NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA

Pubblichiamo il testo di un articolo-intervista apparso sul quotidiano 
Il Tirreno del 24 ottobre 2003, 

ove un prete (!?) fa l'apologia delle sue distorte fantasie convinto di parlare della Religione Cattolica.

"Col permesso delli Superiori"?



Firenze
«La Chiesa toscana? Penso che dovrebbe osare di più».
Lo sostiene don Alessandro Santoro, 38 anni, livornese, parroco delle Piagge, uno dei quartieri più difficili di Firenze, dove la messa viene celebrata in un centro sociale del quartiere.

Che cosa è cambiato a Firenze con l'avvento di Antonelli al posto di Piovanelli?
«Piovanelli faceva parte della Chiesa fiorentina e quindi la conosceva molto bene. Antonelli invece viene dal mondo curiale e deve fare più fatica a capire la complessa realtà della diocesi. Non dimentico poi che Piovanelli, appena nominato arcivescovo di Firenze, fece il grande gesto di recarsi sulla tomba di don Milani, fino ad allora figura molto scomoda per il mondo cattolico».

Antonelli è mai venuto a trovare la sua comunità?
«Due volte. Mi pare che nel complesso sia rimasto contento dell'esperienza che facciamo. Anche se non ha nascosto la sua preoccupazione per come viviamo la liturgia e per l'applicazione di certe norme di morale familiare. Qui, ad esempio, io la comunione la dò anche ai divorziati e in genere a chi ha una situazione irregolare, cioè la stragrande maggioranza delle famiglie. Antonelli sul piano delle norme morali è molto fermo, rigido ma io ho raggiunto la convinzione, per fedeltà a quegli uomini che sono i miei compagni di strada, di dover fare obiezione di coscienza».

Piovanelli permetteva questi «strappi» alle norme morali?
«Tra noi c'era un'intesa molto intelligente, che andava al di là dei rispettivi ruoli».

Cosa pensa in generale della Chiesa toscana?
«Ci sono aperture importanti, però penso che potrebbe osare di più. Per esempio le questioni sociali non dovrebbero essere secondarie ma assunte come primarie perché la fedeltà al Vangelo si misura con l'impegno per la giustizia e l'eguaglianza sociale».

Preti come lei danno l'impressione di essere sopportati dalle gerarchie ecclesiastiche.
«Sì questo è vero. Una sopportazione che da parte dei vescovi a volte tradisce paura, insicurezza.

Dove sbaglia la Chiesa?
«Nell'essere troppo ecclesiocentrica. Tutto deve ruotare attorno a lei quando invece spetta alla Chiesa ruotare attorno all'uomo».

La Chiesa non rischia di ritrovarsi con pochi fedeli?
«Il rischio esiste, anche se il successo della Chiesa non dipende dai numeri. Oggi si avverte nella gente un forte bisogno di spiritualità, di profondità, al quale una Chiesa atrofizzata rischia di non sapere dare risposte».
 




Breve nota:
Sia chiaro che non è nostra intenzione fare dello scandalismo a tutti i costi. 
Sappiamo bene che, grazie a Dio, ci sono anche tanti sacerdoti che vivono seriamente il loro stato e che non hanno niente a che vedere con questi nuovi preti partoriti dal postconcilio.
Tuttavia, non possiamo far finta che casi come questo siano delle rare eccezioni, da affidare alla misericordia di Dio e nei confronti dei quali la Chiesa pratica quello spirito di pazienza e di tolleranza che le è proprio.
Pur non trattandosi della maggioranza, i casi come questo sono tantissimi, pur differenziantesi per mille sfumature, e interessano preti e vescovi, e fanno opinione, a volte scuola.
Quello che è terribile, prima ancora che scandaloso, è che questi casi dimostrano che nella Chiesa vi è una vasta schiera di ordinati che praticano e predicano una religione che non è più la Religione Cattolica.
Non è vero che si tratta di opinioni di singole persone (cosa già grave di per sè, trattandosi di preti), si tratta di gente che è stata educata nei seminari, che è stata "ordinata" (viene da dire: "disordinata"), che viene mandata a predicare il Vangelo di Cristo ben sapendo che invece predicherà il vangelo dell'Anticristo.
E anche a voler ammettere che siano stati ordinati e comandati per errore, come giustificare che vengano mantenuti ai loro posti, con grande pericolo per le ànime dei fedeli, se non pensando che chi lì li mantiene ne condivida, in tutto o in parte, la condotta, il pensiero e la mala-predicazione?
 



Ritorna a Sommario I frutti del Concilio
Ritorna a Documenti