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Papa Francesco: muro cubano, ponti e “frantumi” di
Armando F. Valladares.
27 febbraio 2017 Articolo inviatoci dall'Autore, pubblicato su Destaque Internacional - CubDest L'immagine è nostra
L’ex Presidente Calderón, dopo aver definito “dispotica” e “indegna” la proibizione castrista, ha affermato che secondo lui tale misura “ha fatto a pezzi” l’aspettativa sua e delle altre personalità internazionali che nella Cuba comunista “le cose sarebbero cambiate” se si fosse temporeggiato col regime cubano. 20 ex dirigenti ispanoamericani, la cancelleria e diverse personalità hanno condannato la proibizione di entrare a Cuba per Almagro, Calderón y Aylwin. Al contrario, la diplomazia vaticana ha mantenuto, a quanto ne sappiamo, un ermetico e significativo silenzio. In occasione del suo viaggio a Cuba, nel settembre del 2015, Papa Francesco ebbe a dire che i “muri” dovevano cadere e che, al contrario, dovevano erigersi dei “ponti”. Come poi s’è visto, fu proprio Francesco che si incaricò di orientare la diplomazia vaticana per tendere un “ponte” tra il regime cubano e il governo Obama, al punto che l’allora Presidente statunitense si recò a Cuba nel marzo del 2016, pochi mesi dopo la visita del Papa. Nell’insieme, il viaggio papale e il viaggio di Obama, che molti interpretarono come un aiuto per ottenere la libertà del popolo cubano, si sono rivelati, oggettivamente e indipendentemente dalle intenzioni di questi importanti protagonisti, un gigantesco sostegno pubblicitario al regime dell’isola-carcere. Imitando Francesco e Obama, altre cancellerie e organismi internazionali hanno stabilito ponti verso Cuba. Due anni dopo, la repressione non ha fatto che aumentare. I risultati saltano agli occhi: sono i “punti” e non i “muri” castristi che cadono a pezzi. Il 3 ottobre del 2015, pochi giorni dopo il viaggio papale a Cuba, nell’articolo “Francesco abbraccia i Lupi e puntella il muro comunista”, ho avuto modo di mettere sull’avviso con profondo dolore, in quanto cattolico, cubano ed ex prigioniero politico per decenni, che in realtà i “ponti” in costruzione sull’auspicio di Francesco stavano servendo, non per la libertà del popolo cubano, ma per aiutare politicamente, finanziariamente e diplomaticamente il regime comunista de L’Avana. Mi vidi obbligato a constatare che, deplorevolmente, Francesco si stava rivelando il principale artefice della costruzione del nefasto “ponte” obamista e del rafforzamento del “muro” della vergogna che continua a togliere il respiro agli abitanti dell’isola-carcere. Referenze: Francisco abraza a los Lobos y apuntala el “muro” comunista (Armando F. Valladares) http://www.cubdest.org/1506/c1510pastorlobosav.htm Papa Francisco: “división”, caos y autodemolición (Destaque Internacional) http://www.cubdest.org/1606/c1612francaos.htm Cuba: Francisco, un papa que lavó sus manos http://www.cubdest.org/1506/c1509franmanos.htm Dello stesso Autore e sullo stesso argomento si possono leggere: Inferno cubano e silenzio vaticano – febbraio 2012 http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV247_Inferno_cubano_e_silenzio_vaticano.html Il viaggio di Benedetto XVI a Cuba: speranze e preoccupazioni – febbraio 2012 http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV249_Il_viaggio_di_BXVI_a_Cuba_speranze_e_preoccupazioni.html “ASSE” OBAMA - FRANCESCO: Cuba, Prestigitazione e confusione – gennaio 2015 http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1102_Valladares_Asse_Obama_Francesco.html (torna
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febbraio 2017 AL PONTIFICATO DI PAPA FRANCESCO |