Intervista concessa da S. Ecc. Rev.ma Mons. Bernard Fellay, Superiore generale della Fraternità San Pio X, 
a Le Figaro: 23 marzo 2001




Dall’agosto 2000, in occasione del giubileo, sono iniziati degli incontri interlocutori tra Roma e la Fraternità San Pio X. A che punto si trovano oggi?

Nel corso dell’incontro che ho avuto il 16 gennaio col Card. Castrillòn Hoyos, gli ho esposto la necessità di accordarci delle garanzie preliminari per dare inizio ad ogni discussione. Da allora aspettiamo una risposta. Sta a Roma fare il primo passo per un riavvicinamento, in particolare liberalizzando la Messa. Bisogna infatti permettere ai preti del mondo intero di poter celebrare la Messa tridentina.


Perché chiedete delle garanzie?

Noi abbiamo l’esempio della Fraternità San Pietro che, in questi ultimi tempi, ha avuto dei contrasti con Roma. Numerosi fedeli alla Tradizione ritengono di essere stati traditi da Roma. Non abbiamo fiducia e sentiamo che Roma ésita, affermando, senza volerlo veramente, che è possibile concedere la Messa tridentina a tutti i preti.


Perché una tale insistenza sulla Messa?

Essa esprime pienamente tutte le differenze teologiche che ci sono tra noi, insieme alla crisi della Chiesa. La Chiesa cede all’attrazione del mondo e rinuncia alla Croce. La Messa tridentina e quella di Paolo VI sono due mondi differenti. Noi chiediamo alla Chiesa di ricordare ai fedeli, e soprattutto ai preti, il mondo della Messa tridentina.


Lei è pessimista sulle possibilità di un accordo?

Umanamente potrei esserlo, ma la Chiesa è soprannaturale, protetta da Dio. Non ci limitiamo alle nostre considerazioni umane, anche se alcune dichiarazioni episcopali in Francia chiudono piú porte di quante ne aprano. Quali che siano le difficoltà di un tale cammino, io non perdo la speranza: un giorno Roma e Ecône si ritroveranno.
Pretende di essere il solo ad aver ragione nei confronti di Roma?
Non sono io ad aver ragione contro Roma, ma la Tradizione. Non traiamo la nostra forza e la nostra sicurezza da noi stessi, ma da ciò che ha sempre fatto la Chiesa. D’altronde, altri diversi da noi, teologi, cardinali, criticano il Concilio Vaticano II, che non ha voluto essere dottrinale e quindi è riformabile.




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