Editoriale del bollettino n. 8 del Seminario della SAJM

6 giugno 2019


di Mons. Jean-Michel Faure


Mons. Tissier de Mallerais, vent’anni dopo la sua consacrazione episcopale (Intervista rilasciata a The Angelus, 31 luglio 2008.), affermava che i papi conciliari non avevano fatto alcunché per ricostruire la Fede.
«La grande apostasia di cui parla San Paolo (2 Tess. II, 3), non ha cessato di crescere. La regalità sociale di Cristo è totalmente annientata dalla libertà religiosa e dai Diritti dell’Uomo» [del concilio Vaticano II]. «Senza le consacrazioni di Mons. Lefebvre nel 1988 noi saremmo morti; niente Fraternità San Pietro, né qualsivoglia altro (né Ecclesia Dei, né Motu Proprio, né Messa …». «La Tradizione sarebbe morta -  “l’operazione sopravvivenza” è stata un successo completo grazie all’atto eroico di Mons. Lefebvre [sempre “scomunicato”]. Niente è cambiato a Roma: Indurimento dei cuori, accecamento degli spiriti (…) La Chiesa parallela è la nuova Chiesa del Vaticano II; la sua nuova religione o “non religione”».

Il suo intervistatore gli faceva notare che: «Molti di quelli che hanno combattuto a fianco di Mons. Lefebvre, oggi hanno la tendenza a ricongiungersi con Roma, alla ricerca di uno “status più regolare” in seno alla Chiesa» Al che, Mons. Tissier de Mallerais rispondeva: «Sì, ci sono state molte perdite, a causa di una mancanza di principii, di infedeltà alla battaglia della Fraternità e di Mons. Lefebvre, di ricerca di un compromesso, di una aspirazione alla pace. Queste povere persone, siano esse sacerdoti o laici, sono dei liberali, sedotti dai sorrisi dei prelati del Vaticano. Sono delle persone stanche della lunga battaglia per la Fede … ma questa battaglia continuerà forse ancora trent’anni, di conseguenza non bisogna abbassare le armi, né ricercare una riconciliazione, bisogna continuare la battaglia!».

«Il mio ricordo più importante di Mons. Lefebvre? Quello del 13 ottobre 1969, quando ci è stata aperta la porta a Friburgo, in Svizzera, ed egli era solo, senza alcun sacerdote, e ci ricevette tutti, nove seminaristi».

«La battaglia è cambiata? Assolutamente no. Nulla è cambiato – salvo rare eccezioni, i vescovi sono furiosi contro la Messa – la loro nuova religione si oppone alla vera Messa che distrugge la loro nuova e falsa religione, una religione senza Sacrificio, senza espiazione del peccato, senza giustizia divina, senza penitenza, senza ascetismo; la nuova religione del cosiddetto “amore, amore, amore”»

«La battaglia contro la libertà religiosa del concilio Vaticano II non può essere separata dalla battaglia per la Messa. Del pari, la battaglia contro l’ecumenismo è una battaglia per la regalità sociale di Cristo».

«Mons. Rifan, di Campos, non lotta più contro la nuova Messa, contro la libertà religiosa, ecc. … Egli ha dovuto smettere di combattere. Il silenzio di fronte alle eresie della nuova religione, è il prezzo, la conditio sine qua non della “riconciliazione”, dell’accordo, della Prelatura Personale».

[Che dire oggi dell’ecumenismo di colui che è stato invitato a risiedere presso la Fraternità in Svizzera: Mons. Vitus Huonder? Egli è stato l’iniziatore della festa del “Dies Judaicus”, ormai ricorrenza obbligatoria nella Chiesa in Svizzera.]

«Mons. Lefebvre aveva ragione: solo dei vescovi totalmente liberi da ogni influenza della Roma liberale potranno lavorare per il bene della Chiesa».

«Quali saranno le più grandi sfide dei prossimi anni? Prima di tutto la nostra persistenza nel rifiutare gli errori del concilio Vaticano II, insieme alla nostra determinazione a rifiutare ogni “riconciliazione” con la Roma occupata. Mons. Lefebvre esclamerebbe – anche parlando di Benedetto XVI (“un vero modernista”) -: “Eretici! Voi pervertite la fede dei fedeli!”»

«Che succederà nei prossimi anni? A Roma continuerà l’apostasia organizzata con la religione ebraica – ma ben presto: “Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà” … con un nuovo Papa cattolico. Questo non è il momento di deflettere: il diavolo, vedendo che gli resta poco tempo, si affretterà a distruggere quanto ancora gli resiste.» [La Fraternità San Pio X, per esempio].

Dieci anni dopo, queste dichiarazioni di Mons. Tissier non sono minimamente invecchiate. Trent’anni dopo le consacrazioni del 1988, né una linea, né una sola parola sono da modificare. La situazione della Chiesa non fa che peggiorare: chi potrà affermare il contrario?

Per contro, è intervenuto un cambiamento: prima del 2012 era la Chiesa conciliare che perseguitava ed espelleva i più fedeli, mentre oggi è Metzingen che, dopo aver espulso uno dei suoi vescovi e numerosi sacerdoti tra cui un membro permanente del Capitolo, oggi espelle delle Suore oblate della Fraternità che così bene si occupavano dei piccoli allievi della scuola Saint Michael in Inghilterra. Il motivo? Il loro rifiuto di avallare la Chiesa conciliare ricevendo il vescovo del luogo per partecipare ad una cerimonia con gli allievi.
Insomma, niente di più normale per una Fraternità riunita, riconciliata e quasi recuperata dalla Chiesa conciliare, che espellere i recalcitranti che si rifiutano di accettare l’apostasia della nuova religione.

Il veleno degli errori del Concilio è penetrato in tutte le fibre dalla Chiesa; come diceva Bendetto XVI: “la nave fa acqua da tutte le parti”; ed è prossima a trascinare a fondo corpi e anime. Ma Nostro Signore ci ha assicurato che «I nemici della Chiesa non prevarranno contro di essa».

La Madonna, a La Salette, esortava: «Combattete, figli della Luce, per quanto piccolo sia il vostro numero… La Chiesa sarà eclissata, Roma perderà la Fede. Che il vostro zelo vi renda come affamati della gloria e dell’onore di Cristo»

Coraggio, cari fedeli!


+ Mons. Jean Michel Faure





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