NUOVI PRETI DELLA
NUOVA CHIESA
ARGENTINA
III Encuentro Fraterno della
Comunión Renovada de Evangélicos
y Católicos
en el Espíritu
(CRECES)
Sotto il patrocinio del primate argentino
il card. Jorge Mario Bergoglio, Arcivescovo di
Buenos
Aires,
che si “sottopone” volentieri agli eretici con
il
gesto incredibile
di inginocchiarsi e di farsi “benedire”.
Per introdurre questa clamorosa
vicenda
(anch'essa segnalataci da un amico del
posto, che ringraziamo
di cuore)
sarà bene riportare l'informativa
in lingua
italiana
dell'Agenzia Zenit del 22 giugno scorso (http://zenit.org/italian/)
BUENOS AIRES, giovedì, 22 giugno
2006 (ZENIT.org).-
Sono stati circa 7.000 i cattolici e gli evangelici che si sono riuniti
questo lunedì nello stadio Luna Park di Buenos Aires per pregare
per l’unità dei cristiani in occasione del III Incontro Fraterno
della Comunione Rinnovata di Evangelici e Cattolici nello Spirito
(CRECES).
All’incontro, al quale hanno
partecipato, tra gli altri,
padre Raniero Cantalamessa, OFM, predicatore della Casa
Pontificia, il pastore Giovanni Traettino, Vescovo della Chiesa
Evangelica
della Riconciliazione in Italia, e Matteo Calisi, Presidente
della
Fraternità Cattolica di Associazioni e Comunità
Carismatiche
di Alleanza, ha dato il suo sostegno il Cardinale Jorge Mario
Bergoglio,
Arcivescovo di Buenos Aires e primate d’Argentina.
Secondo quanto reso noto da un
comunicato ricevuto da
ZENIT, “tutta la giornata è stata una testimonianza di
unità”.
“Una ventina di pastori, laici e sacerdoti,
musicisti
e oratori ha condiviso il palco per invitare la gente a pregare e a
cantare
per Gesù. Nella moltitudine non c’erano divisioni tra cattolici
ed evangelici. Tutti si sono seduti insieme ed hanno condiviso come
fratelli
le lodi e le prediche”.
Il primo incontro di questo tipo si
è svolto nel
2004. “La cosa nuova che il Signore stava facendo era in realtà
la cosa vecchia”, ha detto il pastore Norberto Saracco nel
presentare
la CRECES e ricordare il desiderio di Dio di raggiungere l’unità
di tutti i suoi figli.
Nel suo intervento, Matteo Calisi ha
ricordato
il suo ingresso nel Movimento del Rinnovamento Carismatico, quando i
carismatici
erano soliti riunirsi alla Pontificia Università Gregoriana. In
seguito il pastore Traettino lo invitò ad una riunione nella sua
chiesa, alla quale assistette come unico cattolico. Iniziò
allora
il rapporto tra la Comunità di Gesù di Bari e la Chiesa
evangelica
di Traettino, che “è andato crescendo e ha trasformato in
realtà
l’incontro tra le due Chiese in ogni parte del mondo”.
La chiave dell’unità, ha
sottolineato padre
Raniero Cantalamessa, è l’amore: “Il nostro contributo
all’unità
è l’amore reciproco”, ha spiegato. Se alcuni vogliono
costruire
l’unità a partire della verità di fede, “noi vogliamo
farlo
partendo dal cuore”.
“L’unità che cerchiamo esiste
già perché
è stata conquistata da Cristo e si rende operante nella Chiesa
attraverso
lo Spirito Santo”, ha aggiunto. “Lo Spirito precede, l’istituzione non
può far altro che seguirlo”.
Il predicatore vaticano ha segnalato che
“c’è
ancora molto da fare”, e che “da sola la via dell’ecumenismo ufficiale
e teologico non raggiungerebbe mai l’unità dei cristiani. E’
necessario sostenere l’ecumenismo dottrinale con quello spirituale.
E visto che entrambi procedono dallo stesso Spirito, non può
esserci
conflitto”.
Giovanni Traettino ha quindi
sottolineato che “il
Battesimo dello Spirito Santo non può essere un’esperienza
individuale,
ma comunitaria. La Pentecoste è uno spirito di frontiera che
avvicina
e unisce cattolici ed evangelici. La croce è il principio della
nostra riconciliazione”.
