IL MODERNISMO NELLA CHIESA CATTOLICA

Spunti di riflessione

parte quinta


Articolo di Catholicus


Parte prima
Parte seconda
Parte terza
Parte quarta
Parte quinta

L'argomento è stato più ampiamente sviluppato dall'Autore. Le diverse parti sono scaricabili in formato pdf ai seguenti collegamenti:
Modernismo-parte-prima.pdf; Modernismo-parte-seconda.pdf; Modernismo-parte-terza.pdf; Brutte Chiese e telogia della fuffa.pdf; Chiesa cattolica e protestantesimo.pdf; Modernismo-Appendice.pdf



Fatima e i modernisti

Nell’ambito della sfortunata (per noi cattolici) parabola modernista in seno alla Chiesa Cattolica, assume particolare rilevanza la vicenda del c.d. “terzo segreto di Fatima”, della sua secretazione, nonché della segregazione di Suor Lucia nel monastero di Coimbra, in Portogallo.
Viene spontaneo chiedersi perché le apparizioni ed il messaggio di Fatima siano così importanti agli effetti della storia del modernismo. La risposta a tale domanda non è poi così difficile, se si ha presente la parte rivelata del terzo segreto e quella che, a detta di molti esperti della materia, non è invece stata rivelata.

Analoghi avvertimenti di Nostra Signora circa l’attuale grave crisi che sta vivendo la Chiesa Cattolica vi erano già stati nei secoli precedenti e ve ne sono stati anche dopo, ma essi non hanno suscitato l’eco provocata nel popolo di Dio dalle apparizioni e dal messaggio di Fatima. Ci riferiamo alle apparizioni di Quito, in Ecuador (1634), di La Salette, in Francia (1846), di Garabandal, in Spagna (1961-65), di Akita in Giappone (1973) e di Itapiranga, in Brasile (1994).

Due sono le colonne portanti del messaggio di Fatima, due le disgrazie, per così dire, dalle quali esso ci metteva in guardia, offrendoci però al contempo i rimedi per prevenirle ed evitarle, od almeno per ridurre di molto i danni che esse avrebbero potuto causare.
I pericoli dai quali la Madonna ci metteva in guardia erano l’ascesa del comunismo sulla scena mondiale (cioè il suo passaggio da semplice teoria rivoluzionaria a regime dittatoriale e totalitario, e la sua diffusione a livello planetario) e l’apostasia in seno alla Chiesa Cattolica, che sarebbe partita dal suo vertice.
Comunismo e apostasia della Chiesa: due minacce mortali per la Chiesa e l’umanità intera.

Riguardo al primo avvertimento si nota subito una singolare coincidenza di date. Il 1917 infatti, anno delle apparizioni, è anche l’anno in cui scoppia la rivoluzione comunista in Russia, anzi essa si verifica proprio nel mese di ottobre (il famoso “ottobre rosso” dei comunisti, nome che avevano assegnato anche al sommergibile protagonista di un famoso film “Caccia ad ottobre rosso”), quando si concludono le apparizioni, con il famoso miracolo del sole roteante (il 13 ottobre 1917).

Riguardo al secondo avvertimento, cioè quello che ci è stato finora tenuto nascosto, la natura del pericolo incombente sulla Chiesa è trapelata dalle indiscrezioni rilasciate da chi ha preso visione del messaggio. Tra gli alti prelati che hanno fatto riferimento all’apostasia della gerarchia cattolica come contenuto del terzo segreto di Fatima possiamo citare il cardinale Mario Ciappi,  teologo dei Papi da Pio XII a Giovanni Paolo II. In un documento personale inviato al Professor Baumgartner di Salisburgo, il cardinale Ciappi rivelò che nel Terzo Segreto veniva predetto, tra le altre cose, che la grande apostasia nella Chiesa sarebbe iniziata dal suo vertice, conferma ufficiale, questa, del messaggio di La Salette del 1846, dove si legge che “la Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventerà la sede dell’Anticristo“.
Inoltre possiamo citare anche il cardinale Silvio Oddi, secondo il quale nel terzo segreto “la Beata Vergine Maria ci sta avvertendo della grande minaccia dell’apostasia nella Chiesa.” Entrambi i cardinali avevano preso visione della terza parte del segreto di Fatima, per cui sono degni della massima affidabilità. 
Altri prelati presero visione del terzo segreto (tra questi il cardinal Ottaviani  e mons. Capovilla, allora segretario di Papa Giovanni XXIII), ma non si sono lasciati sfuggire nessuna indiscrezione.

