Bergoglio si rifiuta

di dare la benedizione
e
di fare il segno della Croce


di Belvecchio





Questo signore argentino che da cinque anni occupa senza titolo il Soglio di Pietro non manca occasione per gridare in faccia ai cattolici che lui non ha alcuna intenzione di assolvere la funzione di Vicario di Cristo.
L’ultima bergoglionata l’ha consumata a Palermo, dove si è recato lo scorso 15 settembre 2018: nel concludere l’incontro con i giovani svoltosi in piazza Politeama ha avuto il bel genio di dire:
«Adesso vorrei darvi la benedizione. Io so che tra voi ci sono giovani cattolici, cristiani, di altre tradizioni religiose, e anche alcuni agnostici. Per questo darò la benedizione a tutti, e chiederò a Dio che benedica quel seme di inquietudine che è nel vostro cuore.»

Questo ha significato che non ha impartito alcuna benedizione e quella specie di preghiera che ha recitato subito dopo non l’ha accompagnata nemmeno da un piccolo segno di croce.
Il testo riportato dal sito del Vaticano non dà l’idea di questa palese violazione che non si perdonerebbe neanche al più semplice prete, ma sulla rete è reperibile il filmato di questo tratto del discorso di Bergoglio.

E’ evidente che il signore argentino ha trovato un’altra occasione per “gridare alto e forte” che lui non intende fare il papa, dimostrando doppiamente che di Cristo e della Sua Chiesa non gliene importa un bel niente.
Niente benedizione e niente segno di croce, come dire che costui rinuncia a Cristo e alla Croce, e la croce volutamente di ferro che porta sul petto quando va in giro come in questa occasione è per lui un semplice orpello senza alcun significato.

In cambio dice apertamente di aver ogni considerazione e ogni rispetto per chi non è cattolico, per chi non è credente e perfino per chi è agnostico, esattamente come fece il 16 marzo 2013, tre giorni dopo la sua elezione, quando si rivolse ai giornalisti quasi con le stesse parole.
Evidentemente il signore argentino è arrivato in Vaticano, dopo avere accettato l’elezione, determinato a fare tutto tranne il minimo del suo dovere sia come papa sia come prete. Ma allora, perché ha accettato l’elezione ed è da cinque anni che finge di fare il papa? Evidentemente per fare di tutto per demolire quanto è rimasto di cattolico nella neo-chiesa abortita dal Vaticano II. E per far questo insiste per far perdere la fede ai cattolici, magari denigrandoli come tali, come adesso che li ha apertamente subordinati agli agnostici: questi non riconoscono alcun significato al segno di croce, figuriamoci alla benedizione, ergo i cattolici devono adeguarsi – o “aggiornarsi” – per far loro piacere. Papa dixit!

Tutto ciò, prima ancora di essere blasfemo è patetico, poiché, nonostante il signore argentino offenda Dio e la Sua Chiesa in maniera cosciente e determinata, di fatto, anche agli occhi di un mondo senza Dio, fa la figura di un perfetto imbecille, tanto più platealmente per quanto si industria per mostrarsi al mondo attraverso telecamere e macchine fotografiche. Basta andare in una qualsiasi piazza per sentire i commenti sarcastici che i miscredenti rivolgono ai cattolici: “Ma che razza di papa hai, sembra una caricatura di Charlot, non ti vergogni!”
Ed hanno ragioni da vendere, i miscredenti, anche se non sanno che le cose sono ancora più gravi di quanto sembrano; Gesù disse a Pietro: «Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede, e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli» (Lc. 22, 32). Bergoglio, invece, conferma i miscredenti nella loro mancanza di fede: o perché non si è mai ravveduto o perché la sua fede è venuta meno, ammesso che l’abbia mai avuta.

Che razza di papa è costui?
L’unica risposta ragionevole è che il Signore, per metterci alla prova, ha permesso che sul Soglio di Pietro sedesse un soggetto come Bergoglio, per affliggerci con le sue sparate anti-religiose e anti-cristiane; spetta a noi tenerci alla larga da costui e dalle sue suggestioni demoniache.
Tenerci alla larga da costui, lo sottolineiamo, non in quanto apparentemente papa, ma in quanto individuo che svilisce il Papato, dileggia la Chiesa di Cristo, predica concezioni anticattoliche e pratica comportamenti diabolici.

La sesta opera di misericordia spirituale raccomanda di “sopportare pazientemente le persone moleste”, ma nel praticarla non bisogna cadere nella passività pensando così di assecondare i disegni di Dio, occorre distinguere e tenere sempre presente l’ingiunzione di Nostro Signore: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!» (Mt. 16, 23); e qui Nostro Signore parla proprio a quel Pietro a cui poco prima ha conferito la suprema investitura del primato.

Chi pensasse che quanto abbiamo detto sia ingiustificato, basta che si soffermi a considerare quella oscenità di “croce” che l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha commissionato e fatto collocare sul palco dal quale Bergoglio ha parlato con i giovani in piazza Politeama.





E’ stato detto che si è trattato di un omaggio alla passione che nutre Bergoglio per i migranti: la supposta “croce”, infatti, alta 4 metri e 60 centimetri, è stata realizzata con il legno dei barconi naufragati. A noi sembra che si tratti piuttosto della esplicitazione del dileggio per la Croce che nutre il signore argentino e che in questa occasione ha voluto sottolineare.
Senza contare che il groviglio di legno e lamine esprime con forza la confusione, la bruttezza e l’inversione che sono contrassegni del diavolo e che non a caso qui sovrastano Lorefice e Bergoglio.





settembre 2018
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI
AL PONTIFICATO DI PAPA FRANCESCO