IL FALSO E IL VERO DANTE.

CHIARIMENTI

Parte terza




Dante, in ginocchio, e Beatrice davanti alla Croce con Cristo
Paradiso, canto quattordicesimo
Illustrazione di Gustave Doré


Abbiamo accennato, in finale della seconda parte, alle fonti da cui Dante ha attinto gli elementi che gli han consentito di costruirsi una cultura di variegati temi e di vasta area. Tra questi rientra anche il giuoco verbale, l’acronimo nella fattispecie, che, lungi dall’essere bizzarro espediente di esoterica funzione, è asservito alla palese rivelazione di un sovrasenso.

Si noti, infatti, come in Pg. XII, i versi 25-28-31-34 principiano, per anafora, con il verbo VEDEA e similmente 37-40-43-46 con il vocativo O, e ancora, 49-52-55-58 con il verbo MOSTRAVA, la sequenza dei quali, riproposta nei versi 61-62-63 dà, una volta prese le quatto lettere iniziali, come risultato UOM, nota essendo l’ambivalenza grafica della V che intende sia la V, in quanto tale, che la U.

Dove consiste il sovrasenso di cui si è detto sopra? Nella superbia che connota la prima cornice purgatoriale, primo dei vizi capitali che, nella cultura classica, veniva considerato esclusivo dell’uomo e che si ascrive a Lucifero, secondo quanto si legge in Par. XXIX, 55-57 “Principio del cader fu il maladetto / superbir di colui che tu vedesti / da tutti i pesi del mondo costretto”.
  
Troviamo in Par. XIX, altra anafora da cui l’acronimo, laddove i versi 115-118-121 iniziano con l’avverbio locativo , parimenti 124-127-130 con il verbo VEDRASSI e, ancora 133-136-139 con la congiunzione E formando, con le lettere iniziali il termine L, V, E che, adottando la V variante della U, si legge LUE, cioè, PESTE, così come ritiene che siano il falsar la moneta, la superbia, la lussuria, la cattiveria, l’avarizia, la viltà, il malgoverno.

Con siffatti giochi di apparente semplicità, il poeta dimostra una perspicua capacità retorica, la medievale “ars dictandi” con la quale espone e spiega sentenze e pensieri di ampio e notevole interesse teologico e morale. Ma, in tutto questo dinamismo intellettuale niente di occulto o di esoterico, piuttosto lo stimolo, l’esortazione ad apprendere le regole della retorica e a perseguire lo strumento interpretativo dei quattro sensi (30) che, più tardi, Nicola da Lira – sec. XIV – renderà valori canonici con una famosa quartina (31).
   
Tutto ciò porta a comprendere il vero ed unico significato di Inf. IX, 61-63, li versi strani, che altro non è se non l’invito a ricercare e a servirsi del senso anagogico perché il lettore possa elevarsi con la mente e con lo spirito nella sfera più alta, quella della fede.

Passiamo al Dante eretico.

Per quanto si cerchi, si opini e si strologhi, non c’è traccia alcuna di questa ciancia che tanto lusinga gli armeggioni dell’esegesi dantiana. Egli fu cristiano cattolico, apostolico e romano della qual fede ne è testimonianza la chiara e vasta professione, scandita davanti a una straordinaria commissione accademica – San Pietro, San Giacomo, San Giovanni - ovvero il sacro collegio apostolico, che gli vale, alla canonica età di 35 anni, la laurea in teologìa, come si legge in Par. XXIV, 61-154, e in XXV, 67-99 e, infine, in XXVI, 25-66. Versi memorabili per fervido impeto, per tersa razionalità, per lucida dialettica e per concisa sintesi. Se avesse dato la benché minima prova di eresìa, mai avrebbe dannato Cavalcante, padre del suo amico Guido, collocandolo nel sesto cerchio, tra gli epicurei in compagnìa dell’imperatore Federico II di Svevia, del cardinale Ottaviano degli Ubaldini e dell’imperatore Anastasio I (32). Se avesse mostrato simpatìe per l’eresìa non avrebbe, di certo, magnificato San Domenico di Guzman, definito dalla tradizione “martello” della fede e presentato come “il santo atleta / benigno a’ suoi ed a’ nemici crudo (33), né avrebbe esaltato Folco da Marsiglia (34) né il mistico Bernardo di Chiaravalle, estensore della Regola dell’Ordine Templare, banditore fedele del culto mariano, Dottore “Mellifluo” (35), né, pertanto, avrebbe cantato le lodi di costoro in modo così copioso e sincero.