A proposito dell’apostasia promanante dai vertici della Chiesa, bisogna tener presente che la Massoneria, nemica implacabile del Papa e della Chiesa Cattolica (fatto comprensibile se si tiene conto che essa pratica il culto di Lucifero) ad un certo punto della sua battaglia contro la Chiesa, constatata la difficoltà di vincere con un attacco frontale, decise di ricorrere al sistema del “cavallo di Troia” consistente, come noto, nell’infiltrare di nascosto propri emissari nella cittadella nemica, al fine di farsi aprire le porte e così invaderla e distruggerla.
E’ significativo, anche in questo caso, notare una singolare coincidenza di date, e cioè come la prima traccia scritta di questo programma della massoneria moderna (nata tra l’altro nel 1717 a Londra) si trovi nelle cosidette “istruzioni dell’alta vendita” risalenti al 1817, fatte proprie dalla carboneria italiana, un’organizzazione tipicamente massonica, mirante all’unificazione dell’Italia tramite la distruzione del potere temporale del papato e, possibilmente, la protestantizzazione dell’Italia e della Chiesa Cattolica (quest’ultima avvenuta, di fatto se non di nome, grazie al Concilio Vaticano II - CVII). In queste istruzioni si afferma apertamente che la lotta alla Chiesa Cattolica dovrà essere condotta dall’interno, infiltrando propri uomini nella sua organizzazione gerarchica di modo che essi, salendo gradino dopo gradino, possano giungere sino al vertice, e da lì procedere alla sua demolizione. Questo infatti è ciò che è avvenuto (anche se il lavoro non è ancora stato completato) con l’elezione al soglio pontificio di Angelo Roncalli prima e di Giovanbattista Montini poi, e con la convocazione del CV II.

Roncalli e Montini, due amici, due modernisti accaniti, due simpatizzanti dei comunisti, degli scismatici (il primo) e degli eretici (il secondo), che sono riusciti ad imprimere una svolta epocale alla Chiesa Cattolica, portandola verso l’obiettivo finale della Massoneria, cioè la sua autodemolizione (compito finale che si è assunto, esplicitamente, l’attuale Pontefice Papa Francesco, al secolo Jorge Bergoglio).

Impostato così il problema del messaggio di Fatima nella sua strutturazione in tre parti separate  e distinte, ognuna con un suo contenuto specifico, mirante a mettere in guardia da un preciso pericolo per la Chiesa e l’umanità intera, ben si comprende perché Papa Giovanni, una volta venuto a conoscenza del contenuto del terzo segreto, abbia deciso di seppellirlo negli archivi vaticani, lasciando ai suoi successori la decisione se pubblicarlo o meno (sebbene Maria Santissima  avesse detto a suor Lucia che esso avrebbe dovuto esser reso di pubblico dominio al più tardi entro il 1960, oppure alla data della morte della veggente).
Ma per impedire che suor Lucia si lasciasse sfuggire qualcosa che potesse far trapelare la tremenda verità contenuta nel terzo segreto, il cosidetto “Papa buono” dovette adottare misure restrittive anche nei confronti della veggente, segregandola a vita nel monastero di clausura di Coimbra, in Portogallo, con il divieto più assoluto di incontrare chicchessia senza l’autorizzazione del Vaticano.
Questo modo di agire di Roncalli (modernista fin dai tempi di Enrico Buonaiuti, di cui era amico) non sorprende più di tanto, se solo si pensa a come perseguitò anche Padre Pio, al disprezzo che nutriva verso San Pio X ed al fatto che convocando il Concilio (che ha ribaltato la dottrina cattolica sotto le mentite spoglie di un semplice aggiornamento pastorale al mondo moderno) abbia di fatto messo la città di Dio nelle mani dei nemici di Cristo.

