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SANTA MESSA TRADIZIONALE Roma 24 maggio 2003 Basilica di S. Maria Maggiore
RASSEGNA STAMPA
Articoli e segnalazioni dopo la celebrazione
24 maggio 2003 - Corrispondenza Romana
CHIESA CATTOLICA: si è rotto un incantesimo (Corrispondenza romana) Un incantesimo si è rotto, un velo è caduto. E' avvenuto il 24 maggio, nella più bella delle Basiliche romane, l'antichissima Basilica patriarcale di Sancta Maria ad Nives, più conosciuta come Santa Maria Maggiore, nella quale si venerano l'immagine della Madonna detta Salus Populi Romani , la reliquia della Mangiatoia di Betlemme e si custodiscono le spoglie di san Pio V, il Papa della Messa "tridentina", conosciuta anche, impropriamente, come "Messa di san Pio V". Molti credono infatti che questo rito, in vigore nel 1969 sia stato "creato" da San Pio V e successivamente "abrogato" da Paolo VI, quasi rappresentando una sorta di parentesi nella lunga storia della liturgia della Chiesa. In realtà, san Pio V non "creò", ma restaurò la Messa tradizionale, secondo un rito che risaliva ai primi Apostoli, ma che la Rivoluzione protestante e gli abusi locali avevano devastato. La riforma liturgica di Paolo VI costituì certamente un "quid novum" rispetto alla Tradizione, non solo per quanto riguarda l'abbandono del latino: basti pensare all'altare concepito come una mensa e rivolto verso il popolo, alla modifica delle preghiere dell'Offertorio e del Canone, alla Comunione dei fedeli. Ma è altrettanto certo che né Paolo VI né i suoi successori abrogarono il Rito romano antico che, in tesi, continuò dunque a coesistere accanto al nuovo. Di fatto, però, il rito venne proibito od ostacolato dalle autorità ecclesiastiche, suscitando, tra coloro che rimanevano fedeli ad esso, forme di resistenza che culminarono nelle illecite consacrazioni episcopali fatte da mons. Marcel Lefebvre il 30 giugno 1988. Con la scomunica di mons. Lefebvre, giunse anche la lettera apostolica Ecclesia Dei, con la quale Giovanni Paolo II chiedeva ai vescovi del mondo intero "di garantire il rispetto delle giuste aspirazioni" di tutti quei fedeli cattolici "che si sentono vincolati ad alcune precedenti forme liturgiche e disciplinari della tradizione latina" e in particolare "all'uso del Messale romano secondo l'edizione tipica del 1962". L'invito del Papa fu però sistematicamente disatteso. Molti vescovi continuano ad arrogarsi il diritto di proibire ciò che il Papa aveva permesso e la Messa "tridentina", mai vietata, continua ad essere marginalizzata o talvolta perseguitata all'interno della Chiesa cattolica. Per questo motivo, il 24 maggio si è rotto un incantesimo. Un cardinale in carica di Santa Romana Chiesa, il Prefetto della Congregazione del Clero Dario Castrillòn Hoyos, ha celebrato solennemente una Santa Messa tradizionale nella Basilica di Santa Maria Maggiore, alla presenza di circa 2000 persone, tra le quali cinque cardinali, un gran numero di vescovi e di sacerdoti, personalità del mondo laicale italiano e straniero, rappresentanti di associazioni in difesa della liturgia tradizionale. "L'antico Rito romano - ha ribadito il cardinale nella sua omelia - non si può considerare come estinto, ma conserva il suo diritto di cittadinanza nella multiformità dei riti cattolici". L'avvenimento è storico e non sarà privo di conseguenze. La più desiderabile, ma anche la meno probabile, sarebbe la concessione di una piena libertà di celebrazione della Messa tradizionale, senza bisogno di nessun permesso. L'ipotesi più probabile è che, per tutelare i cattolici cosiddetti "tradizionalisti", venga loro concessa una sorta di "diocesi", sul tipo della prelatura personale dell' Opus Dei. Il rischio è, però, quello di creare un "ghetto", canonicamente riconosciuto, inteso come la "chiesa locale" di chi vuol rimanere "inculturato" nel passato, misconoscendo così il valore di questa testimonianza. Senza un aiuto speciale della Grazia è difficile anche solo intravedere
la soluzione di una situazione così difficile e complessa. Per ottenere
questo risultato, nessuna intercessione è migliore di quella di
Maria "Auxilium Christianorum", in cui onore è stata celebrata la
Messa del 24 maggio, e la cui litania venne introdotta proprio da San Pio
V per onorare la storica vittoria di Lepanto del 7 ottobre 1571.
(su)
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