Caro Francesco, e adesso,
porgi l’altra guancia?

di Belvecchio





Torre Pellice (TO) - 24 agosto 2015 - Valdesi e Metodisti in Sinodo


In vista del Sinodo delle chiese Valdese e Metodista italiane, inauguratosi a Torre Pellice (TO) il 24 agosto scorso, papa Bergoglio si è premurato di far pervenire un suo messaggio augurale a firma del Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, nel quale si legge che il Pontefice assicura «un fervido ricordo nella preghiera e un cordiale e fraterno saluto, quale segno della sua spirituale vicinanza».

Il primo atto di questa assise di vecchi e irriducibili “protestanti” è stata l’approvazione a larga maggioranza di una lettera aperta inviata a papa Bergoglio, in risposta alle dichiarazioni da questi espresse nel corso della sua visita al tempio valdese di Torino, il 22 giugno 2015 (di cui abbiamo già parlato in questo sito qui e qui), con particolare riferimento alla seguente ennesima richiesta di “perdono”: «Da parte della Chiesa Cattolica vi chiedo perdono. Vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi. In nome del Signore Gesù Cristo, perdonateci!».

In questa lettera si legge – come riportato da “La Stampa” di Torino (art. di Domenico Agasso JR del 24 agosto 2015) -:
«Caro fratello in Cristo Gesù, il Sinodo della Chiesa evangelica valdese riceve con profondo rispetto, e non senza commozione, la richiesta di perdono da Lei rivolta, a nome della sua Chiesa, per quelli che Lei ha definito “gli atteggiamenti non cristiani, persino non umani” assunti in passato nei confronti delle nostre madri e dei nostri padri» … [e la accoglie] … «come ripudio non solo dalle tante iniquità compiute ma anche del modo di vivere la dottrina che le ha ispirate. Nella Sua richiesta di perdono cogliamo inoltre la chiara volontà di iniziare con la nostra Chiesa una storia nuova, diversa da quella che sta alle nostre spalle in vista di quella “diversità riconciliata” che ci consenta una testimonianza comune al nostro comune Signore Gesù Cristo. Le nostre Chiese sono disposte a cominciare a scrivere insieme questa storia, nuova anche per noi» … «La nostra comune fede in Cristo ci rende fratelli nel Suo Nome, e questa fraternità noi già la sperimentiamo e viviamo in tante occasioni con sorelle e fratelli cattolici: è un grande dono che ci viene fatto e che speriamo possa essere condiviso da un numero crescente di membri delle due Chiese» … [tuttavia] «questa nuova situazione non ci autorizza a sostituirci a quanti hanno pagato col sangue o con altri patimenti la loro testimonianza alla fede evangelica e perdonare al posto loro. La grazia di Dio, però, “è sovrabbondata, là dove il peccato è abbondato” (Romani 5,20), e questo noi crediamo e confessiamo, certi che Dio vorrà attuare questa sua parola anche nella costruzione di nuove relazioni tra le nostre Chiese».

Risuona ancora adesso, e risuonerà per molto tempo, il fragore del sonoro schiaffone affibbiato con questa lettera a papa Bergoglio dai 180 presenti a questo Sinodo protestante. Uno schiaffone ben meritato, dobbiamo dire, perché è la logica conseguenza dell’inconsulta e blasfema iniziativa da lui caldamente voluta: non si può impunemente entrare nella tana del lupo e poi pretendere che il lupo non ti azzanni.

D’altronde, a ben guardare, questa sferzante risposta dei Valdesi a papa Bergoglio è del tutto coerente, tanto quant’è stata incoerente l’iniziativa di papa Bergoglio e quella degli altri papi conciliari. Per di più essa permette di evidenziare che, da un punto di vista meramente umano, i Protestanti seguono una logica inoppugnabile: non possono perdonare oggi a nome dei loro avi; al contrario dei prelati e dei papi cattolici conciliari che si permettono illogicamente di chiedere perdono a nome dei cattolici che li hanno preceduti nei secoli.

A questo punto, quello che ci si potrebbe aspettare è che papa Bergoglio porga l’altra guancia e dia di mano ad un’altra iniziativa pro-Valdesi che permetta a questi ultimi di assestargli un altro più fragoroso schiaffone. Così che la farsa abbia il suo giusto epilogo.



Valdesi - e Valdese - si recano alla riunione


agosto 2015

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