Ma c’è un’ipotesi ancora più inquietante che gli studiosi dell’“affaire Fatima” (in particolare quelli dell’Associazione italo-canadese Madonna di Fatima) hanno avanzato in questi ultimi anni, e cioè che suor Lucia dos Santos sia morta (per cause naturali? Perché messa a tacere per sempre?) verso la fine degli anni ‘50 e che il Vaticano abbia provveduto a sostituirla con una controfigura, peraltro poi nemmeno tanto somigliante, decidendo quindi di tenerla nascosta a tutti, inclusi i familiari più stretti, che potevano comunicare con lei solo da dietro una grata che impediva loro di riconoscerla, e ciò per evitare che la sostituzione divenisse di pubblico dominio.
Le rare foto della suora “post 1960”, però, se confrontate con quelle risalenti ad anni precedenti rivelerebbero l’impostura; ciò vale anche per il confronto tra la calligrafia risalente ai due periodi sopra indicati (tratta da scritti della veggente ritenuti autentici). Queste discrepanze somatiche e grafologiche sono ovviamente il risultato di approfonditi studi, eseguiti con i più moderni strumenti tecnologici di indagine.

Dicevamo prima che la Madonna, a Fatima ci aveva messo in guardia da due pericoli che minacciavano la sopravvivenza stessa della Chiesa Cattolica: l’ascesa e la diffusione del comunismo a livello mondiale e l’apostasia della gerarchia e dell’intero clero cattolico, cioè il tradimento di Nostro Signore Gesù Cristo, il ribaltamento della dottrina bimillenaria, il rifiuto di continuare ad eseguire il compito affidato da Cristo agli Apostoli al momento della Sua Ascensione al Cielo (l’annuncio del Vangelo a tutte le genti, fino ai confini della terra, e la loro evangelizzazione, cioè  il famoso proselitismo dileggiato dall’attuale Pontefice), la negazione dei dogmi, dei miracoli, financo della stessa Resurrezione ed Ascensione oltre, ovviamente, alla negazione di tutti i dogmi mariani (già negati dai protestanti, dalle cui fila ha tratto origine la moderna Massoneria, come già accennato).

Per fronteggiare questi pericoli, però, la Madonna ci forniva anche le armi necessarie, i rimedi indispensabili: la recita quotidiana del Santo Rosario, con la formula da aggiungere al termine di ogni decina; l’introduzione della pia devozione dei primi cinque sabati del mese, da associare a quella dei primi nove venerdì del mese; la consacrazione al Suo Cuore Immacolato di singole persone, famiglie, parrocchie, intere nazioni.
Ma purtroppo i pontefici non vollero darLe ascolto e non accolsero nessuno dei rimedi da Lei propostici, tranne l’inserimento della nuova preghiera al termine di ogni decina del Rosario (“Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in Cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della Tua misericordia”).
Purtroppo però nemmeno questo è stato universalmente adottato poiché, ad esempio, il Rosario trasmesso quotidianamente da Lourdes (in lingua italiana) non comprende questa formula né, tantomeno, le litanie conclusive, al posto delle quali sono invece proposte delle meditazioni, spesso del cardinal Martini o di don Tonino Bello, attribuendo così una connotazione modernista anche alla più bella preghiera mariana della Chiesa Cattolica.

