PARMA
Duomo
Domenica 20 novembre 2005, ore 11
Clero secolare
“Una fede o una liturgia che non conoscano più
l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto centrale” (Joseph
Ratzinger, “Introduzione allo spirito della liturgia”, pagina 190).
La chiesa di Parma è molto malata perché
in Duomo durante la messa nessuno si inginocchia.
Nessuno, vi giuro, nessuno.
Da Teramo a Milano non mi era mai capitato. Nessuno.
Si avanzano le seguenti ipotesi:
1) Parma è una città di presuntuosi, che
reputano disdicevole piegarsi di fronte a chiunque, fosse anche l’Altissimo;
2) per via dell’umidità a Parma hanno tutti le
ginocchia bloccate;
3) i cristiani parmigiani unici in tutta Italia non
credono che lì sull’altare ci sia il corpo di Cristo e allora giustamente
che ci si inginocchia a fare;
4) la totale assenza di inginocchiatoi suggerisce ai
fedeli di non inginocchiarsi.
Con i punti 1 e 2 la liturgia c’entra poco. Riguardo il
punto 3 la liturgia fa quello che può. Ma sul punto 4 la liturgia,
arredamento liturgico compreso, è determinante.
A mia limitatissima scienza il Duomo di Parma è
l’unica cattedrale italiana che non disponga di una sola panca, di un solo
inginocchiatoio. Al loro posto centinaia di sedie pieghevoli, di legno
chiaro, da tenda dibattiti del festival dell’Unità. Non sarà
un caso se sono in gran parte vuote.
Dispiace dirlo ma stavolta la colpa non è del prete
no-global, del prete scemo, del prete impazzito, stavolta la colpa è
del vescovo. Il pesce puzza dalla testa e la chiesa di Parma è in
liquidazione a cominciare dal Duomo.
Ce ne sarebbe anche per la predica ma grazie a Dio lo
spazio è finito. |