 

E dobbiamo confessare che, in fondo, a modo suo, l'Arcivescovo Plotti ha ragione. 
Se i buoni sono i suoi preti che decidono di non andare piú a benedire le case perché si tratterebbe ormai di una superstizione: non v'è dubbio che i cattivi sono quelli che le case le vogliono ancora benedette. I cattivi sono quelli che vogliono ancora il Catechismo, la S. Messa tradizionale, i canti gregoriani, i Sacramenti di sempre e le benedizioni di sempre: perché "Ogni benedizione è lode di Dio e preghiera per ottenere i suoi doni." (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1671). 
Ma noi preferiamo perseverare in questa nostra cattiveria, che ci rende cosí invisi ai nuovi preti della nuova Chiesa, ma ci lascia sperare di poter meritare la grazia e la misericordia di Dio, e la protezione della Santa Vergine. 
Preghiamo quindi, secondo il Rituale Romano, perché il Signore si degni di inviarci il Suo santo Angelo per proteggere noi, i nostri cari e le nostre case anche dalle insidie dei nuovi preti della nuova Chiesa.

Rituale Romanum 
Titulus VIII, Caput IV 

Benedictio domorum 
in Sabbato Sancto et reliquo Tempore Paschali


Parochus, seu alius Sacerdos de parochi licentia,
superpelliceo et stola alba indutus, cum ministro deferente vas aquae benedictae in Fonte baptismali, atque ante infusionem Olei et Chrismatis acceptae, Sabbato Sancto visitat domos suae paroeciae, aspergens eas eadem aqua benedicta. 

Ingrediens domum dicit: 

S. - Pax huic dómui. 
M. - Et ómnibus habitántibus in ea.

Deinde aspergens loca praecipua domus, et habitantes in ea, dicit Antiphonam: 

Vidi aquam egrediéntem de templo, a látere dextro, allelúia: et  omnes, ad quos pervénit aqua ista, salvi facti sunt, et dicent: allelúia, allelúia. 

(Ps 117, 1) Confitémini Dómino, quóniam bonus: quóniam in saéculum misericórdia eius. 
Gloria Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto, 
Sicut erat in princípio et nunc et semper, et in saécula saeculórum. Amen.
Vidi aquam egrediéntem de templo, a látere dextro, allelúia: et  omnes, ad quos pervénit aqua ista, salvi facti sunt, et dicent: allelúia, allelúia. 
 

Deinde dicit: 

S. - Osténde nobis, Dómine, misericordiam tuam, allelúia. 
M. - Et salutáre tuum da nobis, allelúia. 
S. - Dómine, exáudi oratiónem meam. 
M. - Et clamor meus ad te veniat.
S. - Dóminus vobíscum. 
M. - Et cum spíritu tuo.

S. - Orèmus. 
Exáudi nos, Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: et sicut domos Hebraeórum in éxitu de Aegypto, agni sánguine linítas (quod pascha nostrum, in quo immolátus est Christus, figurábat), ab Angelo percutiénte custodísti; ita míttere dignèris sanctum Angelum tuum de coelis, qui custódiat, fóveat, prótegat, vísitet, atque deféndat omnes habitántes in hoc habitáculo. Per eúmdem Christum Dóminum nostrum. 

M. - Amen.


Il Parroco, o un altro Sacerdote su sua licenza, indossate la cotta e la stola bianca, il Sabato Santo si reca a visitare le case della sua parrocchia, per aspergerle con l'acqua benedetta, accompagnato dal ministro che porta il vaso con l'acqua benedetta attinta dal Fonte battesimale prima che in esso siano posti l'Olio e il Crisma. 

Entrando dice: 

S. - Pace a questa casa. 
M. - E a tutti i suoi abitanti.

Quindi asperge i locali e chi vi abita, dicendo l'Antifona: 

Ho visto un’acqua scaturire dal lato destro del Tempio, allelúia: e tutti quelli a cui giunse quest’acqua sono stati salvati, e diranno: allelúia, allelúia. 
(Salmo 117, 1) Celebrate il Signore perché è buono; perché eterna è la sua misericordia. 
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, Come era in principio e ora e sempre, e nei secoli dei secoli.  Amen. 
Ho visto un’acqua scaturire dal lato destro del Tempio, allelúia: e tutti quelli a cui giunse quest’acqua sono stati salvati, e dicono: allelúia, allelúia. 

Quindi dice: 

S. - Manifestaci, o Signore, la tua misericordia. Allelúia. 
M. - E da a noi la tua salvezza. Allelúia. 
S. - O Signore, esaudisci la mia preghiera. 
M. - E il mio grido giunga fino a Te. 
S. - Il Signore sia con voi. 
M. - E con lo spirito tuo. 

S. - Preghiamo. 
Esaudiscici, o Signore santo, Padre onnipotente, eterno Iddio: e come preservasti  dall'Angelo sterminatore le case degli Ebrei in occasione dell'uscita dall'Egitto, segnate col sangue dell'agnello (che simboleggiava la nostra pasqua, nella quale si è immolato Cristo): cosí dégnati di mandare dal cielo il tuo santo Angelo, che custodisca, sostenga, protegga, vísiti e difenda tutti gli abitanti riuniti in questo luogo. Per lo stesso Cristo nostro Signore. 
M - Amen. 


 



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