CHIESE  POSTCONCILIARI
 

CHIESA DI SAN PIETRO

a  Trissino (Vicenza)

“opera”  realizzata dall'Arch. Nervi e dall'Ing Vacchini, in memoria del Concilio Vaticano II


Questa chiesa moderna è stata voluta, nel 1971, per ricordare il Concilio Vaticano II.
Da anni viene indicata come un'opera d'arte e proposta all'ammirazione dei fedeli.
Fedeli soprattutto allo spirito del tempo, i cherici committenti si rivolsero ad un celebre architetto, quello stesso Per Luigi Nervi che Paolo VI volle per la nuova sala delle udienze in Vaticano.
Inevitabilmente si è ottenuto un risultato disastroso per la simbologia cattolica:
un cerchio di base con un tappo sopra.
Vero è che al centro del tappo che fa da tetto si trova un prolungamento della struttura interna, volto verso l'alto e sormontato da una croce, ma questo, mentre pone riparo in parte alla piattezza della struttura, schiacciata a terra, ne esalta al tempo stesso la soggiacenza alla terra.
Siamo di fronte ad una delle tipiche espressioni del personalismo e dell'estetismo fine a se stesso prodotti dalla nuova moda conciliare che si gloria di mettere al centro l'uomo, finendo col relegare Dio alla periferia, anche senza volerlo.




L'interno della chiesa mette particolarmente in risalto la mancanza di orientamento dello spazio sacro e quindi della stessa preghiera.  Ma sembra che questo non preoccupi minimamente i preti che lì celebrano, tanto più che sono loro a venirsi a trovare al centro dell'attenzione degli astanti.
Una sorta di palcoscenico a platea circolare, verso cui possono comodamente guardare i convenuti, per assistere all'edificante spettacolo della nuova Messa.
Accortamente il progettista ha provveduto a piazzare i banchi convergenti verso il centro e dall'alto in basso, dove il basso è, ovviamente l'altare, eufemisticamente sollevato su alcuni scalini, tanto per fare scena, appunto.

Nella foto sotto si notano gli stalli derivati dall'aula conciliare vaticana, quì adibiti a banchi per i fedeli, secondo una fisima super democratica derivata dallo stesso Concilio, in base alla quale non vi sarebbe più differenza tra i laici e i chierici, con buona pace del rito dell'ordinazione presbiteriale.

Questa inquadratura da dietro il presbiterio, fa comprendere meglio come lo spazio sacro sia stato del tutto sovvertito. Il presbiterio è infossato rispetto alla platea disposta ad anfiteatro, ed è sormontato da una sorta di cupola che, di fatto, è un tronco di cono.
Non si può pretendere che gli architetti moderni siano dei competenti di architettura sacra, ma che dire dei chierici moderni che, con chiese come queste, dimostrano di non conoscere i rudimenti del tempio cristiano?






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