NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA
 

SFACELO  LITURGICO  NEL  DUOMO  DI PARMA


Pubblichiamo una nota apparsa sul quotidiano Il Foglio di venerdì 9 dicembre 2005. Essa fa parte di una inchiesta condotta da Camillo Langone sulle celebrazioni liturgiche in varie città.
I dati compongono in inserto del giornale intitolato: Ite Missa est.

PARMA
Duomo
Domenica 20 novembre 2005, ore 11
Clero secolare

Una fede o una liturgia che non conoscano più l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto centrale” (Joseph Ratzinger, “Introduzione allo spirito della liturgia”, pagina 190). 

La chiesa di Parma è molto malata perché in Duomo durante la messa nessuno si inginocchia. 
Nessuno, vi giuro, nessuno. 
Da Teramo a Milano non mi era mai capitato. Nessuno. 

Si avanzano le seguenti ipotesi: 
1) Parma è una città di presuntuosi, che reputano disdicevole piegarsi di fronte a chiunque, fosse anche l’Altissimo; 
2) per via dell’umidità a Parma hanno tutti le ginocchia bloccate; 
3) i cristiani parmigiani unici in tutta Italia non  credono che lì sull’altare ci sia il corpo di Cristo e allora giustamente che ci si inginocchia a fare; 
4) la totale assenza di inginocchiatoi suggerisce ai fedeli di non inginocchiarsi. 

Con i punti 1 e 2 la liturgia c’entra poco. Riguardo il punto 3 la liturgia fa quello che può. Ma sul punto 4 la liturgia, arredamento liturgico compreso, è determinante. 

A mia limitatissima scienza il Duomo di Parma è l’unica cattedrale italiana che non disponga di una sola panca, di un solo inginocchiatoio. Al loro posto centinaia di sedie pieghevoli, di legno chiaro, da tenda dibattiti del festival dell’Unità. Non sarà un caso se sono in gran parte vuote. 

Dispiace dirlo ma stavolta la colpa non è del prete no-global, del prete scemo, del prete impazzito, stavolta la colpa è del vescovo. Il pesce puzza dalla testa e la chiesa di Parma è in liquidazione a cominciare dal Duomo. 
Ce ne sarebbe anche per la predica ma grazie a Dio lo spazio è finito.

Interno del Duomo di Parma
Le sedie sono ammucchiate ai bordi della navata.


 
La nota del giornalista è esauriente, non servono ulteriori commenti.

Ricordiamo solo che quest'uso dell'abbandono delle panche, ormai molto diffuso perfino nelle basiliche romane, è perfettamente funzionale alla nuova pastorale, secondo un calcolo ben studiato. La presenza delle panche con l'inginocchiatoio potrebbe stimolare il fedele a “piegare il ginocchio” al cospetto del SS. Sacramento o al momento della consacrazione. Se le panche non ci sono si ha qualche remora e infine si rinuncia ad inginocchiarsi.
Lo scopo? Omologare i fedeli cattolici al “protestanti”. Da momento che questi non credono nella transustanziazione non hanno motivo di inginocchiarsi.
E i cattolici? A furia di non inginocchiarsi più finiranno col perdere la fede nella trasustanziazione.

Ovviamente, per ottenere tutto questo, la gran parte dei “pastori d'anime” non ricorda più ai fedeli affidati alla sua cura che è doveroso inginocchiarsi per adorare il Signore. Perché diversamente, anche in assenza delle panche, si vedrebbero ancora i fedeli in ginocchio nel corso della S. Messa, come peraltro è stato per secoli.

La verità è che in quarant'anni di post-concilio la pratica della fede si è sempre più immiserita, con la conseguente riduzione al minimo, e spesso con la perdita, della stessa fede.

Qualche tempo fa, un moderno prete, al nostro richiamo circa l'importanza dello stare in ginocchio al cospetto di Nostro Signore, ci faceva osservare che “E' finito il tempo in cui si facevano i salamelecchi al Signore”.

Povero prete!



febbraio 2006



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