Nonostante siffatte testimonianze, si continua a rivestire il Poeta con la cappa dell’eresìa, tema caro ai sommozzatori del mistero che, ardimentosi e tenaci, s’ infilano nei laberinti di elucubrazioni oracolari nella continuità di un esercizio ermeneutico teso a dimostrare, addirittura, un Dante “cataro” nascosto sotto i versi strani della Commedia. Mantengono viva la catena di un DNA in cui infilano e si avvolgono triplette, quartetti, sciami di parabolani e fànfani, eruditi e turgidi di verbosa sapienza concludendo le loro fantasime nell’irreale iperuranio delle sterili ipotesi. Ultimo – e si spera che lo sìa – contributo a questo festival del dantismo esoterico è un libro con cui si propone, non l’ipotesi, ma la certezza che il Poeta fosse un cataro coperto (36). E poiché tale bischero parto è stato proclamato quale prova inoppugnabile della deriva eretica dell’Alighieri, noi ne daremo in appresso la confutazione, così come esposta indicando i princìpi catari (C) a cui seguirà l’opposta dottrina del poeta (D).

C – Professano una dottrina dualistica, manichea, affermando un insanabile contrasto tra il mondo materiale e spirituale.
D – Crede le due realtà come complementari, create da Dio (Par. XXXIII, 88-93).

C – Credono a due princìpi contrapposti e coeterni: il Bene e il Male.
D – È monoteista, cristiano cattolico, credente in Dio uno e trino (Par. XXIV, 139-141), sommo Bene, pienezza dell’Essere; nega eternità al male in quanto manifestazione ed opera di Satana, angelo creato ma decaduto (Inf. XXXIV, 34-36). 

C – Considerano l’universo quale opera del Male (Demiurgo).
D – Crede il creato quale opera di Dio infinitamente buono (Par. XXIX, 22-24).

C – Disprezzano il corpo umano in quanto negatività del Male.
D – Considera il corpo umano, pur corrotto dal peccato, “tempio dello Spirito Santo” destinato alla gloria della resurrezione (Pg. X, 124-126 / Par. XIV, 43-51   52-54    58-60).

C – Nutrono disprezzo per la donna, ritenuta elemento malefico (miratamente la donna incinta che, per questo, può essere liberamente copulata), creatura corrotta e intoccabile (specialmente nel periodo mestruale) e per il matrimonio.
D – Esalta la donna quale altissima nobiltà della natura umana (Par. XXXIII, 4-6), creatura angelicata e guida alla salvezza (Par. XXX, 79-90); afferma la maternità quale culmine dell’amore nella sequela dell’ordine divino (Gen. 1-28), e ne dà esempio sposandosi e generando tre figli.

C – Rifuggono l’amore e lo condannano.
D – Pone l’origine dell’amore perfetto in Dio (Par. VIII – IX) e lo esalta nella cifra dello Stilnovo.
 
C – Non riconoscono le autorità terrene (Papa, imperatore, re) e le istituzioni umane.
D – Riconosce, nell’ordine gerarchico – teorìa dei “due soli” – i poteri spirituale e temporale (Monarchia, III -    Inf. XIX, 100-102 / Pg. XVI, 97-99).

