NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA
 
 

CATTOLICI GAY IN CORTEO

Esempi di omosessuali alla conquista della Chiesa

con la colpevole complicità degli uomini di chiesa
 

Oggi che si parla tanto di usi e costumi delle “genti omosessuali”
e che sembra di vedere tanti preti, di bel nuovo, schierati contro certe pretese,
è forse utile ricordare che, tra i tanti “frutti del concilio”,
vi sono da annoverare 
le condiscendenze, le connivenze e le colpevoli complicità di tanti preti
a tutti livelli: dai diaconi ai cardinali.

Le foto seguenti provengono in prevalenza dal mondo anglosassone,
ma non si deve sottovalutare il fatto che è proprio da lì che le porcherie si diffondono poi nel mondo intero, come la peste. Ieri la musica satanica e il divorzio, oggi l'omosessualità e la pornografia, domani la pedofilia e la zoofilia.
Non vogliamo fare i profeti di sventura,
ma chi può dire a cuor leggero che davvero
noi cattolici italiani sapremo resistere alle moderne suggestioni del Demonio ?
Ci si ricordi della “Primogenita Figlia della Chiesa” (la Francia) e della “cattolicissima Spagna”.


San Francisco: un corteo di omosessuali a cui partecipa un'intera parrocchia in maniera del tutto ufficiale e con tanto di striscione.
Si noti la blasfemia: Il Santissimo Redentore (Most Holy Redeemer) confuso colpevolmente con il vizio pubblico

Londra, “gay pride” (orgoglio omosessuale ?!) 2004. I cattolici sfilano nello stesso corteo in cui si ostentano le solite porcherie, da parte loro ostentano un bello striscione, col quale stracciano ogni minimo residuo di insegnamento cristiano. 
Col beneplacito dei preti e dei vescovi

New York “gay pride” (orgoglio omosessuale ?!) 1985.
I cattolici sfilano anche loro “con orgoglio”, questa volta addirittura in compagnia dei preti (vedi a fianco).

New York “gay pride” (orgoglio omosessuale ?!) 1985.
I preti si compiacciono di sfilare a fianco dello striscione di “Dignity”: una organizzazione omosessuale.
È incredibile come costoro (che pare siano degli omosessuali dichiarati), questa volta si siano ricordati di “mettersi in divisa”.
È proprio vero che fanno di tutto per arrecare danno alla Chiesa.

Minneapolis (USA) “gay pride” (orgoglio omosessuale ?!) 2004.
Con questo carro la parrocchia Santa Giovanna d'Arco ha partecipato alla sfilata. In cima al carro, a destra in alto, si può notare il simbolo (in americano “logo”) della parrocchia.
Riprodotto ingrandito qui a fianco.
In questa specie di parrocchia si sostengono i gay, le unioni gay e le adozioni gay.
Alla faccia della parrocchia cattolica !


 

Come si può vedere, la croce è un accessorio, anzi una scusa, poiché il centro grafico di questo simbolo è costituito dai quattro colori che si intersecano: i neri, i bianchi, i rossi, i gialli.
La demagogia è tale da rivelare la cecità intellettuale di questi nuovi preti: ma non sanno costoro che la Chiesa è Cattolica e che quindi abbraccia il mondo intero e tutte le razze ?
C'è da sospettare che costoro, in fondo, con simili ostentazioni, cercano di farsi perdonare il latente e irrisolto razzismo.

Seattle (USA) “gay pride” (orgoglio omosessuale ?!) 2002.
Qui il gruppo cattolico locale si presenta, come in tanti altri paesi americani, con la manifesta intenzione di coinvolgere nell'accettazione (e magari nella pratica) dell'omosessualità tutta la parentela e tutte le amicizie degli omosessuali e delle lesbiche. Chi oserebbe affermare che non si tratti della manifesta intenzione di distruggere la famiglia e l'amicizia?
Noi non c'eravamo a Sodoma e Gomorra, ma incominciamo a pensare che anche allora si iniziò così.
Che si rifletta su queste cose !
Che la Gerarchia rifletta su queste cose !
Che nessuno si illuda di potersi chiamare fuori !

Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno dei Cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei Cieli.” (Matteo, 7, 21)
Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?” (Luca, 6, 46)

New York, “gay pride” (orgoglio omosessuale ?!) 2005.
Ecco qui un altro esempio di smaccata e colpevole blasfemia:
Non solo il titolo della parrocchia, che deturpa la memoria di San Francesco Saverio, ma perfino il simbolo IHS.
I Gesuiti che reggono questa chiesa e hanno in cura le anime di questi fedeli probabilmente hanno abbandonato la obsoleta “compagnia” di Gesù per darsi finalmente alla moderna compagnia di Belzebù.


marzo 2007



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