I NUOVI PRETI DELLA NUOVA
CHIESA
Laici e chierici sedicenti cattolici
che non credono più alla Bibbia
"Col permesso delli Superiori"?
Riportiamo, qui di seguito, due esempii eloquenti
dello stato della pratica della Fede oggi,
a quarant'anni dal Concilio.
L'esempio di don Luciano Scaccaglia di Parma
L'esempio del sig. Enrico Peyretti di Torino
Il primo esempio è quello del parroco dell chiesa
di S. Cristina a Parma, don Luciamo Scaccaglia.
Di questa parrocchia ci eravamo già interessati
per far notare l'addobbo tutto irreligioso della chiesa (http://www.unavox.it/NovitaOttobre2003_3.htm)
L'intervista che segue è stata pubblicata su:
http://www.dilloadalice.it/articolo.aspx?Articolo=32a7scaccaglia.xml
Don Scaccaglia, la Bibbia ha sempre ragione?
Ad una lettura superficiale certe pagine della Bibbia,
come dei libri sacri di altre religioni, appaiono sconcertanti e scandalizzanti.
La Bibbia scandalizza?
Gli errori, gli orrori, le contraddizioni presenti nella
Bibbia lungo la storia hanno creato problemi e suscitato spesso reazioni
negative.
Ad esempio?
“Colui che colpisce un uomo causandone la morte, sarà
messo a morte” (Es 21,12), oppure “beato chi afferra i tuoi piccoli/ E
li sbatterà contro la pietra” (Sal 137 (136), 7-9). Anche in passato
filosofi e pensatori si affannarono a dimostrare gli errori presenti nel
Libro Sacro, come lo scrittore romano Celso. Il fatto è che la Bibbia
si contraddice e contiene degli errori. Per comodità, e senza la
pretesa d'essere esaustivi, le affermazioni bibliche che possono creare
qualche difficoltà si possono suddividere in quattro gruppi: le
contraddizioni interne alla Bibbia, gli errori nel campo delle scienze
naturali, gli errori storici e gli errori morali.
Eppure durante la Messa, dopo le letture, si proclama
Parola di Dio, e Parola del Signore. Quindi, la Bibbia, Parola di Dio,
non può esprimere che verità.
Ma se Dio è l'autore del testo sacro, come vi
possono essere in esso degli errori?
La verità di fede in passato era chiamata con
il termine “inerranza”, ovvero senza errori. Oggi, a livello teologico,
la tesi della inerranza è dibattuta e contestata soprattutto a fronte
dei nuovi metodi interpretativi dei Libri Sacri. Il Dizionario Teologico
Enciclopedico afferma che “è derivato un concetto più ampio
di veritò che trova il suo fondamento nella globalità della
Parola di Dio; e una comprensione più profonda della natura stessa
del testo sacro”. A questi elementi si deve aggiungere un rinnovato modo
di rapportarsi della teologia e delle scienze bibliche nei confronti altre
scienze.
Sì, però la Sacra Scrittura è
ispirata direttamente da Dio...
Per ribadire che la Bibbia contiene solo verità
si cita spesso il passo: “tutta la scrittura è ispirata da Dio e
utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché
l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2Tm 3,
16-17). La dottrina dell'ispirazione è sempre stata espressa con
la categoria della dettatura del Libro Sacro da parte dello Spirito Santo
di Dio.
Dettatura? come?
Si spiega in tre modi o possibilità: l'autore
sacro è lo strumento per mezzo del quale Dio parla, oppure è
una persona alla quale Dio detta o ancora è un messaggero al quale
Dio detta. La possibilità della “dettatura” fu quella predominante
che ha dato origine al concetto di “ispirazione verbale plenaria”. Già
nel secolo XVI si parlava della Bibbia come opera scritta sotto la dettatura
dello Spirito Santo. “Ogni cosa, grande o piccola, è stata composta
sotto la dettatura dello Spirito Santo” (Spiritu Sancto dictante
esse edita) (De locis theologicis 2.17). Le conseguenze pratiche di questa
interpretazioni sono rilevanti ed in estrema sintesi sono cinque: Ogni
Sacra Scrittura è Parola di Dio, Poiché Dio non mente, ogni
parola della Scrittura deve essere vera, La verità della Bibbia
non si discute, L'unità delle Bibbia esclude contraddizioni reali
tra i testi biblici ed infine Per alcuni protestanti conservatori, la Bibbia
non si limita a contenere la rivelazione di Dio, ma è in se stessa
la Rivelazione.
Lei critica questa impostazione?
Certo. Questa tesi è ingenua e semplicistica.
