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![]() Quando pensiamo al Magnificat cantato da Maria santissima, facilmente immaginiamo come essa sia quasi il prototipo di tutti coloro che cantano la gloria di Dio nel corso dei secoli: “Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre”. Un canto di trionfo ma anche di liberazione, quella liberazione che non è politica o sociale, ma prima di tutto spirituale. La Beata Vergine Maria ci insegna come è necessario guardare alle cose dello spirito e poi il resto verrà da sé. Maria canta le grandi cose che Dio ha fatto in Lei, ma anche le successive generazioni hanno cantato in Maria le glorie di Dio. A cominciare dal canto gregoriano, fino all’epoca contemporanea, molti capolavori di musica sacra sono dedicati a Lei, la Madre. E questo non solo è profondamente appropriato, ma anche necessario, in quanto in Lei si è compiuta l’Incaranzione che ha cambiato il corso della storia e questa è, in un certo senso, modello di tutta la musica sacra in cui il divino si incontra con l’umano. Nella mia oramai lunga attività di compositore, le
composizioni in onore di Maria Santissima sono molte e non poteva
essere altrimenti. Essa è la Madre a cui mi rivolgo quando mi
sembra che tutto vada male, a Lei va l’ultimo pensiero prima di dormire. Ecco perché ho voluto raccogliere alcune mie
composizioni per coro femminile e organo in un CD dal nome Gratia plena. Poi credo di aver voluto dimostrare che la lezione del canto
gregoriano non solo è ancora importante, ma anzi è sempre
più importante. Lo insegnava bene san Pio X nel suo Motu Proprio
del 22 novembre 1903: “il canto gregoriano fu sempre considerato come
il supremo modello della musica sacra, potendosi stabilire con ogni
ragione la seguente legge generale: tanto una composizione per chiesa
è più sacra e liturgica, quanto più
nell’andamento, nella ispirazione e nel sapore si accosta alla melodia
gregoriana, e tanto è meno degna del tempio, quanto più
da quel supremo modello si riconosce difforme”. Poi c’è il discorso del latino, una lingua che è
stata tanto vituperata in questi decenni. (torna su)
marzo 2023 |