In particolare Nostra Signora di Fatima chiese al Papa la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato, da effettuarsi pubblicamente, “apertis verbis”, in unione con tutti i vescovi del mondo. Ma nemmeno questa richiesta è stata mai accolta.
Tentativi di consacrazione ne furono fatti diversi, a partire da quello di Pio XII nel 1942, ma purtroppo senza le modalità richieste da Nostra Signora. Anche quello effettuato nel 1984 da Giovanni Paolo II, poi spacciato per valido, non aveva i requisiti richiesti; era infatti un semplice atto di affidamento (cosa diversa dalla consacrazione ufficiale) del mondo intero, nel quale Papa Wojtyla evitò di nominare espressamente la Russia.
Nonostante ciò, successivamente il Vaticano dichiarò che suor Lucia aveva riferito che la Madonna aveva accettato quell’atto di affidamento come adempimento alla Sua richiesta.
Ma qui ci sarebbero da fare dei distinguo: si trattava della vera suor Lucia o della sua controfigura? E, nel primo caso, era una dichiarazione spontanea o ottenuta forzando la sua volontà con richieste di obbedienza all’autorità pontificia? Fatto sta che la cosa morì lì e in seguito, di fronte a reiterate richieste di ripetere la consacrazione, Papa Ratzinger oppose sempre un rifiuto.

E’ significativo, però, riportare una specie di aneddoto che circola da anni: una volta papa Wojtyla, rispondendo a chi gli domandava insistentemente di effettuare la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria Santissima nel modo la Lei richiesto, si lasciò sfuggire la seguente risposta “se lo facessi, mi ucciderebbero e metterebbero un comunista al mio posto”; è fin troppo facile capire a quale “comunista” si riferisse : si trattava, evidentemente, del cardinal Casaroli, l’eminenza grigia di Paolo VI, che gli aveva affidato la gestione dei rapporti con il Kremlino, la sua famosa “Ostpolitik”. Quindi non era per non irritare gli ortodossi che Karol Wojtyla non voleva consacrare apertamente la Russia, ma bensì perché sapeva che, se lo avesse fatto,  i porporati rossi (non nell’abito, ma nell’anima) lo avrebbero tolto di mezzo, come probabilmente sarà stato tolto di mezzo, a suo tempo, anche il mite Albino Luciani, Papa Giovanni Paolo I (intenzionato come era a rinnovare tutto l’apparato della Curia vaticana, incluso il Segretario di Stato cardinal Villot, che la sera prima della sua morte ebbe con lui un violentissimo alterco, venendo a conoscenza che all’indomani  sarebbe stato rimosso).

La consacrazione della Russia sarebbe stata in grado di fermare l’espansione planetaria del comunismo e di far ritornare la Russia alla fede cristiana. Secondo alcuni, però, la conversione della Russia si sarebbe riferita non al semplice ritorno alla libertà di professare la fede ortodossa (come è successo poi dal 1989), bensì alla vera e propria conversione al Cattolicesimo, cioè al rientro degli ortodossi in Santa Romana Chiesa, realizzando così quella forma di unità dei cristiani che è sempre stata nelle intenzioni dei Papi preconciliari.
Il fatto che tale tipo di conversione non si sia finora verificato porta acqua al mulino di coloro che affermano che la consacrazione richiesta dalla Madonna non sia stata ancora effettuata.

Concludendo, non si può far a meno di osservare come gli strumenti di difesa offertici dalla Madonna per fronteggiare i pericoli paventati nel messaggio di Fatima siano stati rifiutati e manipolati dai Pontefici e dalla gerarchia vaticana (ricordo qui il famoso “partito di Sodano”, di cui parla Antonio Socci nei suoi libri su Fatima,  di cui facevano parte, oltre all’allora Segretario di Stato Angelo Sodano, anche il vescovo Tarcisio Bertone, monsignor Giancarlo Ravasi e lo stesso Joseph Ratzinger).
Ciò è più che comprensibile se solo si pensa che la definitiva secretazione del terzo segreto è avvenuta dopo che le forze moderniste avevano preso il potere nella Chiesa, grazie all’elezione di Angelo Roncalli al Soglio pontificio. Questi, come è stato testimoniato anche dal cardinale Oddi, non voleva assolutamente sentir parlare di profezie nefaste, di sciagure per la Chiesa e l’umanità, e lo dimostrò con quel suo sprezzante titolo di “profeti di sventura” attribuito, fra gli altri, ai veggenti di Fatima (oltre a ciò, come già accennato, nutriva disprezzo anche per S. Pio X).

