Lettera della Federazione Internazionale Una Voce al
Cardinale Felici
A Sua Eminenza il Cardinale Angelo Felici
Commissione Pontificia “Ecclesia Dei”
Palazzo del Sant’Uffizio
00120 Città del vaticano
p. c.
a Sua Eminenza il Cardinale Joseph Ratzinger
a Sua Eminenza il Cardinale Jorge Medina Estevez
Eminenza,
Non essendo nostra intenzione aggravare le attuali tensioni, indirizziamo
a Vostra Eminenza una lettera privata, nella speranza di contribuire a
trovare una rapida ed equa soluzione al conflitto presente in seno, e intorno,
alla Fraternità Sacerdotale San Pietro (FSSP).
1 - Nella sua lettera del 13 luglio 1999, indirizzata al Superiore Generale
della FSSP il Reverendo Padre Josef Bisig, la
Commissione Pontificia “Ecclesia dei” (CPED)
ha sembrato far sue, quasi senza riserva, le diverse critiche formulate
dai 16
firmatari del Ricorso Canonico del 19 giungo
1999. Ciò appare chiaramente dall’insieme dei tre primi paragrafi
della lettera
del CPED, e in particolare nelle frasi “Non
potete ignorare…”, “i fatti enumerati nel ricorso…”, “una tale mancanza
di
fiducia è stata all’origine stessa
dello scisma” … “evitare una evoluzione simile del vostro istituto”.
È dunque piú confortante leggere,
nella lettera del 10 settembre 1999 della CPED che essa non intendeva sottoscrivere
tali
critiche.
Malgrado questo chiarimento necessario e benvenuto,
le decisioni annunciate nella lettera precedente non sono state
annullate. Ora esse si giustificano solo sulla
base delle dichiarazioni dei preti ribelli. Per quanto possa passare del
tempo
fino a che le decisioni in questione possano
essere applicate, la CPED continuerà sfortunatamente a dare l’impressione
che
essa parteggi fortemente per i membri ribelli
della FSSP.
2 - Questa impressione (che speriamo sia erronea) è sostenuta
dal fatto che la CPED non ha ancora rettificato l’affermazione
secondo la quale il ricorso Canonico è
stato sottoscritto “da circa un terzo dei membri incardinati nella FSSP”.
16 su un
totale di 100, rappresenta al massimo un sesto!
Le proporzioni esatte sono state portate a conoscenza della CPED con la
lettera del 19 settembre 1999, firmata da
71 preti e diaconi della FSSP uniti nella difesa del loro Superiore generale.
3 - La stessa parzialità si è manifestata quando la CPED,
riprendendo il pretesto fornito dai preti ribelli dell’ “urgenza della
situazione”, ha deciso di “agire senza indugio”,
e cioè senza ascoltare preventivamente il Superiore Generale della
FSSP, in
contraddizione con ogni norma di diritto naturale.
Non solo Padre Bisig non ha avuto la possibilità
di rispondere alle gravi asserzioni dei 16 preti contestatari, se non dopo
la
lettera del 13 luglio che gli è stata
inviata, ma quando in seguito è venuto egli stesso a Roma a sostenere
la sua difesa, il
Cardinale Presidente della Commissione si
è rifiutato di riceverlo, sottolineando cosí un chiaro contrasto
con l’accoglienza
calorosa che egli stesso aveva riservato ai
rappresentanti dei 16 dissidenti.
Allo stesso modo non ha ricevuto alcuna risposta
il ricorso canonico presentato da padre Bisig alla CPED.
4 - Avendo analizzato questi fatti e tutti quelli riguardanti sia l’agitazione
dei 16 preti sia le reazioni della CPED, il consiglio
della Federazione Internazionale Una Voce
ne ha ricavato delle impressioni preoccupanti:
- L’apparizione improvvisa di una minoranza
dissidente in seno alla FSSP non s’è prodotta spontaneamente. Essa
è stata
preceduta da intense consultazioni
tra i sobillatori del gruppo ribelle e certi prelati in Francia e a Roma.
- Lungi dal dissuadere i dissidenti (che erano
“coscienti di commettere un grave atto”) e di richiamarli all’ordine, la
CPED
sembra averli aiutati nelle loro
sleali intenzioni.
- “Per fermare il loro sviluppo [quello della
FSSP] dobbiamo trovare un cavallo di Troia”. Questa frase è attribuita,
da una
fonte sicura, ad un prelato francese
di altissimo rango. Se essa è esatta, rivelerebbe che la dissidenza,
almeno
parzialmente, è stata ispirata
dal di fuori della FSSP.
