Salvador BAHIA - Brasile, 22/1/2004
Ogni martedí c’è la benedizione nel Pelourinho
(posto turistico della città di Salvador, capitale dello Stato di
BAHIA - Brasile).
Alle 18,00 in punto comincia una messa nella chiesa della
Madona del Rosario dei Neri, che finisce due ore dopo, senza che nessuno
si dolga per la durata. Anzi, dopo il canto, dopo il ballo del ijexá
(ballo africano), dopo i suoni dei timbaus e degli atabaques
(strumenti simili ai tamburi e ai tamburini), dopo essersi immersi in vere
e proprie nuvole d’incenso ed essere stati letteralmente bagnati con l’acqua
benedetta, i fedeli escono sulla piazza antistante la chiesa in uno
stato quasi di trance.
È questo il momento in cui ci si bagna il corpo
interiormente, con la birra e e il cravinho
(infusione di cachaça ed erbe) e ci si getta, ànima e corpo,
nella farra (carnavale, balbordia …). Tale è infatti
il “bahiano” … questa sorta di nuovo rito nato nella Bahia.
Ad un certo momento della Messa, con la chiesa piena di
gente, fin oltre l’ingresso, sulle scale e sul sagrato, i fedeli si danno
la mano, rimanendo così per lungo tempo.
Impossibile non notare l’espressione estatica di un giovane
turista bianco: “Ero emozionato”, dirà.
Accanto all’ altare si trova un gruppo di cantanti e
di suonatori di strumenti a percussione.
La gente entra ballando il ijexá
e cantano lo iorubá.
Ci sono delle immagini dei santi neri, come Sant’Antonio
di Categerol e San Benedetto.
“La messa è cattolica, ma rispetta il 99%
dei fedeli che sono discendenti degli africani” , dice dom Josival
Lemes Barbos, 44 anni, da 4 cappelano della chiesa.
“Prima, così tanta gente c’era solo il primo
e l’ultimo martedí del mese. Adesso tutti i martedí è
così.”
Basta vedere le chiese vicine. Anche la Cattedrale. Vi
si celebrano delle Messe per mezza dozzina di persone.
“Occorre che la gente venga non per un dovere religioso,
ma per la fede, per la devozione, per entrare in contatto con il sacro”,
dice il prete.
La preghiera è sentita attentamente.
“Aggiorniamo il messaggio del Vangelo alla realtà
di oggi”.
Alla fine, grande distribuzione di pane.
Il canto del coro, accompagnato da alti suoni e percussioni,
si diffonde oltre i limiti della chiesa e della piazzetta.
Alcuni turisti si fermano per sentire. Altri arrivano
e sostano incuriositi.
“Un’abbraccio nero / un sorriso nero ci porta la
felicità / nera è la radice della libertà”.
Il canto richiama anche altra gente. Non c’è più
un solo posto nella chiesa.
Un’ausiliare (del prete), con vasi pieni d’acqua, accompagna
il prete fino al passeggio.
Tutti vogliano ricevere l’acqua sulla testa.
Da dicembre scorso, la messa di Sant’Antonio fà
parte del calendario ufficiale della città.
“Non è una messa per i turisti, ma se loro
vogliono pregare con noi...”, dice dom Josival.
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