Infatti, ad essa si deve obiettare che Dio non comunica con gli agiografi
solo in modo verbale, ma anche attraverso i fatti, gesti ed eventi (ad
esempio attraverso il roveto ardente); nella Bibbia, che è storia
di salvezza, non solo le parole ma anche gli eventi sono fonte di primaria
comunicazione tra Dio e il popolo.
Inoltre alcuni autori ricorsero alle normali procedure
umane circa lo scrivere, alle tecniche informative del tempo. Insomma,
non si può affermare che lo Spirito di Dio abbia dettato le Sacre
Scritture parola per parola e la dottrina della “ispirazione verbale plenaria”
è oggi abbandonata completamente.
AC
Il commento di un lettore
Sulle intemperanze di questo nuovo prete della nuova
chiesa è intervenuto un lettore di questo stesso servizio, un fedele
cattolico della diocesi di Parma, spiegando perfettamente quali sono le
vere preoccupazioni di questi nuovi preti della nuova chiesa
Cara
Alice,
ti scrivo per esprimere alcuni pensieri che penso siano
balenati nella mente di molti parmigiani in questi giorni.
Tutti sanno dell'"occupazione" della chiesa di S. Cristina,
da parte di un gruppo di immigrati, realizzatasi con l'avallo del parroco
don Scaccaglia.
Che don Luciano sia un sacerdote sui generis tutti ce
ne siamo accorti in questi mesi. Partendo da discutibili prese di posizione
palesemente politiche ha impostato la sua pastorale in maniera certo originale.
Nel presbiterio della chiesa sono transitati non già esimi biblisti,
ma personaggi da avanspettacolo, preti sul bilico della scomunica ed esponenti
di grido della sinistra militante.
A don Luciano non piace stare troppo nell'ombra, così
ci ha abituato alla sua presenza frequente nei media, anche scandalistici,
per predicarci la pace delle bandiere arcobaleno, (… )
Per ricordarci che il centro della fede cattolica non
è il crocifisso o l'Eucaristia, ma la "pace", esibisce dentro e
fuori il tempio che custodisce uno stock di bandiere arcobaleno, dall'altare
all'intera facciata.
Il Gesù che ci propone è un Cristo rivoluzionario
che assomiglia tanto a Che Guevara e così poco a quello di Mel Gibson.
Così rimanere indifferenti su don Luciano
è davvero un affare arduo. (…)
(…)
Quello che mi colpisce è che tutti discutono partendo
dalle scelte pastorali che don Luciano percorre, non collegando le stesse
al loro fulcro, la loro fonte prima, cioè le opzioni dottrinali,
dogmatiche, che animano il suo ministero.
Il contenuto della fede cattolica non è una scatola
che ogni battezzato può riempire di contenuti a propria scelta,
ma un dono che ci è dato da Dio attraverso la Chiesa, la quale nei
secoli l'ha gelosamente custodito nella Tradizione apostolica e coltivato
continuamente per conoscerlo sempre meglio attraverso il Magistero, essendo
la stessa Chiesa Madre e Maestra.
E la Liturgia è custode della fede stessa. Come
hanno potuto conservare la fede generazioni di Orientali durante le persecuzioni
comuniste del XX secolo se non attraverso la liturgia?
Si può essere genericamente cristiani, cioè
credere in Cristo come proprio Salvatore. Si può essere cattolici,
cioè credere in Cristo, Figlio di Dio, come membra della Chiesa
fondata da Gesù sul fondamento degli Apostoli, il sangue dei martiri,
la gloria dei santi, nella Tradizione patristica che, interpretando rettamente
i testi sacri, ci conserva nell'unità grazie alla roccia che è
Pietro.
E' la fede che possiamo leggere nel Catechismo della
Chiesa Cattolica. Sembra di dire cose ovvie, ma alla luce degli insegnamenti
e dei gesti di don Luciano non è così. La sua "catechesi"
non è "trasmettere un dono", ma "contestare un dono", a partire
dalla stessa liturgia, facendosi un baffo dell'ultima Istruzione "Redemptionis
Sacramentum" della Congregazione per il Culto Divino.
Quello che mi colpisce è il silenzio della Chiesa
di Parma. Un silenzio assordante.
Qualcuno dirà ai fedeli se S. Cristina è
un feudo di catto-comunisti autoreferenziale o un'espressione genuina della
Chiesa di Dio che è in Parma?
Quando Mons. Ranieri ha detto a TvParma che don Luciano
parlava a titolo personale e non della Diocesi cosa intendeva?
Stiamo dimenticando che il parroco rappresenta formalmente
il vescovo nella parrocchia?
