FATIMA E LA PASSIONE DELLA
CHIESA

CRISTINA SICCARDI, Fatima e la passione
della Chiesa, Sugarco Editori, Milano, 2012,
pp. 250, € 18,00.
Presentazione di Marco Bongi
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editrice
Le apparizioni di Fatima
furono già previste nel 1454 da una monaca mistica
piemontese.
Questa eccezionale scoperta archivistica rappresenta senz'altro la
novità più eclatante contenuta nel nuovo volume di
Cristina Siccardi: "Fatima e la Passione della Chiesa", ed.
SUGARCO.
La nota storica torinese, già distintasi per la pubblicazione di
numerose biografie, ha ripercorso, in uno dei capitoli, la lunga storia
dei complessi rapporti, assolutamente sconosciuti ai più, che
legarono la dinastia dei Savoia al piccolo villaggio portoghese dove
avvennero le grandiose apparizioni mariane del 1917.
Già la prima regina del Portogallo, Matilde o Mafalda, proveniva
infatti da questo casato e, secondo una tradizione, venne sepolta, nel
1157, in una cappella fatta costruire, in onore della S. Vergine, a
Fatima. Qui giunse altresì un altro personaggio sabaudo che, sul
finire del XIV secolo, dopo essere scampato ad una condanna a morte,
percorse le contrade di mezza Europa, come pellegrino vagante. Si
chiamava Filippo II di Savoia Acaja e fu lui il padre della monaca
mistica Filippina de’ Storgi, vissuta presso il monastero delle
domenicane di Alba, la quale, in punto di morte, profetizzò gli
eventi che si sarebbero verificati dopo quasi cinque secoli.
In realtà il manoscritto che narra questo straordinario episodio
risale al 1640 in quanto quello originale sarebbe stato distrutto da un
certo padre Barosio allo scopo di non danneggiare il processo di
beatificazione di Margherita di Savoia, fondatrice del monastero
albese. Ai nostri occhi tuttavia nulla cambia in quanto ci troviamo
ancora a quasi tre secoli dalle apparizioni ai pastorelli.
Leggendo le poche righe seguenti dunque non si può che rimanere
esterrefatti:
"Poscia, rapita di gioia celeste,
volgendo in alto lo sguardo, salutava nominatamente ed altamente i
Celicoli che venivanle incontro, ossia: la S. Madonna del Rosario, S.
Caterina da Siena, il Beato Umberto, l’Abbate Guglielmo di Savoia;
parlava de’ futuri eventi, prosperi e funesti della Casata Sabauda,
fino a un tempo non preciso di terribili guerre, dell’hesilio di
Umberto di Savoia in Lusitania, di un certo mostro d’Horiente,
tribulatione dell’Humanità, ma che sarebbe ucciso dalla Madonna
del S. Rosario de Phatima, se tutti li huomini l’havessero invocata con
penitentia grande. Dopo lo che spirò tra le braccia della
cugina, la santa nostra Madre Margherita di Savoia, che le aveva posto
al collo una medaglia del Beato Umberto, lassata per lei da Filippo suo
padre". (pag. 53).
Ma il libro di Cristina Siccardi non si limita ovviamente alla
narrazione di questi, sia pur straordinari, avvenimenti. Il lavoro si
prefigge anzi di dare un ulteriore prezioso contributo al dibattito,
sempre quanto mai attuale, circa il vero contenuto della terza parte
del segreto di Fatima.
Il tono dell'autrice, come del resto in tutte le sue opere, si mantiene
comunque sempre ben lontano dal linguaggio polemico che ha
contraddistinto, sul punto, altri studiosi. Non mancano tuttavia
messaggi e prese di posizione ben precise come i due punti di partenza
da cui si sviluppa poi tutta la trama del suo discorso:
"Giunti a questo punto, nel 2012, e
con tutti i dati raccolti ed esaminati, possiamo esprimere una semplice
quanto lineare considerazione: si sono verificati degli inganni e degli
occultamenti. Non sappiamo se la storia saprà indicare gli
ingannati e gli ingannatori. Per certo, invece, sappiamo due cose:
1. Le apparizioni di
Fatima sono vere, come attestò, per la prima volta, monsignor
Giuseppe Alves Correia da Silva nella Lettera Pastorale A Providência Divina (Carta
Pastoral sobre o culto de Nossa Senhora da Fátima), del 13
ottobre 1930.
2. La Passione della
Chiesa è evidente ed è correlata alle apparizioni di
Fatima. Come santa Teresina di Lisieux (1873-1897) è divenuta
maestra di altissima e raffinata spiritualità, pur non avendo
mai studiato in alcuna facoltà teologica, così la Madonna
ha voluto consegnare i messaggi divini di punizione e di salvezza a tre
bambini, poveri, indifesi, e anche per questo, puri. Nel loro candore,
i tre veggenti hanno dimostrato di essere dei semplici strumenti nelle
mani di Dio, scelti per indirizzare la Chiesa secondo i suoi piani e
non quelli degli uomini. Fatima ha messo in imbarazzo la Chiesa, ancor
prima dell’apertura del Concilio Vaticano II (1962-1965), una Chiesa
che era, sia pure in parte, già infettata da una grave malattia:
il Modernismo, un virus che penetrò nel Concilio stesso,
indirizzandone lo “spirito”. Niente più condanne, niente
più penitenze, niente più Novissimi... Niente più
rigore dottrinale. «Dialogo» divenne la parola d’ordine.
