Supplica al Santo Padre
di Mons. Bernard Fellay, 
Superiore generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X, 
presentata il 2 febbraio 2001 insieme con lo studio su 
"Il problema della riforma liturgica", 
redatto dai teologi della Fraternità
 



Il testo è stato tratto dal sito italiano della Fraternità San Pio X 
(http://www.sanpiox.it)

Il testo è stato evidenziato da noi




Questa “Supplica al Santo Padre” di Mons. Bernard Fellay, 
Superiore generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X, 
introduce uno studio dottrinale dal titolo 
Il problema della riforma liturgica. 
La Messa del vaticano II e di Paolo VI. Studio teologico e liturgico”, 
che sarà ben presto pubblicato in italiano e disponibile presso i Priorati della Fraternità. 
Tale lavoro è stato redatto da dei “pastori d’anime qualificati sul piano teologico, liturgico e canonico”, membri della Fraternità Sacerdotale San Pio X. 
Tale studio mette in luce le cause propriamente dottrinali della crisi attuale, rendendo manifesto il primo principio teologico che è all’origine della riforma liturgica del 1969: 
“Il primo principio [della riforma liturgica] è l’attualizzazione del mistero pasquale di Cristo nella liturgia della Chiesa” (Giovanni Paolo II, Vicesimus quintus annus, 4/12/1988).

Santità,

più di trent’anni fa, sotto il Vostro predecessore Paolo VI, una riforma di notevole importanza rimodellava il rito latino della liturgia cattolica, specie l’Ordo Missæ.

Questa riforma suscitò immediatamente turbamenti e controversie nel mondo intero. Alcuni studi motivati, segnatamente il “Breve esame critico del Novus Ordo Missæ” consegnato a Paolo VI dai cardinali Ottaviani e Bacci, segnalarono le sconcertanti deficienze ed ambiguità che viziano questa riforma.

Numerosi fedeli e sacerdoti si trovarono allora nella “tragica necessità di scegliere”. Fu per i cattolici un dramma spirituale senza precedenti.

Alcuni, tuttavia, affermarono che il tempo avrebbe dimostrato l’opportunità di una siffatta riforma dai suoi frutti (cf. Mt 7, 15-20 e Lc 6,43-44). Questo tempo è ormai passato, ma le controversie, invece di placarsi, aumentano giorno per giorno: fedeli, sacerdoti, vescovi e cardinali, sempre più numerosi, esprimono la loro perplessità dinanzi allo stato attuale della liturgia e il loro desiderio di veder rivivere più largamente la liturgia anteriore alla riforma.

Certamente, la liturgia si è evoluta nel corso della storia, come dimostrano le riforme realizzate nel secolo scorso da Pio X, Pio XII o Giovanni XXIII. La riforma liturgica postconciliare, però, per la sua ampiezza e la sua brutalità, rappresenta un inaudito sovvertimento, quasi una rottura radicale con la Tradizione liturgica romana. Soprattutto questa riforma contiene degli elementi inquietanti, ambigui e pericolosi per la fede.

Dinanzi a questo danno spirituale, la vera obbedienza alla Sede di Pietro, la vera sottomissione alla Chiesa, Madre e Maestra, ci ha obbligato, con numerosissimi altri cattolici di tutto il mondo, a restar fedeli ad ogni costo alla venerabile liturgia che la Chiesa romana celebra da lunghi secoli, liturgia che un tempo avete celebrato anche Voi.

Questa è la sacra eredità che ci ha lasciato il fondatore della nostra Fraternità Sacerdotale San Pio X, Mons. Marcel Lefebvre: «È chiaro, è manifesto che sul problema della Messa si svolge il dramma tra Ecône e Roma […]. Siamo convinti che il nuovo rito della Messa esprime una fede nuova, una fede che non è la nostra, una fede che non è la fede cattolica, […] che il nuovo rito sottintende e, se mi è lecito dirlo, suppone una diversa concezione della religione cattolica […]. Perciò noi siamo attaccati alla Tradizione che si è espressa in modo mirabile e definitivo, come ha ben detto San Pio V, nel sacrificio della Messa» (29 giugno 1976).

Dopo aver riflettuto e pregato, sentiamo il dovere, dinanzi a Dio, di rivolgerci nuovamente a Vostra Santità sul problema della liturgia. Abbiamo chiesto a pastori d’anime qualificati sul piano teologico, liturgico e canonico, di redigere una sintesi di alcune difficoltà, tra le più importanti, che la liturgia uscita dalla riforma postconciliare pone alla fede dei cattolici.

Questo lavoro ha cercato di risalire alle cause propriamente dottrinali della crisi attuale mettendo in luce i princìpi che sono all’origine della riforma liturgica e confrontandoli con la dottrina cattolica.

La lettura di questo documento rivela chiaramente - crediamo - che la “teologia del mistero pasquale”, a cui fu lasciata aperta la porta in occasione del Vaticano II, è l’anima della riforma liturgica. Poiché è riduttrice del mistero della Redenzione, poiché considera il sacramento unicamente in rapporto al “mistero”, poiché la concezione che ha del “memoriale” altera la dimensione sacrificale della Messa, questa “teologia del mistero pasquale” allontana pericolosamente la liturgia postconciliare dalla dottrina cattolica, alla quale dottrina nondimeno, la coscienza cristiana resta legata per sempre.

Santità,

la fede cattolica ci impone il grave obbligo di non tacere gli interrogativi che assalgono la nostra mente.

Non è forse nelle deficienze di detta teologia e della liturgia da essa uscita una delle principali cause della crisi che affligge la Chiesa da oltre trent’anni? Una situazione così grave non esige chiarimenti dottrinali e liturgici da parte dell’Autorità Suprema? I sudditi, per il cui bene è fatta la legge non hanno il diritto e il dovere, se la legge si rivela dannosa, di chiedere al legislatore con filiale fiducia, la modifica o l’abrogazione della legge?

Tra le misure più urgenti, non converrebbe far conoscere pubblicamente la facoltà che ha ogni Sacerdote di celebrare secondo l’integro e fecondo messale ricevuto da San Pio V, tesoro prezioso così profondamente radicato nella tradizione millenaria della Chiesa, Madre e Maestra?

Questi chiarimenti dottrinali e liturgici, uniti alla restaurazione universale della liturgia romana tradizionale, non mancherebbero di portare immensi frutti spirituali: restaurazione della vera nozione del sacerdozio e del Sacrificio e, di conseguenza, rinnovamento della santità sacerdotale e religiosa; aumento del fervore dei fedeli; rafforzamento dell’unità della Chiesa; impulso potente all’evangelizzazione dei Paesi da antica data cristiani e dei Paesi infedeli.

Noi supplichiamo instantemente Vostra Santità, che solo ne ha il potere come Successore di Pietro e Pastore delle Chiesa universale, di confermare i fratelli nella fede e di sanzionare con l’apostolica autorità gli indispensabili chiarimenti richiesti dalla tragica situazione attuale della Chiesa.

Una restaurazione così necessaria, tuttavia, non potrà realizzarsi nella Chiesa senza uno straordinario soccorso dello Spirito Santo, ottenuto per intercessione della beata Vergine Maria. Perciò con la preghiera, specialmente, con il santo sacrificio della Messa, avverrà questa restaurazione tanto desiderata ed a questo, da parte nostra e con la grazia di Dio, ci applicheremo e desideriamo applicarci sempre più.

Vostra Santità si degni di gradire i sentimenti del nostro filiale rispetto in Gesù e Maria.

+ Bernard Fellay
Superiore generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X

Flavigny, festa della Presentazione del Signore, 2 febbraio 2001



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