Parlare può costare coraggio, ma penso che il silenzio
ferisca ancora di più chi ha a cuore il bene della comunità.
Soprattutto per chi è cattolico come me. E non può chiudersi
gli occhi di fronte al vulnus che don Scaccaglia ha aperto tradendo il
suo ministero.
Con stima,
Simone Bruni
Il secondo esempio è quello del sig. Enrico
Peyretti, un eccentrico personaggio torinese, ben conosciuto in Curia,
che da più di 30 anni pubblica con altri suoi amici più sinistri
che cattolici un foglio d'informazione parareligiosa: Il Foglio,
appunto (http://www.ilfoglio.org)
Riportiamo il testo solo per le parti più indicative, chi
vuole potrà leggere il testo completo sul sito segnalato
(Il foglio, n° 297, dicembre 2002)
Basta con la violenza biblica
Un bel giorno, nella quotidiana lettura della Bibbia,
arrivai ad un punto di esasperazione. Stavo leggendo i Giudici. Chiusi
la Bibbia e scrissi di getto ad alcuni amici, che so sensibili ai problemi
spirituali, per dire che più leggo i libri della conquista, delle
guerre (e per grazia di Dio andò perduto un libro delle "guerre
di Dio"!), delle lotte di palazzo, e più li detesto, li rifiuto,
non vi trovo nessuna parola di Dio. Conosco le risposte apologetiche, le
spiegazioni ragionevolissime, e non mi bastano più.
Non c’è bisogno della Bibbia per sapere di queste
brutte cose. Ma il peggio è che la Bibbia mi presenta questi orrori
non come fatti umani, ma come azioni di Dio nel suo popolo, e questo mi
fa male.
Se leggerò ancora molto quei libri ? scrivevo ?
finirò per disprezzare l’ebraismo che li ha prodotti e trasmessi,
e questo non lo voglio. Farò una selezione, non importa se ciò
è lecito e corretto oppure no. (…)
(…)
Pregherò, come ho sempre fatto dalla prima giovinezza,
i salmi. Ma alcuni salmi sono violenti, altri sono un "Te Deum per la vittoria",
e dunque non sono preghiera ma bestemmia, come mostrò bene non un
papa, non un vescovo, non un monaco, non un teologo, ma Kant, pio filosofo,
in una nota magistrale del suo Per la pace perpetua. (…)
(…)
Mi si dirà che anche nei vangeli ci sono immagini
dure e annunci di inferno. Infatti, io non credo nell’inferno. O c’è
Dio o c’è l’inferno. (…) Dio infatti è colui che dall’inferno
ci trae fuori ? lungi dal mandarci qualcuno ? e vuole cambiare questo mondo
cambiandoci il cuore e lo sguardo.
(…)
Sono ormai convinto che (come ho scritto più d’una
volta) l’etica dell’unità umana, cioè del valore inviolabile
dell’umanità riconosciuta e venerata in ogni altro essere umano,
giudica tutte le culture, le filosofie, le religioni, le politiche, le
economie.
(…)
Non le religioni dettano un’etica, ma l’etica originaria
(anche se tardivamente compresa) della pace giudica tutte le nostre religioni,
tanto ciò che fanno oggi, quanto ciò che hanno fatto ieri,
e giudica il modo in cui raccontano la loro storia. Se fanno vanto di ciò
di cui devono pentirsi, esse sono condannate.
(…)
Enrico Peyretti
Breve nota
Quest'altro esempio di liberissimo esame della Sacra Scrittura
dà a sufficienza l'idea di che cosa sia accaduto in questi quarant'anni
di post Concilio. Nemmeno quel poveraccio di Lutero si era spinto fino
a tanto, e invece oggi tra i cattolici va tanto di moda fare le pulci alla
Bibbia.
Questo personaggio, che entra ed esce dalla Curia di Torino
da una vita, è il tipico esempio di come il Concilio, lo spirito
del Concilio, la successiva pastorale conciliare, abbiano prodotto in molti
fedeli la credenza in una religione diversa dalla cattolica; e ciò
nonostante costoro vengono ancora annoverati tra i fedeli cattolici.
Certo, non siamo più ai tempi della Santa Inquisizione,
sfortunatamente, ma oggi davvero si esagera, perché l'Autorità
della Chiesa non si permette neanche più di sconfessare pubblicamente
qualcuno che è palesemente in errore e che, cosa ancora più
grave, induce in errore tanti altri fedeli.
Guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo
(Matteo, 18, 7) … sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al
collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare
(Matteo, 18, 6)
Ma questa semplicissima e lapidaria affermazione del Signore
Gesù non conta più niente per i nuovi preti della nuova chiesa.
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I
frutti del Concilio
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