Il fatto che, come affermato esplicitamente da suor Lucia (quella ante 1960, poiché quella post 1960, sia stata ancora lei, coartata dal vaticano, oppure la sua controfigura, cambiò radicalmente parere) la terza parte del segreto dovesse essere resa di pubblico dominio al più tardi entro il  1960, oppure al momento della sua morte, se fosse avvenuta in epoca precedente, ci fa subito pensare ad un altro fatto importante, e cioè che il 25 gennaio 1959 Papa Giovanni XXIII dette l’annuncio della convocazione del Concilio Vaticano II. Se si accetta quindi l’ipotesi che il terzo segreto si riferisse all’apostasia della Chiesa Cattolica, partita dal suo vertice, si capisce perché il “Papa buono” abbia deciso di secretarlo, provvedendo nel contempo anche a segregare suor Lucia, vera o falsa che fosse, preferendo annunciare l’apertura del Concilio anziché rivelare al mondo intero il tremendo contenuto della terza parte del messaggio di Fatima. Si dice addirittura che abbia rifiutato persino di leggerlo prima di aver annunciato l’apertura del Concilio, quasi a voler mettere la Madonna di  fronte al fatto compiuto! Il Concilio, infatti, avrebbe concretizzato quel grande pericolo (l’apostasia della Chiesa) dal quale ci metteva in guardia Nostra Signora nella terza parte del messaggio di Fatima, una pericolosa deriva verso l’autodemolizione della Chiesa, nel pieno della quale ci troviamo adesso, grazie soprattutto all’opera di Papa Francesco, che giustamente è stato soprannominato “il grande riformatore” (sic!).
Il fatto poi che il rifiuto di divulgare il testo del terzo segreto ed il contemporaneo annuncio del Concilio siano stati opera di un Papa che volle scegliere il nome dell’ultimo antipapa della storia della Chiesa (quasi a dare un  segnale subliminale delle sue reali intenzioni) contribuisce a farci capire che con Roncalli è veramente iniziato un periodo di tremenda  crisi della Chiesa Cattolica.

Il rifiuto opposto dai Pontefici alla consacrazione della Russia riporta alla memoria un analogo rifiuto, precisamente quello opposto dal Re Sole, Luigi XIV, alla consacrazione della Francia al Sacro Cuore di Gesù, la cui richiesta gli fu avanzata da S. Maria Margherita Alacoque su incarico di Nostro Signore nel 1689. Il rifiuto di fare la consacrazione, ripetuto poi anche da Luigi XV portò, esattamente cento anni dopo, allo scoppio della Rivoluzione Francese ed alla tragica fine della dinastia capetingia.
Analoga sorte subiranno i pontefici che hanno rifiutato di consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Mia Madre”, disse Nostro Signore a suor Lucia. Mentre nel primo caso il rifiuto della consacrazione della Francia al Sacro Cuore di Gesù provocò la sciagura della Rivoluzione Francese e di tutto ciò che è ad essa seguito (la rivoluzione italiana, impropriamente detta Risorgimento, la nascita e la diffusione del comunismo, la fine del potere temporale della Chiesa), nel secondo  caso il rifiuto della consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria Santissima ha portato alla diffusione del comunismo su scala mondiale e persino all’interno della stessa Chiesa (nascita della teologia della liberazione, cattocomunismo, affermazione di Papa Francesco di essere sempre stato  “di sinistra”), oltre al rifiuto di condannare il comunismo ateo ed omicida da parte di Montini e dei progressisti al CV II.

Giunti al termine dell’esposizione di questo quadro apocalittico, tale da indurre chiunque alla più cupa disperazione, ci soccorrono e ci confortano le parole della Madonna, che conclude  il messaggio di Fatima affermando  “…quando tutto sembrerà perduto, Io sarò con voi …. alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà”.

Bando alle tristezze, dunque, e in alto i cuori, sempre vigili nell’attesa della vittoria di Maria Santissima sul serpente infernale e sui suoi piani di distruzione della Chiesa e dell’umanità intera.

ad maiorem Dei  gloriam et salus animarum




quando tutto sembrerà perduto, allora Io sarò con voi
….. alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà

Maria Santissima, Regina delle Vittorie


 




 
marzo 2024
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