SANTA MESSA TRADIZIONALE

Roma 24 maggio 2003

Basilica di S. Maria Maggiore
 

RASSEGNA STAMPA
 
 

Articoli e segnalazioni prima della celebrazione

19 aprile 2003 - Il Giornale





TRADIZIONALISTI: Dialogo con i lefebvriani

Il cardinale celebra secondo l'antico  messale

di Andrea Tornielli

Sembra sempre più concreta la possibilità di far rientrare il mini-scisma dei seguaci del vescovo francese Marcel Lefebvre, che nel 1988 senza l'autorizzazione della Santa Sede consacrò quattro vescovi  facendo nascere una Chiesa "parallela".
Il 24 maggio il cardinale Darío Castrillón Hoyos - Prefetto della Congregazione per il clero e presidente di "Ecclesia Dei", l'organismo vaticano che si occupa dei tradizionalisti - celebrerà nella basilica di S. Maria Maggiore una Messa secondo l'antico rito di san Pio V, rimasto in vigore fino al Concilio Vaticano II. È la prima volta che un porporato celebra con il vecchio messale in una basilica romana dai tempi della riforma liturgica. Castrillón, che è un vescovo post-conciliare capace di grandi aperture pastorali, con questo gesto pubblico e solenne, preceduto dalla recita del rosario secondo le intenzioni del Papa, vuole dare un segnale di accoglienza e di riconoscimento verso il mondo tradizionalista in comunione con Roma, nella speranza che anche i lefebvriani possano presto rientrare.
Uno dei problemi che il porporato si è trovato ad affrontare è rappresentato dall'atteggiamento di alcuni vescovi che si rifiutano di concedere la Messa con il vecchio rito ai gruppi di fedeli che ne fanno richiesta, anche se lo stesso Giovanni Paolo II aveva invitato a farlo con uno speciale indulto. Lo scorso 22 febbraio, a Pisa, i tradizionalisti guidati da Marcello Cristofani della Magione, hanno organizzato un convegno dedicato all' "attrazione teologica della messa tridentina". L'arcivescovo della città toscana, Alessandro Plotti, è tra coloro che negano il permesso di celebrare secondo il vecchio rito. Nei giorni scorsi il cardinale Castrillón  ha scritto a Cristofani, definendo "lodevole" l'iniziativa della conferenza: "Credo di poterle assicurare che la Santa Sede farà il possibile per garantire ai fedeli attaccati alla liturgia tradizionale il rispetto delle loro giuste aspirazioni".
Un passo significativo per il riavvicinamento è considerata anche l'enciclica Ecclesia de Eucharestia, che papa Wojtyla ha firmato giovedì scorso. Il documento non fa altro che riproporre la dottrina della Chiesa ed è infarcito di citazioni del Concilio Vaticano II. Non c'è dubbio però che la sottolineatura dell'aspetto "sacrificale" della Messa e la denuncia degli abusi presenti in varie parti del mondo siano state lette con favore dai lefebvriani. Che ora attendono il decreto vaticano, atteso per ottobre, che entrerà direttamente nel merito degli abusi liturgici. Prima della fine dell'anno lo scisma potrebbe essere ricomposto.
 

(su)


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