CHIESE  POSTCONCILIARI
 

LA NUOVA CHIESA PARROCCHIALE
DI
SANTA MARIA
IN SALSASIO - CARMAGNOLA (TO)


ovvero:
un centro parrocchiale con chiesa annessa

Non c'è trucco, né inganno, né si tratta di uno scherzo:
questa è la facciata della nuova chiesa parrocchiale intitolata a Santa Maria.
Questa chiesa è nuovissima, è stata ultimata a metà del 2010
ed è sita a Carmagnola, nell'arcidiocesi di Torino.
È uno degli ultimi regali lasciati ai fedeli subalpini dal cardinale Severino Poletto,
noto ai nostri lettori.

La cosa che colpisce subito di questa nuova “chiesa parrocchiale” è la plasticità con cui descrive il capovolgimento che si è determinato nella Chiesa conciliare circa la polarità del culto e della religione: non più al centro Dio e la Croce di Cristo, ma le esigenze umane e l'uomo.

Quella che si vede in primo piano, infatti, non è la chiesa, ma l'ufficio parrocchiale, l'ingresso della chiesa è quel rettangolo scuro incorniciato di bianco che si nota in fondo sulla destra della scalinata.

Chi l'ha progettata e chi l'ha commissionata hanno voluto offendere Dio?
Neanche per idea!
Semplicemente Dio è posto in secondo piano!
Facciamo una chiesa? che una volta era la casa di Dio?
Bene… onoriamo Dio sul retro!… perché davanti deve trovare posto tutto ciò che riguarda gli uomini: l'ufficio e il centro parrocchiale.
È la nuova educazione religiosa… la nuova pratica religiosa scaturita dal Concilio… con tanto di magistero dei vescovi e delle Conferenze Episcopali.
E Roma?
Roma dà le direttive… e questi sono i risultati!

C'era qualche impedimento urbanistico che impedisse di costruire una chiesa appena normale, col suo ingresso sulla facciata e con annesso ufficio parrocchiale, di dietro o di fianco?
Assolutamente no!
Il complesso è costruito su un'area totalmente libera su quattro lati.
Per dare l'idea dell'area, in mancanza di una foto aerea, ecco il plastico della nuova costruzione (tratto dal sito Europaconcorsi): davanti all'edificio vi è la strada, a sinistra un ampio spazio appartenente alla chiesa, a destra un ampio marciapiede che dà su un'aera a verde, dietro tutto libero.



Dalla seguente foto laterale si può vedere la netta divisione tra la la parte anteriore del complesso, l'ufficio e il centro parrocchiale, che danno sulla strada, e la parte posteriore, la chiesa, più piccola, che dà su un muro di contenimento lungo il marciapiede laterale.
Si noti anche che la croce è posta a fianco dell'ingresso della chiesa, “dietro” gli uffici. Rispetto all'edificio anteriore, la croce è addirittura più bassa, tanto che dalla facciata principale non si vede neanche.


Per capire che si tratta della “chiesa parrocchiale” occorre salire la scalinata, partendo dalla strada,
attraversare l'atrio degli uffici e finalmente scoprire che c'è una croce e l'ingresso di una chiesa.




Come si può vedere, la croce è posta a fianco dell'ingresso di questa specie di chiesa, discosta, in un angolo, confusa in questa struttura di laminati plastici e plexiglass che fanno subito pensare ai moderni edifici commerciali. Manca solo l'insegna luminosa.
Immersi in questo complesso pratico e moderno ci si sente al cospetto di un centro direzionale con annessa cappella.
L'idea della “chiesa parrocchiale” è del tutto esclusa, il luogo di culto è un accessorio.

Ed entriamo in questa “cappella” annessa agli uffici parrocchiali.



Già dall'architettura esterna si capiva di essere in presenza di un capannone, ora, dall'interno,  il colpo d'occhio è più eloquente. Una grande sala dove si raduna della gente, e le uniche cose che  fanno pensare ad una chiesa, ad una chiesa moderna, sono il solito altare a tavola e, sorpresa, i banchi con gli inginocchiatoi.




E il Padrone di Casa?
Se ci si avvicina all'altare, si ha la conferma che, tolta la croce, in questa chiesa moderna manca il Padrone di Casa. Non v'è traccia del tabernacolo.
Non lo si trova neanche in una qualche parte laterale, com'è ormai d'uso corrente.
C'è posto per i fiori, per gli scanni, per le piante grasse, c'è posto, in primo piano e in tutta evidenza rispetto all'insieme, per il legio per le letture,
ma non c'è un posto per Nostro Signore.
D'altronde siamo in una “chiesa parrocchiale” moderna,
al centro della quale c'è sempre l'uomo, non Dio,
e dove gli elementi principali della celebrazione liturgica sono la lettura del Libro e le spiegazioni del presidente-celebrante.

Qualcuno potrebbe far notare che questi sono gli elementi caratteristici del luogo di culto “protestante”, ed avrebbe ragione, e avrebbe così centrato esattamente il problema: qui non siamo in un luogo di culto cattolico, ma “protestante”, uno di quei luoghi di culto partoriti dalla gestazione del Vaticano II e dal suo sviluppo postconciliare.

Ma si sbaglierebbe chi pensasse che i nuovi preti della nuova Chiesa abbiamo dimenticato Nostro Signore.
Basta tornare indietro, fuori della navata, ed ecco che sul luogo che una volta si chiamava vestibolo, troviamo, a destra il fonte battesimale, e a sinistra la cappella privata dei fedeli affezionati.
E qui il tabernacolo c'è… meno male!
Solo che quello che una volta era il centro della chiesa cattolica, oggi è relegato in un lato dell'ingresso, fuori dalla navata, dove si fanno sostare coloro che devono ricevere il battesimo non essendo ancora seguaci di Cristo.
La cappella col tabernacolo è fuori dalla navata, non rientra nella casa di Dio.



A sinistra la “cappella”




a destra il “fonte battesimale”


Il tutto col permesso delli Superiori!

aprile 2011





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