C – Praticano un socialismo egalitario, con in comune beni, donne e bambini.
D – Intellettuale e cittadino comunale, crede nella proprietà privata di beni la cui gestione si estrinseca anche nell’opera di carità (Par. XI – San Francesco), condanna il furto quale peccato di appropriazione indebita di beni altrui (Inf. XXIV-XXV) e la dissipazione come peccato contro sé stessi e le cose (Inf.XIII, 109-151).

C – Rifiutano la dottrina del libero arbitrio.
D – Sulla scorta della Scrittura (Gen. 3, 22), di Aristotile, di San Tommaso Aquinate e della dottrina cattolica, afferma l’esistenza, nell’uomo, del libero arbitrio come facoltà di scelta tra il Bene e il male (Pg. XVI, 67-84 / Par. V, 19-24).

C – Idealizzano ed impongono il suicidio (endura) quale strumento di salvezza.
D – Condanna il suicidio quale violenza contro sé stessi e contro l’umanità (Inf. XIII, in particolare i vv 70-72).

C – Credono nel ciclo delle esistenze (reincarnazione).
D – Afferma l’unicità personale di vita con l’immissione, dopo la morte, nella irreversibilità dell’eterno premio o dell’eterno castigo (Inf. III, 85-87 / Pg. I, 88-89 / Pg. XXVII, 58 / Par.XX, 106-108).

C – Distinguono livelli e classi di dignità: perfetti (pneumatici), credenti (psichici), perduti (ilici).
D – Crede nell’uguaglianza morale e spirituale di tutti gli uomini davanti a Dio, perché tutti chiamati alla salvezza (Pg. X, 124-126 / Par. XVIII, 129).

C – Sono eretici, scismatici con deriva gnostica, ribelli alla Chiesa cattolica, nutrono odio per la Croce, praticano l’omicidio e la rapina a danno dei cristiani.
D – Cattolico (Par. XXIV, 85-87), obbediente alla Chiesa romana (Par. XXV, 52-54), condanna gli eretici (Inf. X), gli assassini e i rapinatori (Inf. XII), i ladri (Inf. XXIV-XXV), gli scismatici (Inf. XXVIII). Esalta le figure di San Domenico (Par. XII) e Folco da Marsiglia (Par. IX) martelli dell’eresìa catara, approva le opere di carità (Pg. XX, 31-33 / Par. VI, 127-142).    
                 
C – Non riconoscono Gesù e il Mistero della sua morte.
D – Crede in Cristo, Figlio di Dio, e nell’opera di salvezza compiuta con la crocifissione (Par. VII, 97-105 / Par. XIV, 100-108 / Par. XXVI, 58-60).
 
C – Criticano la struttura gerarchica della Chiesa Cattolica pur possedendone una propria, dura e ferrea.
D – Riconosce nell’ordine gerarchico della Chiesa la volontà di Dio (Par. I, 109-120 / Par. V, 76-78).

C – Considerano ogni forma di dissolutezza, vissuta prima dell’iniziazione, non peccaminosa.
D – Condanna la lussuria (Inf. V, 37-39), l’ingordigia (Inf. VI, 52-54), la sodomìa (Inf. XV / Pg. XXVI, 76-81) come peccati contro la legge naturale e divina.

C – Praticano la dissimulazione come forma di condotta da tenere quando conviene.
D – Critica e condanna quanti si nascondono nella neutralità facendone uno stile di vita (Inf. III, 34-42 / Pg. XXII, 88-93).
 


NOTE

30 -
Dante, Epistole XIII, 7
31 – Christian Jacq (a cura di): Il messaggio iniziatico delle cattedrali, Ed. Mondadori 2000, pag 27 ove si legge la quartina: “Littera gesta docet/quod credas allegoria/moralis quid agas/quo tendas anagogìa
32 – Inf. X – XI, 8
33 – Par. XII, 52-105
34 – Par. IX, 88-96
35 – Par. XXXI, 102
36 – Maria Soresina: Libertà va cercando. Il catarismo nella Commedia di Dante, Ed. Moretti&Vitali 2009.









gennaio 2021
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI