ROMA  FELIX
Lettera mensile di informazioni della Fraternità Sacerdotale San Pio X in Italia
Anno III - n. 4 Aprile 2001

Editoriale di don Michele Simoulin sullo stato dei contatti con il Vaticano

Tutti hanno saputo più o meno dei contatti avvenuti questi mesi scorsi con il Vaticano. Dapprima, Mons. Fellay aveva scelto la discrezione, anzi il silenzio, perché il segreto non era solo nostro, ma anche quello del Papa e del cardinale che ci aveva invitato a qualche colloquio. Però, siccome ci sono state delle indiscrezioni, perfino nella stampa francese o italiana, ritengo utile darvi qualche informazione.

Questo genere di cose tanto delicate non sopporta di solito troppa pubblicità, ma cercherò di non svelare niente che possa creare qualche complicazione.

Dopo il pellegrinaggio dell’estate scorsa, il cardinale Castrillòn Hoyos, Prefetto della Congregazione del Clero, colpito dalla nostra fede e del fervore dei fedeli, volle incontrare i nostri vescovi. Infatti tre di loro andarono da lui. Poi, egli chiese a Mons. Fellay di venire ad incontrarlo per un colloquio informale. Alla fine, espresse il desiderio di condurre Mons. Fellay dal Papa, cosa che avvenne l’indomani. L’incontro fu molto breve, perché il Papa era atteso sulla piazza San Pietro per l’udienza pubblica, e si svolse nella sua cappella privata. Non essendo il luogo appropriato per delle dispute teologiche, non ci fu niente di più che uno scambio di buone parole. Il Papa disse che era felice di questi incontri, che ci benediceva e che ci augurava un buon anno. 

Poi, ci fu un altro incontro in gennaio con lo stesso Cardinale, dopo di che questi ci fece delle proposte abbastanza inattese e favorevoli. Se si può dire così, tutto sembra tanto bello e insperato che facciamo fatica a crederci. 
Perciò, dopo altri incontri più discreti del Cardinale con qualche sacerdote della Fraternità rappresentante del Superiore Generale, abbiamo chiesto un po’ di tempo per riflettere. 
Inoltre abbiamo anche chiesto che il Vaticano faccia qualche cosa in favore della Messa Tridentina. 
Perché? Innanzitutto perché la Fraternità non lavora per sé stessa, ma per la Chiesa. Così, chiedendo la Messa per tutti, chiediamo un bene per la Chiesa. 
Fino ad ora, però, nulla è stato fatto e forse ci vorrà ancora molto tempo perché si faccia qualcosa.

Ora, dunque che cosa dobbiamo fare? 
Non si tratta tanto di discutere, o valutare il pro ed il contro, o prendere posizioni, ma più umilmente pregare per i nostri superiori. Hanno bisogno solo di queste due cose: la nostra fiducia e le nostre preghiere ­ ma ne hanno tantissimo bisogno. 
E non dimentichiamo anche di pregare per i prelati di Roma, affinché Dio continui in loro il lavoro iniziato, per il bene della sua Chiesa.
D’altronde, leggerete più avanti una bellissima supplica di Mons. Fellay al Papa. L’abbiamo estratta da uno
studio che siamo traducendo e che vorrei stampare al più presto, perché mi pare sia lo studio più approfondito sul nuovo rito della Messa. Sarà intitolato in Il problema della riforma liturgica. È stato fatto dai nostri sacerdoti, i quali, con lo studio attento di tutti i testi usciti dal Concilio fino ad oggi sulla liturgia e sullo spirito della nuova liturgia, sono riusciti a capire l’essenza della riforma, cioè la sostituzione del dogma della redenzione con la teologia del mistero pasquale.

Dunque nell’attesa dello studio stesso, leggete e meditate questa supplica, e preghiamo tutti affinché il Papa l’ascolti e le dia una risposta benedetta da Dio.
 
 



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