«Dignità umana» il totem a cui guardare.
«Pluralismo» la metodologia. « Sociologia » e
« psicologia » le scienze da studiare". (pagg. 16 -
17).
Altra importante novità della corposa opera sono le
dichiarazioni del noto vaticanista Giuseppe De Carli (1952-2010), fra i
maggiori divulgatori, almeno a livello italiano, della riduzione del
Terzo Segreto di Fatima al preannuncio del fallito attentato a Giovanni
Paolo II del 13 maggio 1981, nota al grande pubblico come «tesi
Bertone», in quanto il cardinale Bertone ne è sempre
apparso come il maggiore ideatore. Ebbene, poco prima di morire, De
Carli, che si spense il 13 luglio 2010, nel mese di maggio espose il
suo ripensamento al Congresso The Fatima Challenge, organizzato dal
Centro di Fatima di Padre Gruner:
«In quell’occasione
formulò la sua conferenza su un piano scettico nei confronti
della versione degli eventi sostenuta dal cardinale Tarcisio Bertone
[…] Rivelò tutto il suo disagio […] prendete un
giornalista che non è un esperto di Maria: sono stato buttato
dentro semplicemente perché, facendo le direttive televisive del
Vaticano, mi sono dovuto occupare di questi elementi»
(pagg. 66-67).
L'attenta analisi di Cristina Siccardi, che intende approfondire
proprio la presenza e le sottolineature, spesso misconosciute o
rimosse, della crisi ecclesiale nelle rivelazioni private, si articola
ovviamente, in via principale, sull'attenta lettura dei messaggi
celesti inviati attraverso le principali apparizioni mariane
ufficialmente riconosciute: da La Salette a Lourdes, da Pontnain a
Banneux.
Ma il volume indaga anche in ambiti più nascosti che appaiono
tuttavia non meno interessanti come le rivelazioni ricevute dalla Beata
Elisabetta Canori Mora (1774 - 1825). Questa donna straordinaria,
elevata all'onore degli altari da Giovanni Paolo II nel 1994, viene
spesso ricordata soprattutto per la santità di vita, in difesa
della famiglia. Assai meno note risultano invece le sue esperienze
mistiche:
"La vita mistica di Elisabetta Canori
Mora, nonostante la sua beatificazione, è rimasta comunque
celata e le sue rivelazioni private, dove si evince tutta la
problematicità di corruzione dentro la Chiesa, sia nei suoi
insegnamenti che nei suoi costumi, non sono state finora oggetto
né di attenzione né di studio. Il motivo di tale
occultamento è riconducibile ad un’unica ragione: quando i
documenti denunciano i mali della Chiesa viene scelta la via del
silenzio, proprio come accadde per la terza parte del Segreto di
Fatima. Parlare di crisi della Chiesa è mettere il dito nella
piaga, è sollevare una polvere che si vuole tenere nascosta
sotto i tappeti, è tirare una tenda su uno scenario che offre
scandalo e non edificazione. In realtà la piaga va curata, la
polvere va eliminata, la tenda va calata per poter liberare la Sposa di
Cristo dalla insipienza, dalla ignoranza e dall’infedeltà".
(pag. 133)
Lo stesso discorso vale per la coetanea e più conosciuta Beata
Anna Caterina Emmerick (1774 - 1824). Anche lei ricevette numerose
visioni e fu stigmatizzata. L'episodio mistico maggiormente noto della
sua vita fu la descrizione precisa della casa dove la S. Vergine
trascorse gli ultimi anni della sua esistenza terrena. Seguendo infatti
quanto da lei riferito precedentemente, nel 1881, si
riuscì ad identificare tale abitazione, oggi Santuario, su una
collina vicina ad Efeso.
Anche la Emmerick si espresse più volte in merito ad una futura
crisi della Fede all'interno della Chiesa Cattolica:
"L’ho veduta aumentare di dimensioni;
eretici di ogni tipo venivano nella città [di Roma]. Il clero
locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità. [...]
Allora la visione sembrò estendersi da ogni parte. Intere
comunità cattoliche erano oppresse, assediate, confinate e
private della loro libertà. Vidi molte chiese che venivano
chiuse, dappertutto grandi sofferenze, guerre e spargimento di sangue.
Una plebaglia selvaggia e ignorante si dava ad azioni violente.
[...])
Vidi una strana chiesa che
veniva costruita contro ogni regola. [...] Non c’erano angeli a vigilare sulle
operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che
venisse dall’alto. [...] C’erano
solo divisioni e caos". (pag. 136)
Al termine della lettura di questo volume non si può che
rimanere pensosi. Tutto ciò che in esso è riportato
risulta precisamente indicato nelle fonti ed esattamente verificabile
da coloro che dovessero, come immagino, dimostrarsi scettici o
troppo "adulti" per perdersi in simili analisi ben poco digeribili
dall'uomo contemporaneo.
Ma i richiami del Cielo, se accolti, potrebbero sicuramente mutare la
direzione in cui si sta incamminando purtroppo la nostra storia umana.
Vale dunque davvero la pena di leggere, meditandone ogni capitolo,
questo libro denso, assolutamente serio e scritto con il coraggio che
dovrebbe contraddistinguere ogni cristiano.
Marco BONGI
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