CHIESE  POSTCONCILIARI
 

LA CHIESA DI SANT'ANTONIO DI PADOVA

A MARZOCCA DI SENIGALLIA (AN)


L'originalità (invero un po' troppo scontata) del progetto,
suggerisce più una cupola da Pantheon che una chiesa.
Non che non vi siano delle chiese a pianta circolare e 
che non abbiano una loro intrinseca giustificazione, tutt'altro,
ma non è questo il caso, perché qui ci troviamo più al
cospetto di una moschea, peraltro fatta molto male, poiché
questa cupola non poggia su una base quadrangolare.
 

Ma non poggia neanche sulla “sua” base circolare, poiché
la pendenza della parete della cupola, invece di interrompersi
ad una data altezza da terra, continua fino a perdersi a terra. Quasi fosse un gasometro.
Non parliamo poi della disarmonia delle vetrate,
che comporta necessariamente una illuminazione
disarmonica dell'interno,
 

Comparando queste due viste interne ci si accorge della totale mancanza di giustificazione della pianta circolare.
Non v'è alcuna suddivisione interna degli spazi, tale da giustificare quella collocazione dell'altare piuttosto che
un'altra. Le pareti si snodano in un continuum che, salvo il tratto con le vetrate, non permette di 
distinguere “la destra” dalla “sinistra”, l'Oriente dall'Occidente.
 
 

Ed ecco il moderno presbiterio dove, come spesso accade, la centralità
del Cristo è sostituita dalla centralità dell'altare: che però non ha più la funzione
di tavola del Sacrificio, bensì di pulpito del “Presidente”, tale che la centralità, 
non più di Cristo, è solo del “Presidente”.
Non parliamo poi della voluta “continuità” tra aula e mensa,
perché ormai la “chiesa” non ha più la “navata” separata dal presbiterio,
così come la “Chiesa” non è più la “Nave” che conduce alla Salvezza
e non è più separata dal resto del mondo.





Ritorna a Sommario I frutti del Concilio
Ritorna a Documenti