“L’unità non è una scelta
perché
Dio è unità”, ha esclamato, avvertendo che “ci saranno
molte
resistenza ma Dio vincerà”.
Il Cardinal Bergoglio, dopo aver
ricevuto in ginocchio
l’imposizione delle mani dei pastori, sacerdoti e laici che hanno
animato
l’incontro, ha pronunciato un intervento sul
tema
“Abbraccio, piaga e vento”.
“Che il Padre ci chiuda la bocca con
l’abbraccio e ci
unisca sempre più”, ha auspicato. “Sì, sono peccatore,
vedo
la piaga con cui Cristo ci ha salvato”; “appropriamoci della piaga di
Cristo”.
Quanto al vento (dello Spirito Santo), ha osservato che è lui
che
“ci stringe nell’unità” e “ci unisce come chiese riconciliate
nella
diversità”.
Al termine della giornata, il
pastore Carlos Mraida
ha letto la dichiarazione congiunta del Terzo Incontro di
Evangelici
e Cattolici, sul tema
“Testimonianza e Impegno”.
“Siamo venuti a celebrare l’amore di Dio
Padre, che ci
ha resi suoi figli, ricreando la nostra vita e dandole senso e
proposito”,
si legge.
“Siamo venuti a celebrare la grazia di
nostro Signore
Gesù Cristo, che ci ha fatti nuove creature”; “siamo venuti a
celebrare
la presenza nella nostra vita dello Spirito Santo, che ci aiuta, ci
consola
e ci rafforza”.
“Siamo venuti a celebrare che c’è
una sola
Chiesa, formata da tutti coloro che confessano che Gesù è
il Signore e sono stati battezzati. Facendolo non possiamo fare a meno
di dichiarare con dolore e pentimento che le nostre divisioni hanno
impedito
di mostrare adeguatamente al mondo il proposito di Dio di conformare
un’umanità
diversa ma unita”, ha aggiunto.
“Siamo venuti a celebrare la gloria di Dio
Padre, Figlio
e Spirito Santo, conclude la dichiarazione. Dichiariamo che la sua
gloria
è presente e riempirà tutta la terra. Ci impegniamo a far
sì che questa gloria si manifesti in modo più abbondante
nella nostra Nazione. A Lui la gloria per sempre. Amen”.
|

Una veduta del palco.
Sul cartello si può notare quella strana croce con una testa,
che evoca una sorta di umanizzazione della Croce di Cristo.
A
proposito di questa abusata
frase: “que totos sean uno para que el mundo crea” (che
tutti siano uno perché il mondo creda - motto di questo
raduno),
riportiamo di fianco il testo del Vangelo di San Giovanni, da dove si
comprende
chiaramente che l'elemento principale di questa parte della preghiera
del
Signore non è tanto l'unità indiscriminata, quanto
piuttosto
l'unità di coloro che crederanno in Lui per la parola dei
suoi discepoli (l'abbiamo sottolineato nel testo).
Questo è l'elemento pregiudiziale
che regge il
seguito della preghiera da cui viene sempre estrapolata quella sola
frase.
L'Ut unum sint è
chiaramente riferito
a coloro che hanno creduto nel Signore per il tramite della Tradizione
Apostolica.
Tutti coloro che dicono “Signore, Signore
!”, al di fuori
della Tradizione Apostolica non hanno alcun titolo per appellarsi a
questa
preghiera di Gesù.
E nemmeno i cardinali e i papi possono
cambiare questa
realtà. |
Essi
non sono del
mondo, come io non sono del mondo.
Consacrali nella verità.
La tua parola è verità.
Come tu mi hai mandato nel mondo,
anch'io li ho
mandati nel mondo;
per loro io consacro me stesso,
perché siano
anch'essi consacrati nella verità.
Non prego solo per questi, ma
anche per quelli
che per la loro parola crederanno in me;
perché tutti siano una sola
cosa.
Come tu, Padre, sei in me e io in
te, siano anch'essi
in noi una cosa sola,
perché il mondo creda che tu
mi hai mandato.
(Gv, 17, 16-21)
|
Quali sono gli scopi di queste assemblee
ecumeniche nella
quali si ritrovano le persone più strane ?
