NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA
Negata la santa Comunione ad una fedele che vuole riceverla
in ginocchio
Negata alla stessa la possibilità di fare da
madrina alla Cresima
Pubblichiamo il testo di una lettera che una fedele,
appartenete alla diocesi di Brindisi e che intende rimanere anonima,
ha inviata al suo Vescovo per segnalare il comportamento anticattolico
e privo della minima carità del suo parroco
OGNI COMMENTO È SUPERFLUO
A S. E. Reverendissima Mons.
e p. c. al mio parroco,
Oggetto: alcuni doverosi chiarimenti
Eccellenza,
perdoni il probabile fastidio che questa mia forse Le
causerà, ma, in coscienza (non lo dice forse il Concilio Vaticano
II che la coscienza ha il primato su tutto?!?), mi sento gravemente obbligata
ad informarLa di ciò che segue.
Una signorina, mia compaesana mi aveva scelta come madrina
di Cresima. La nonna di tale mia futura figlioccia, incontrandomi nel locale
ufficio postale, mi avvisa che il parroco, don Xy (cui per conoscenza invio
copia della presente) le ha fatto presente che non posso espletare l'ufficio
di madrina di Cresima perché, a suo dire, non sarei " Cristiana
Cattolica".
Dopo aver ricevuto tale notizia, ho avuto un colloquio
personale con il prete in questione che mi ha invitato, se voglio fare
questa cresima, a "convertirmi" ed ha smettere di frequentare i "miei Testimoni
di Geova".
Eccellenza, premesso che io sono di famiglia cattolica
da sempre, essendo nipote dell'indimenticabile Cardinale M., posso giurare
che NON ho frequentato in vita mia mai "testimoni di Geova" (e neppure
della "Sampdoria" e nemmeno di "Venezia", se è per questo). E non
finisce qua.
Pubblicamente sono stata redarguita circa la mia attitudine
in chiesa. Sono stata accusata di "fariseismo", di "formalismo" e di "ostentazione"
perché mi velo il capo in chiesa e mi è stato PUBBLICAMENTE
impedito di ricevere l'Ostia in ginocchio.
Eccellenza, sono ignorante in materia legale e, quindi,
non so se in tali comportamenti ci siano gli estremi per ipotizzare l'ingiuria,
e/o la violazione della privacy, e/o la discriminazione religiosa.
Comunque da questo punto di vista lo perdono e, pertanto
neppure mi interessa, se non vi sarò costretta, informarmi al riguardo.
La presente è finalizzata unicamente a dare e chiedere
spiegazioni sul mio comportamento e sul perché sono stata definita
in tali maniere.
Sono alcuni anni che, dopo un periodo di tiepidezza, ho
riscoperto, senza merito alcuno da parte mia, cosa vuol dire avere la Fede
cattolica e ringrazio Dio con tutta me stessa per aver ricevuto tale sublime
grazia.
Tale riscoperta mi ha portato, ripeto, senza vanto alcuno
da parte mia, a giungere alla consapevolezza che cade in un pregiudizio
idealistico colui che si dimentica che siamo fatti di anima e corpo e,
quindi, che i moti dell'animo debbono avere anche delle conseguenze esterne,
quali il modo di vestire, consono al contesto in cui si agisce.
In particolare, forse sbaglio, ma non lo dice San Paolo
che la donna deve stare a capo velato in Chiesa?
Mi creda, non vivo il velarmi il capo né come un'ostentazione,
né come un'umiliazione (circa il "fariseismo" ed il "formalismo",
poi, mi vien voglia di imitare un celebre politico che sbaglia i congiuntivi
e chiedere un bel "che ci azzecca"?!?).
È forse un'ostentazione, o, al contrario, un'umiliazione,
per il medico indossare il camice bianco o per il meccanico la tuta, o
per il veterano la divisa? O per i preti i paramenti della Santa
Messa?
Forse il paragone più calzante è proprio
con il prete.
Come il celebrante indossa i paramenti, così
il velo è il mio "paramento sacro".
Si tratta di scoperte e conclusioni, cui non posso attribuirmene
il merito.
Non è "farina del mio sacco".
Ripeto, è stata solo grazia gratuita di Dio, che
ho ricevuto, dopo aver scoperto l'immenso valore culturale e spirituale
della liturgia cattolica, così come è stata in uso per circa
15 secoli tramite gli insegnamenti di alcuni sacerdoti.
Forse questa è la pietra dello scandalo.
Si tratta dei preti dell'istituto fondato da Mons. Marcel
Lefebvre , la Fraternità Sacerdotale San Pio X (Nel prosieguo del
presente scritto la indicherò come FSSPX). È l'incontro con
loro e con la liturgia così come la ha sempre celebrata Padre Pio,
che ha trasformato la mia vita.
