SANTA MESSA TRADIZIONALE

Roma 24 maggio 2003

Basilica di S. Maria Maggiore
 

RASSEGNA STAMPA
 
 

Articoli e segnalazioni prima della celebrazione
 

20 aprile 2003 - Il Corriere della Sera


Il cardinale Castrillon celebrerà in S. Maria Maggiore secondo il vecchio rito, in latino, con le spalle ai fedeli

Messa "tridentina" in una basilica romana: il Papa apre ai tradizionalisti

È la prima funzione in una chiesa patriarcale dal 1970, decisa per segnare il disgelo con i "lefebvriani" moderati

di Luigi Accattoli

                
CITTA' DEL VATICANO - Mano tesa del Papa ai tradizionalisti: il cardinale Dario Castrillon Hoyos celebrerà il 24 maggio, in S. Maria Maggiore, una messa secondo il "rito" romano tradizionale, o "tridentino", quello rivendicato dai tradizionalisti, che si trovano a disagio, o contestano la messa rinnovata del dopo-Concilio. E' la prima volta, dopo il '70 - data di introduzione del nuovo rito - che un cardinale celebra la vecchia messa, in latino, in una basilica "patriarcale" di Roma. Che si usi il vecchio rito, in celebrazioni autorizzate, non è insolito. Con il cosiddetto "indulto" (concessione) del 1984, Giovanni Paolo II aveva autorizzato i vescovi a permettere la celebrazione con il messale tradizionale. Solo in Italia sono 23 (uno su dieci) i vescovi che hanno dato quel permesso. Ma altri lo negano, e quelli stessi che lo danno spesso lo restringono con condizioni che i tradizionalisti considerano vessatorie: escludendo che in quel rito si possa celebrare in occasione delle grandi feste, o incaricando di celebrare per i tradizionalisti dei sacerdoti che non amano il vecchio rito e approfittano dell'omelia per criticare come nostalgica la loro preferenza. I tradizionalisti chiedono che il vecchio rito, detto di san Pio V, sia "liberalizzato": che possa essere scelto, da chi lo preferisce a quello conciliare, senza autorizzazioni. Una lettera con quella richiesta è stata firmata, in Francia, da 250 preti. Il Papa e la Curia non vogliono la liberalizzazione, ma non approvano neanche la diffidenza verso i tradizionalisti che domina tra i vescovi. Ecco allora il gesto del cardinale che, con il consenso del Papa, farà quella celebrazione per segnalare ai vescovi la necessità di largheggiare nella concessione dell' "indulto" e l'opportunità di celebrare loro stessi, all'occasione, secondo il vecchio rito, per dare legittimità al sentimento tradizionalista. In una lettera a un gruppo tradizionalista di Pisa, il cardinale Castrillon Hoyos, che il Papa ha incaricato di tenere i rapporti con i sostenitori del vecchio rito, assicura che la Santa Sede tenterà "di garantire ai fedeli attaccati alla liturgia tradizionale il rispetto delle loro giuste aspirazioni". Uno sdoganamento, dunque. Ma perché ora? Perché al vertice della Santa Sede avvertono come maturo il tempo per una pacificazione con il tradizionalismo moderato. L'atteggiamento possibilista si era già visto durante il Grande Giubileo, quando il Papa fece fare ponti d'oro a un pellegrinaggio del movimento lefebvriano. Si immaginò allora che il recupero dello "scisma" lefebvriano, che risale al 1988, fosse imminente. Che stessero cioè per rientrare nella "comunione" con Roma i seguaci di Marcel Lefebvre, il vescovo francese che contestava alcune affermazioni conciliari. Quel recupero poi è risultato più difficile del previsto e la nuova giornata di Assisi (quella del gennaio 2002) ha ricongelato i rapporti, perché i lefebvriani contestano il dialogo interreligioso. Ma tra i lefebvriani c'è una componente moderata che potrebbe acquisire forza se l'insieme della Chiesa cattolica trattasse con generosità i suoi tradizionalisti interni. Anche il mondo della tradizione, infatti, è diviso in tanti piccoli gruppi. Per esempio lefebvriani e "sedevacantisti" (considerano "vacante" la sede papale: cioè non riconoscono Giovanni Paolo II come Papa) non vedono di buon occhio la messa del 24 maggio. Per i sedevacantisti è una "trappola" in cui non cadere. Per quella messa, da celebrarsi voltando le spalle al popolo, come voleva il vecchio rito, sarà forse scelta la cappella della Madonna, perché l'altare centrale della Basilica è sempre stato rivolto al popolo, come in tutte le antiche basiliche romane.
 

(su)


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