Ce lo dicono le parole della “dichiarazione
congiunta”
finale:
“Siamo venuti a celebrare che c’è una
sola
Chiesa, formata da tutti coloro che confessano che Gesù è
il Signore e sono stati battezzati”.
Una sola Chiesa ! ? ! (Una Chiesa ideale,
immaginaria,
ipotetica ?)
Composta da tutti coloro che confessano che
Gesù
è il Signore ! ? ! (Cioè chiunque !)
Ma siamo davvero al cospetto di una realtà
fantasiosa
e irreale !
Questo mondo è davvero impazzito !
Ma, di grazia, siamo davvero ridotti
così male,
noi cattolici, da doverci adunare con chiunque dica di professare che
Gesù
è il Signore ?
Abbiamo davvero dimenticato l'ammonimento del
Signore
stesso:
Non chiunque mi dice: Signore, Signore,
entrerà
nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio
che
è nei cieli (Mt. 7, 21) ?
Ma la cosa più grave è
costituita dal
fatto che
il mallevadore della riunione di questa
combriccola
di amici
è niente di meno che il cardinale Jorge
Mario
Bergoglio.
Sì, proprio lui, quello che diversi
cardinali
volevano diventasse papa al posto dell'attuale Benedetto XVI.
In uno dei giornali locali, La
Nacion del
20 giugno, la notizia è stata riportata in breve, ma con un
certo incosciente compiacimento e corredata da tanto di foto. Tra
l'altro
si leggeva:
«Il momento più
emozionante è
stato quando i presenti hanno accolto calorosamente il cardinale Jorge
Bergoglio, il quale ha rivolto un breve saluto e, come è suo
costume,
ha chiesto di pregare per lui. I pastori lo hanno preso in parola.
Il cardinale si è inginocchiato e
tutti i presenti
hanno chiesto per lui - che è “una delle voci profetiche della
nazione”
- abbondante sapienza».
Di fronte a constatazioni come queste,
dobbiamo
ringraziare l'intervento dello Spirito Santo
che non ha permesso che costui diventasse il
capo
visibile della Chiesa Cattolica.
Guardate in che stato si può ridurre un
cardinale
di Santa Romana Chiesa:

prono, con la mano destra sul petto (!?), la
testa china
verso la platea (cioè la massa indistinta dei presenti),
mentre un'accolita di miscredenti di ogni risma
stende
la mano destra sul suo capo.
Tra questi quel buontempone di padre Raniero
Cantalamessa,
il quale farebbe bene a limitarsi
a dar seguito a quello che gli suggerisce il suo
stesso
cognome, senza strafare più di tanto;
così da evitare di dire strafalcioni come
in questa
occasione:
“l'unità a partire dal cuore e a
prescindere
dalla verità di fede”.
«Suvvia, padre Raniero, confessi che
nemmeno
Lei crede davvero ad una incongruenza e ad una contraddizione come
questa.
Confessi che ha voluto fare solo una battuta ad effetto, ad uso e
consumo
di coloro che lo ascoltavano e che Lei sa bene come si accontentino
facilmente
di parole vuote».
Ovviamente, visto che è stato nominato
“predicatore
della Casa Pontificia” da Giovanni Paolo II
e visto come si comporta sotto i suoi occhi lo
stesso
cardinale primate dell'Argentina,
padre Raniero, poverino, dev'essere davvero
scusato.
Una cosa del genere ci sembra davvero di
una gravità
inaudita.
Come è possibile che i fedeli cattolici
dell'Argentina,
e anche i fedeli cattolici del mondo intero, possano prendere sul serio
“pastori” come questi ?
Se un cardinale di Santa Romana Chiesa si
inginocchia
davanti a dei miscredenti e si lascia benedire da costoro (non si
capisce
bene di che sorta di benedizione !), che senso ha l'esistenza stessa
della Chiesa ?
E se per ipotesi assurda una cosa del genere
avesse
una sia pur minima giustificazione, a che servirebbe allora far parte
della
Chiesa Cattolica ?
A che servirebbe la sua stessa esistenza ?
A che servirebbero tutti i discorsi del Papa
?
A che servirebbe tutto il Magistero della
Chiesa,
compreso quello sindacabilissimo del Vaticano II ?
Che il Signore salvi la Chiesa dalle
conseguenze delle
colpe degli uomini della Chiesa.
giugno 2006
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I
frutti del Concilio
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