Tirando le somme, allora, non sarei (sono costretta ad
usare il condizionale, perché non mi è stato mai fatto un
discorso schietto) "Cristiana cattolica" per uno o più dei seguenti
motivi:
1) Perché osservo in chiesa il tipico atteggiamento
di tutte le cristiane fino a pochi anni fa;
2) perché apprezzo la liturgia antica (impropriamente
detta "di San Pio V" e/o "Tridentina"; esattamente la si dovrebbe chiamare
"apostolico-gregoriano-carolingia")
3) perché ho contatti con preti e fedeli della
FSSPX.
Circa il primo penso di aver adeguatamente risposto.
Circa il secondo, liturgia "Preconciliare", mi limito
a riportare alcune delle parole dette nell'omelia della S. Messa Tridentina,
celebrata il 24 maggio 2003 da S. Eminenza il Cardinale Darìo Castrillon
Hoyos: "Il rito cosiddetto di San Pio V non si può considerare come
estinto. L'antico rito romano conserva, quindi, nella Chiesa il suo diritto
di cittadinanza nella multiformità dei riti cattolici, sia latini
che orientali. Ciò che unisce la diversità di questi riti
è la stessa fede nel Mistero Eucaristico, la cui professione ha
sempre assicurato l'unità della Chiesa, santa, cattolica ed apostolica".
Circa il terzo punto, debbo dire che è vero che
Mons. Marcel Lefebvre è morto apparentemente "scomunicato", e non
mi voglio impelagare nel dibattito, cui non sono all'altezza, ma che esiste,
circa la validità in sé di tale "scomunica", ma una serie
di fatti pratici (e, si sa, contro i fatti non ci sono argomenti, dicevano
i Padri Latini), lasciano pensare che a tale "scomunica" i primi a non
crederci stiano in Vaticano.
Potrei citare mille di tali fatti, ma mi limito a ricordare
i seguenti:
1) Al funerale di Mons. Lefebvre. tutti i preti
presenti, compresi il nunzio apostolico ed il segretario del cardinale
Thiondum, hanno benedetto la salma. Sono cose che non si fanno ad uno scomunicato.
2) In data 3 maggio 1994, il cardinale Cassidy, del Consilio
Per L'Unità dei Cristiani risponde ad una lettera di un fedele che
chiedeva cosa il suo dicastero stesse facendo per i contatti con la FSSPX:
"Voglio far notare che il Dicastero sull'Ecumenismo non si interessa della
FSSPX. Si tratta di un problema interno alla Chiesa cattolica. Tale Società
non è un’altra Chiesa o una Comunità ecclesiale, nel
senso normalmente inteso da questo dicastero (..)" (ovviamente le maiuscole
sono mie).
3) Il 14 aprile 2000 moriva Mons.Salvador Lazo, vescovo
emerito di San Fernand nelle Filippine. Nel 1995 era tornato alla Santa
Messa di San Pio V e si era trasferito nel Priorato della FSSPX "Nostra
Signora delle Vittorie" (un nome che è un programma). Aveva reso
pubblica la sua scelta scrivendo una lettera aperta alle Autorita' (Papa,
Card. Ratzinger, Card.Sin, etc.). L'Osservatore Romano ha dato notizia
della sua morte, senza fare alcun cenno ad eventuali censure, che, in effetti,
non ha avuto. Ha perfino dato il nome della "Casa religiosa" dove viveva;
4) I seimila ed oltre, tra fedeli, preti e monaci, con
alla testa i quattro vescovi "scomunicati" che varcarono la Porta Santa
nell'agosto dell'Anno Santo 2000, con il permesso Vaticano, sotto gli occhi
del mondo intero (se vuole Le posso fornire la Cassetta VHS che riporta
tale evento).
Infine, in data 18 gennaio 2003, Mons. Camille Perl, segretario
della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei" ha dato a delle precise domande,
le seguenti risposte:
a)
Domanda "Si può assolvere il Precetto festivo
assistendo ad una Messa della FSSPX"?
Risposta "Sì! Si può assolvere il precetto
festivo assistendo ad una Messa celebrata da un sacerdote della FSSPX";
b)
Domanda "Assistere ad una Messa della FSSPX costituisce
peccato"?
Risposta " Distinguo: se l'intenzione primaria di tale
assistenza fosse di manifestare l'intenzione di ribellarsi al Papa, costituisce
peccato. Se l'intenzione è semplicemente di partecipare ad un liturgia
secondo il Messale del 1962, non costituisce peccato".
Con tali presupposti, davvero sono da considerare
"formalista" e/o "farisea" (cosa ne possono pensare i "Fratelli maggiori"
di tale uso, non certo elogiativo di detto termine?!?) e/o "non cattolica"?
Giudichi Lei
Devotamente e Cordialmente
Baciando il Sacro Anello e, (mai mettere limiti alla
Provvidenza), nell'attesa di baciare la Sacra Pantofola
G. de S. in M.
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