IL MISTERO D’ISRAELE

UN CONFRONTO TRA LA RIVELAZIONE

E NOSTRA AETATE



di Don Curzio Nitoglia

Gli articoli dell'Autore sono reperibili sul suo sito
https://doncurzionitoglia.wordpress.com/










I - LA DIVINA RIVELAZIONE

SECONDA PARTE

SAN PAOLO, SAN GIOVANNI E SAN MATTEO


SAN PAOLO, 1A EPISTOLA AI TESSALONICESI



Nella Prima Epistola ai Tessalonicesi (II, 15-16) San Paolo specifica ancor meglio: “I quali [Giudei] hanno perfino messo a morte il Signore Gesù e i Profeti ed hanno perseguitato anche noi; essi non piacciono a Dio e sono nemici di tutti gli uomini, impedendo a noi di predicare ai Pagani perché possano essere salvati. In tal modo essi colmano la misura dei loro peccati! Ma oramai l’ira di Dio è arrivata al colmo sul loro capo”.


San Paolo, Ia Epistola ai Corinzi

È rivelato ancora in San Paolo: “Si quis non amat Dominum Nostrum Jesum Christum anatema sit. Maranà thà / Se qualcuno non ama N. S. Gesù Cristo sia separato da Dio. Signore vieni” (I Cor., XVI, 22). Padre Marco Sales commenta: “Se qualcuno non ama di amore tenero e soprannaturale Gesù Cristo, sia anatema, cioè sia maledetto. Maranà thà, espressione aramaica, che probabilmente significa: Gesù viene per giudicare chi non lo ama e per mandare in esecuzione la sentenza di condanna contro di lui” (Le Lettere degli Apostoli, Proceno-Viterbo, II ed., 2016, S. PAOLO, I  Corinti, cap. XVI, v. 22, p. 254, nota 22).


I VANGELI

SAN GIOVANNI

I Giudei increduli sono inescusabili

Nel Vangelo secondo Giovanni (XV, 22-27; XVI, 1-4) Gesù dice ai suo Apostoli, a partire dal verso 22 del capitolo XV: «Se non fossi venuto e non avessi parlato loro [ai Giudei che non lo hanno accolto, ndr], non avrebbero nessun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato».

S. Tommaso d’Aquino, il Dottore Ufficiale o Comune della Chiesa, nel suo Commento al Vangelo di San Giovanni chiosa riassumendo il consenso unanime dei Padri ecclesiastici: «Siccome l’ignoranza di per sé scusa la colpa, qui Egli mostra che i Giudei increduli sono inescusabili […], per due motivi: primo, per la verità del Suo insegnamento; secondo, per l’evidenza dei Suoi prodigi […]; in terzo luogo, indica la radice della loro avversione contro gli Apostoli: “Chi odia Me, odia anche il Padre”» (Capitolo XV, Lezione V, n. 2044). Quindi per il Santo Dottore «Tutte le persecuzioni le faranno agli Apostoli a causa del nome di Cristo; ma non potranno esserne scusati, poiché “Son venuto ed ho parlato loro”» (n. 2045). Se il Verbo non fosse venuto e non avesse parlato e fatto miracoli dinanzi a loro, “non avrebbero alcun peccato”. Ma qual è il loro peccato? Non si tratta di un peccato qualsiasi, bensì di quello di incredulità (n. 2046).

Il Vangelo continua: «“Ma ora”, per il fatto che son venuto ed ho parlato, esclusa l’ignoranza incolpevole, “essi non hanno scusa del loro peccato [d’incredulità, ndr]”» (n. 2048). Inoltre Cristo aggiunge sùbito: «“Chi odia Me, odia anche il Padre”, come per dire: è loro imputato a colpa, non l’ignoranza di Me e del Padre, ma l’odio che hanno per Me e che ridonda in odio contro il Padre. Infatti, Padre e Figlio, essendo una cosa sola nell’essenza, […] chiunque ama il Figlio ama anche il Padre; e chiunque conosce l’Uno conosce anche l’Altro; mentre chi odia il Figlio odia anche il Padre» (n. 2050). Quindi il Giudaismo talmudico, odiando Gesù odia anche Dio Padre; solo quando Israele si convertirà a Cristo e Lo amerà sarà carissimo a Dio in sé, per cui è smontato il sofisma di NA.






 
febbraio 2024
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