A Sua Em.za Rev.ma
Card. Darío Castrillón Hoyos
Piazza Città Leonina, 1
00193 Roma
Eminenza Reverendissima,
mi permetta di ringraziarLa ancora per la benevola disponibilità
dimostrata nei confronti dei fedeli cattolici legati alla liturgia tradizionale.
La celebrazione del 24 maggio si è dimostrata una grande occasione
di incoraggiamento e di solidarietà per noi che da tanti anni affrontiamo
non pochi disagi e discriminazioni per voler rimanere fedeli alla liturgia
tradizionale della Santa Chiesa.
Come Vostra Eminenza avrà notato, la varietà dei fedeli
presenti a Santa Maria Maggiore è un segno inequivocabile della
vitalità e della attualità della liturgia cattolica tradizionale.
Una altissima percentuale di giovani si è accompagnata alla concreta
rappresentanza di tutti i ceti sociali, a dimostrazione del fatto che i
fedeli legati a questa liturgia ben rappresentano tutto il corpo ecclesiale,
senza distinzioni di età e di ceto.
Una tale constatazione permette di cogliere una delle più importanti
necessità che sentono questi fedeli, soprattutto in Italia: una
vita religiosa comunitaria.
La parcellizzazione dell’àmbito cattolico tradizionale, dovuta
in larga parte allo stato di abbandono a loro stessi dei diversi gruppi
esistenti, necessita di una guida spirituale e gerarchica adeguata, che
sia in sintonia con la loro specifica sensibilità religiosa.
A questo proposito, Eminenza Reverendissima, mi permetta di segnalare
due aspetti.
Il primo è la difficoltà che, nelle attuali condizioni,
si possa giungere al generale superamento dei dinieghi degli Ordinari Diocesani
circa le celebrazioni della S. Messa secondo il rito del 1962, nonché
al superamento di tanti giudizi sostanzialmente negativi sui fedeli che
le richiedono.
Il secondo è il bisogno della costituzione di organismi parrocchiali
ove sia possibile fruire dell’amministrazione di tutti i Sacramenti, di
una catechesi e di una pastorale idonee, nonché di un apostolato
che corrisponda al particolare sentimento di devozione e di attaccamento
alla Santa Chiesa di questi fedeli.
La diffusa speranza è che si possa giungere ad avere dei sacerdoti
interamente dediti all’apostolato a favore dei fedeli legati alla liturgia
tradizionale, sotto la guida di un Vescovo a ciò designato. Questo
permetterebbe un legame diretto con il Santo Padre e il consolidarsi della
Fede in seno a tante famiglie che, unite insieme, costituiranno quell’humus
ove non mancheranno di svilupparsi le vocazioni religiose e sacerdotali.
Prego Vostra Eminenza di voler accogliere questi sentimenti e questi
desideri con la benevolenza e la comprensione già più volte
dimostrate e ribadite, e per le quali mi permetto di rinnovarLe il mio
personale ringraziamento insieme a quello di tutti i fedeli che hanno vissuto
la gioia della storica celebrazione del 24 maggio.
Voglia ricevere, Eminenza Reverendissima, i sensi della mia stima e
della mia devozione,
in Christo et Maria
Carmagnola 8 giugno 2003
Il Presidente
Calogero Cammarata |