SANTA MESSA TRADIZIONALE

Roma 24 maggio 2003

Basilica di S. Maria Maggiore
 

RASSEGNA STAMPA
 
 

Articoli e segnalazioni prima della celebrazione
 

24 maggio 2003 - La Provincia (Frosinone)


La suggestione della Messa in latino

Saranno oltre cinquanta i ceccanesi che si recheranno a Roma

Oggi un pullman di fedeli partirà da Ceccano alla volta di Roma dove nel pomeriggio parteciperà ad una storica celebrazione nella Basilica di Santa Maria Maggiore.
Per la prima volta dal 1969, il Cardinale Dario Castrillon Hoyos, prefetto della Congregazione per il Clero, su esplicito mandato di Papa Giovanni Paolo II, celebrerà la Santa Messa con il rito di San Pio V, con le preghiere prescritte dal rito latino fino alla fine del 1969, in latino e con il canto gregoriano.
Roma riscopre, per un giorno, l’importanza della liturgia di rito latino, l’intensità del canto gregoriano ed ancora più l’insieme delle preghiere, dei simboli e delle cerimonie del venerabile rito di San Pio V, usato da tutti i santi, nel corso dei secoli, un rito amato e venerato da tutti i sacerdoti e vero mezzo di santificazione per milioni di fedeli. I forunati che assisteranno alla Santa Messa di San Pio V nella Basilica di Santa Maria Maggiore, saranno come trasportati nel pensiero ad una celebrazione papale dei secoli scorsi e potranno gustare le varie fasi e cerimonie.
L’avvocato Gizzi che parteciperà all’evento ne ha ricordato il fulcro: “Nell’antico rito, proprio per sottolineare ancor più il grande mistero di fede che si perpetua sull’altare, tutta la preghiera del canone, cioè della consacrazione del Pane e del Vino, come Corpo e Sangue del Signore Gesù, verrà recitata con devozione e a bassa voce dal celebrante creando un’atmosfera di raccoglimento e di devozione davvero significativa. Il Vangelo verrà cantato non verso i fedeli, ma verso il nord, con un atto altamente simbolico a testimoniare che la Parola di Dio è la vera luce che deve illuminare il mondo fino ai suoi più oscuri confini! La santa Comunione verrà ricevuta dai fedeli in ginocchio, assolutamente non in mano, poiché non si tratta di un cibo comune, ma del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, realmente presente nell’Ostia, da ccogliere con adorazione e rispetto”.
 
 
 

(su)


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