SANTA MESSA TRADIZIONALE

Roma 24 maggio 2003

Basilica di S. Maria Maggiore
 

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Articoli e segnalazioni dopo la celebrazione
 

24 maggio 2003 - Avvenire


Tradizionalisti, dialogo in latino 

Oggi il cardinale Castrillon Hoyos celebra secondo il Messale Tridentino Mano tesa ai lefebvriani

La liturgia si terrà nella basilica di Santa Maria Maggiore Il porporato presiede Ecclesia Dei, commissione creata per ricucire lo scisma del vescovo francese

Di Giorgio Bernardelli

La Messa in latino secondo il rito tradizionale in una delle basiliche patriarcali. E presieduta da un cardinale della Curia Romana davanti ad alcune migliaia di persone. 
È una circostanza certamente di rilievo la liturgia che oggi pomeriggio il cardinale Dario Castrillon Hoyos presiederà in Santa Maria Maggiore. Come presidente della Pontificia commissione Ecclesia Dei, voluta nel 1988 da Giovanni Paolo II per favorire il ritorno dei lefebvriani alla comunione con la Chiesa cattolica, il porporato colombiano compirà un gesto senza precedenti nell'attenzione verso i fedeli rimasti legati alla liturgia pre-conciliare.

Il luogo e il giorno non sono casuali: nel transetto di destra della basilica si trova, infatti, la tomba di san Pio V, il Papa al cui nome è legato il Messale figlio del Concilio di Trento, utilizzato nelle chiese del mondo intero fino al 1970. Il 24 maggio, inoltre, è la Festa di Maria Ausiliatrice; e Auxilium Christianorum è l'appellativo che Pio V volle fosse aggiunto alle litanie lauretane dopo la vittoria sui turchi a Lepanto. Il dato simbolico è evidente. 
C'è, però, un aspetto altrettanto importante. Questi fedeli - si legge nella nota vaticana che annuncia la celebrazione di oggi - "vogliono onorare il Santo Padre nell'approssimarsi del suo venticinquesimo anniversario di elevazione al Sommo Pontificato. E vogliono ringraziare Giovanni Paolo II per il motu proprio Ecclesia Dei nel quale egli, tra l'altro, affermava che "dovrà essere ovunque rispettato l'animo di tutti coloro che si sentono legati alla tradizione liturgica latina, mediante un'ampia e generosa applicazione delle direttive, già da tempo emanate dalla Sede Apostolica, per l'uso del Messale Romano secondo l'edizione tipica del 1962"". 
Onorare e ringraziare il Papa: è una sottolineatura non da poco. Ricorda come in gioco ci sia più di una semplice preferenza per un modo di celebrare che fa parte della storia della Chiesa. Come scriveva Giova nni Paolo II nell'Ecclesia Dei, il vero nodo è l'idea di tradizione: non codice cristallizzato, ma qualcosa di vivo che "trae origine dagli apostoli e progredisce nella Chiesa sotto l'assistenza dello Spirito Santo" nel magistero universale della Chiesa, di cui il Papa, insieme ai vescovi, è il custode.

La celebrazione (inizio alle 15 con il Rosario), dovrebbe coinvolgere solo i fedeli che già hanno accettato le norme vaticane. Sarà inevitabile, però, guardare oltre, allo scisma - formalizzatosi nel corso del Pontificato - che questo Papa, così impegnato nella causa dell'unità dei cristiani, vorrebbe poter ricomporre. Proprio l'altro giorno ha allargato la commissione Ecclesia Dei con un quinto membro: il Penitenziere Apostolico, monsignor Luigi De Magistris. Ennesimo segnale di quanto la soluzione gli stia a cuore.
 

(su)


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