5 - Con le tre decisioni comunicate al Padre Bisig con la lettera del
13 luglio 1999, la CPED sembra sconfessare non solo la
direzione data alla FSSP - con il consenso
e l’approvazione della CPED fin dal 1988 - ma anche le prospettive ecclesiali
secondo le quali essa era stata costituita
ed eretta canonicamente. Prospettive derivate dal “Protocollo d’accordo”
del 5
maggio 1988 firmato da Sua Eminenza
il Cardinale Ratzinger e Monsignor Marcel Lefèbvre.
Il posto previsto in questo protocollo
per una Società Sacerdotale di Vita Apostolica “tradizionale”, rimasto
vacante dopo il
rifiuto di Monsignore di ratificare
l’accordo, è stato occupato in seguito dalla FSSP, con l’attivo
sostegno del Vaticano.
Risulta cosí oltremodo sorprendente
leggere, nella lettera del 10 settembre 1999 indirizzata da Sua Eminenza
il Cardinale
Felici al Padre Bisig, che ci si attende
dalla FSSP che essa possa “prendere coscienza dei problemi che pone agli
altri
membri della Chiesa, come a molti vescovi,
e collocarsi meglio nella realtà della Chiesa”.
6 - In conclusione, intendiamo porre l’accento su tre punti:
a) Sotto la direzione competente e coscienziosa
del Rev. Padre Bisig e dei suoi assistenti, la FSSP si è sviluppata
come una
parte vivente
e promettente della “realtà della Chiesa”, in stretto accordo con
i termini del Motu Proprio “Ecclesia Dei
adflicta”.
Parlare di “problemi
che essa pone agli altri membri della Chiesa, come a molti vescovi” significa
semplicemente che fin
dall’inizio
questi membri della Chiesa, compresi numerosi vescovi, si sono rifiutati
di seguire le direttive pontificie; e
significa anche
che sono sorti nuovi problemi, che non esistevano prima né potevano
essere previsti nel 1988. In nessun
caso la FSSP
e il suo attuale Superiore possono essere ritenuti responsabili delle difficoltà
che ne derivano.
Di conseguenza
la loro soluzione - giuridica o prudenziale - non può essere cercata
in alcuna forma di reprimenda o di
degradazione
del dirigente della FSSP, né in un cambiamento di orientamento imposto
dall’alto.
b) Il Motu Proprio conteneva numerose assicurazioni
indirizzate all’insieme dei fedeli cattolici. Essi hanno visto
concretizzarsi
queste assicurazioni con l’erezione canonica della FSSP e delle altra Società
di Vita Apostolica con lo
stesso orientamento
e designate alla celebrazione della Liturgia Romana secondo i libri liturgici
in uso nel 1962. È questa
una parte essenziale
del carisma specifico di questi istituti, e la causa principale del sostegno
morale e materiale molto
generoso che
essi ricevono dai fedeli. Un’altra ragione è costituita dal sostegno
costante (anche se discreto) che questi
istituti hanno
ricevuto dalla CPED. La rottura di questo sostegno, soprattutto per quanto
concerne l’uso del Messale
Romano non modificato
del 1962, verrebbe considerata come una “mancanza di parola” della CPED
nei confronti dei
Cattolici della
tradizione, che non mancherebbero di far sentire le loro proteste.
c) La smentita formale prodotta dal
Cardinale Presidente circa l’intenzione della Commissione “di imporre alla
Fraternità
San Pietro la
celebrazione della liturgia romana riformata dal Papa Paolo VI” dovrebbe
contribuire a rassicurare i fedeli.
Tuttavia, le
incertezze create dalle “Risposte Ufficiali” (protocollo 1411/99 della
Congregazione per il Culto Divino del 3
luglio 1999)
sfortunatamente riducono di molto l’impatto salutare di questa assicurazione.
È necessaria una chiara dichiarazione della CPED con la quale
essa garantisca alla FSSP il perseguimento pacifico e determinato degli
scopi per i quali è stata creata nel 1988.
Se la CPED dovesse prendere in considerazione le richieste del piccolo
gruppo di dissidenti, dovrebbe allora invitarli a sollecitare il loro riconoscimento
come Società Apostolica separata, aventi scopi e statuti corrispondenti
al loro diverso orientamento. È sicuro che la FSSP aiuterà
tutti i preti che opteranno per questo nuovo istituto, facilitando il loro
trasferimento canonico nel modo piú facile e rapido possibile.
Con l’assicurazione del nostro piú profondo rispetto, rimaniamo
i servitori ubbidienti in Gesú Cristo di vostra Eminenza, e chiediamo
la vostra benedizione.
Dr. Michael Davies
Dr. E. M. de Saventhem
Conte Neri Capponi
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