NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA
 

PARROCCHIA  DI  POMBIO, VOGHERA,

IL  PARROCO  VUOLE  INTRODURRE  I  BAMBINI  ALLA  MAGIA


Sul “Corriere della Sera” di martedì 7 febbraio 2006 si poteva leggere il seguente articolo, di Giuseppe Spatola, su una curiosa iniziativa nella parrocchia di Gesù Divino Lavoratore a Pombio, un quartiere a sud di Voghera.

 
Corriere della Sera, martedì 7 febbraio 2006

Il parroco: "Bimbi, deponete le armi giocattolo"

"I più piccoli non distinguono realtà e finzione. In cambio di fucili e pistole che mi consegneranno regalerò loro una bacchetta magica"

Pombio (Pavia) - "Date una lezione ai grandi della terra, deponete le armi giocattolo e divertitevi con la vostra grande fantasia…": le parole di don Giuseppe Piaggi sono risuonate ferme e decise dal pulpito della chiesa di Gesù Divin Lavoratore. Un messaggio diretto a tutti i bambini della sua parrocchia. Un invito ad abbandonare i "giochi di guerra" consegnando in oratorio pistole, mitra e fucili di plastica in cambio di una bacchetta magica.
"Come si possono spiegare ai più piccoli gli orrori della guerra se li si lascia giocare con le armi, sia pur finte? ? sottolinea don Giuseppe, 68 anni, mentre si prepara per la messa vespertina -. Fucili di plastica, pistole giocattolo, mitra ed elmetti fanno perdere il senso della realtà e non consentono al bambino di distinguere ciò che è bene o male. Chi consegnerà in parrocchia qualsiasi gioco di guerra riceverà in cambio una bacchetta magica. Un modo come un altro per ricordare che alla fantasia dei bimbi non servono oggetti di morte, ma solo sano divertimento".
I fedeli di Pombio, rione alle porte di Voghera, hanno raccolto l’invito del parroco e da giorni stanno tappezzando scuole e asili di volantini.
Spiega …, una delle volontarie della parrocchia che ha preso a cuore l’iniziativa: "Come mamma ho apprezzato le parole del parroco e mi sono … I giochi eliminati dai bambini daranno vita a un “totem della pace” che poi sarà posizionato all’ingresso della chiesa".
Don Piaggi accende le luci del pulpito, si inginocchia e prega aspettando che i primi bambini si facciano avanti. "Il messaggio è chiaro ? ribadisce accendendo una candela sotto il crocefisso -. La guerra non è un gioco e i bambini spesso hanno più intelligenza degli adulti. Qualcuno mi ha già consegnato spontaneamente i suoi fucili di plastica, C’era un velo di perplessità, ma è svanita presto. Ho visto gli occhi sbalorditi dei bambini e un’emozione gioiosa davanti al regalo della “bacchetta magica”. Spero che domenica la raccolta sia proficua".
Anche gli esperti di pedagogia hanno condiviso l’iniziativa del parroco pavese. […]


 
A prima vista, chi potrebbe rimproverare il parroco per la lodevole iniziativa a favore della buona educazione dei bambini?

Quando invece si riflette anche solo un momento, si capisce subito che ci troviamo, ancora una volta, al cospetto della solita demagogia da quattro soldi.
Oggi va tanto di moda urlare contro la guerra: come se potesse mai esserci una parte della popolazione contro la guerra e un'altra parte a favore!

Ma, certa fisima moderna, troppe volte strumentale o funzionale a questo o a quello, crede (o fa finta di credere) che basti urlare contro la guerra per farla sparire. 
Con l'impegno e con la buona volontà si potrebbe por fine a tutte le guerre del mondo!
Talmente troppo facile che non è stato mai possibile!

Certo, non è questo il luogo per cercare di comprendere il senso di queste parole di Nostro Signore:
Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. (Matteo, 10, 34).
O il senso di queste altre parole:
Ed egli soggiunse: "Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così una bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. (Luca, 22, 36)

Ma come non chiedersi se questo prete abbia mai letto e meditato questi versetti !?

Non solo, ma che dire di un prete che invita i bambini a rinunciare alle armi giocattolo, e li spinge all'uso della “bacchetta magica”?
Di grazia, ma la bacchetta magica non è altrettanto diseducativa delle armi giocattolo?
Anzi, non è del tutto estraniante rispetto alla oggettiva realtà del mondo in cui viviamo?
Forse che oggi le cose si risolvono con la “bacchetta magica"?

Ora, mentre nel Vangelo sono presenti dei passi che si richiamare alla guerra: intesa come lotta inevitabile contro il male del mondo e contro il male che alberga in ognuno di noi; non ci risulta che vi siano dei passi che si richiamino alla magia, se non per condannarla.

La vita in questa valle di lacrime è una lotta continua contro l'ingiustizia e il disordine: è una guerra dichiarata e continuamente guerreggiata, con buona pace dei moderni preti buonisti. 
Le illusioni della “bacchetta magica” portano invece a perdere il senso della realtà, a crearsi un mondo

La chiesa di Gesù Divin Lavoratore a Pombio.

Questa chiesa è stata costruita tra il 1957 e il 1958,
quindi prima del Concilio Vaticano II. Il che dimostra
che il morbo della confusione aveva già colpito molti preti.
 
 

L'altar maggiore della chiesa.

Da notare che lungo le pareti circolari di questa chiesa,
sono presenti dei mosaici moderni che intendono
raffigurare:
a sinistra: La nuova Pentecoste della Chiesa di Cristo
nelle ampie prospettive aperte dal
Concilio Ecumenico Vaticano II
(praticamente, tutto un programma … fallimentare!)
a destra: l'arrivo degli uomini sulla Luna,
con annessa una delle famose espressioni di papa Montini,
Possa il progresso di cui festeggiamo una sublime vittoria
rivolgersi al vero bene temporale e morale dell'umanità
Paolo VI (Angelus del 20.7.1969)
(praticamente una delle tante dichiarazioni in cui si professa
la fede per l'uomo e per il progresso, piuttosto che la fede
in Nostro Signore Gesù Cristo.)

“a parte”, un mondo dove i giovani finiscono col perdersi nelle loro incontrollate fantasie, se non in uno stato di angoscia esistenziale: strada maestra per ogni deviazione, per ogni assuefazione, per ogni perdita di sé. E queste cose un prete dovrebbe saperle!

Per di più, il prete dovrebbe anche sapere che non si giuoca impunemente con le arti magiche, non si evocano impunemente sortilegi e malefizi, anche involontariamente, perché, piuttosto che dominare queste cose, si finisce con l'esserne dominati. E queste cose un prete dovrebbe saperle!

Senza contare l'incredibile trovata del “totem della pace”, un feticcio, un evidente moderno e idolatrico oggetto di culto che dovrebbe fare inorridire anche al solo pensarlo.

Ed è questo il lato tragico: questi nuovi preti della nuova chiesa sono diventati dei veri e propri idolatri, per di più idolatri di loro stessi, idolatri dei parti della loro fantasia, schiavi delle “gioiose emozioni” che scambiano per “sano divertimento”.
 



febbraio 2006



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