SANTA MESSA TRADIZIONALE

Roma 24 maggio 2003

Basilica di S. Maria Maggiore
 

Lettera di ringraziamento del nostro Presidente 
a Sua Eminenza
il Cardinale Darío Castrillón Hoyos


A Sua Em.za Rev.ma
Card. Darío Castrillón Hoyos
Piazza Città Leonina, 1
00193 Roma 

Eminenza Reverendissima,
mi permetta di ringraziarLa ancora per la benevola disponibilità dimostrata nei confronti dei fedeli cattolici legati alla liturgia tradizionale.
La celebrazione del 24 maggio si è dimostrata una grande occasione di incoraggiamento e di solidarietà per noi che da tanti anni affrontiamo non pochi disagi e discriminazioni per voler rimanere fedeli alla liturgia tradizionale della Santa Chiesa.

Come Vostra Eminenza avrà notato, la varietà dei fedeli presenti a Santa Maria Maggiore è un segno inequivocabile della vitalità e della attualità della liturgia cattolica tradizionale. Una altissima percentuale di giovani si è accompagnata alla concreta rappresentanza di tutti i ceti sociali, a dimostrazione del fatto che i fedeli legati a questa liturgia ben rappresentano tutto il corpo ecclesiale, senza distinzioni di età e di ceto.
Una tale constatazione permette di cogliere una delle più importanti necessità che sentono questi fedeli, soprattutto in Italia: una vita religiosa comunitaria. 
La parcellizzazione dell’àmbito cattolico tradizionale, dovuta in larga parte allo stato di abbandono a loro stessi dei diversi gruppi esistenti, necessita di una guida spirituale e gerarchica adeguata, che sia in sintonia con la loro  specifica sensibilità religiosa.

A questo proposito, Eminenza Reverendissima, mi permetta di segnalare due aspetti.
Il primo è la difficoltà che, nelle attuali condizioni, si possa giungere al generale superamento dei dinieghi degli Ordinari Diocesani circa le celebrazioni della S. Messa secondo il rito del 1962, nonché al superamento di tanti giudizi sostanzialmente negativi sui fedeli che le richiedono.
Il secondo è il bisogno della costituzione di organismi parrocchiali ove sia possibile fruire dell’amministrazione di tutti i Sacramenti, di una catechesi e di una pastorale idonee, nonché di un apostolato che corrisponda al particolare sentimento di devozione e di attaccamento alla Santa Chiesa di questi fedeli.
La diffusa speranza è che si possa giungere ad avere dei sacerdoti interamente dediti all’apostolato a favore dei fedeli legati alla liturgia tradizionale, sotto la guida di un Vescovo a ciò designato. Questo permetterebbe un legame diretto con il Santo Padre e il consolidarsi della Fede in seno a tante famiglie che, unite insieme, costituiranno quell’humus ove non mancheranno di svilupparsi le vocazioni religiose e sacerdotali.

Prego Vostra Eminenza di voler accogliere questi sentimenti e questi desideri con la benevolenza e la comprensione già più volte dimostrate e ribadite, e per le quali mi permetto di rinnovarLe il mio personale ringraziamento insieme a quello di tutti i fedeli che hanno vissuto la gioia della storica celebrazione del 24 maggio.

Voglia ricevere, Eminenza Reverendissima, i sensi della mia stima e della mia devozione,
in Christo et Maria

Carmagnola 8 giugno 2003

Il Presidente
Calogero Cammarata



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