A CHE PUNTO SIAMO?

di Luciano Pranzetti
Parte seconda (b)






Il prelato massone, mons. Annibale Bugnini  insieme a PaoloVI


Nel precedente nostro intervento, in cui passammo in rapida rassegna critica i documenti conciliari più tossici, nel concludere il discorso ci impegnammo ad elencare, e a chiosare, le così dette “riforme” che Paolo VI condusse contro la Chiesa di Cristo “non reformanda quia numquam deformata” – da non essere riformata perché mai deformata. Sì, ma fino all’11 ottobre 1962, giorno di apertura del CVII – dies nigro signanda lapillo – giorno da segnare con gesso nero.

Con Paolo VI prende avvìo la sperimentazione modernista, il progetto, cioè, di rendere la Chiesa Cattolica dipendente dai tempi dell’uomo e libera dall’eternità di Dio – il progetto faustiano della massoneria e della gnosi. Il lettore non avrà difficoltà a ravvisare la contiguità dell’opera del Pontefice con la dottrina “fraterna” dei liberi muratori se non, addirittura, la discendenza come si evidenzia in quella che noi consideriamo la prima tappa della “deformazione”.

Ecco, in appresso, alcune delle fasi di tale campagna eversiva che ha impresso, alla dissoluzione dogmatica e morale, un ritmo sempre più accelerato secondo il detto “motus in fine velocior”, cioè, il movimento, appressandosi al termine, si fa più veloce.

1 – Luglio 1963: viene pubblicata l’Istruzione del Sant’Uffizio “Piam et constantem de cadaverum crematione” con cui Paolo VI riconosce la cremazione come atto non intrinsecamente cattivo o contrario alla dottrina cattolica a condizione che la scelta, in tal senso, non sia voluta come negazione dei dogmi o motivata da spirito settario o da odio contro la Chiesa Cattolica. Condizione che contrasta il verdetto con il quale, il Signore Dio, comminò al nostro progenitore la pena di morte col dirgli: “èoos tù apostrèpsai sé èis tèn ghèn èx ès elèmphthes, òti ghé èi kài èis ghèn apelèuse” – finché non ritorni alla terra da cui sei stato tratto, perché sei terra e in terra ritornerai; passo che san Gerolamo, scorrettamente, tradusse con “donec revertaris in terram de qua sumptus es: quia pulvis es et in pulverem reverteris” – finché non ritorni alla terra da cui sei stato tratto: perché sei polvere e in polvere ritornerai. 
Abbiam scritto “scorrettamente” perché il testo dei LXX dice terra, termine che esprime una realtà ben diversa dalla polvere, compatta, concreta, malleabile la prima, labile, inconsistente la seconda. E se il vocabolo polvere tradisce l’originaria forza della versione greca figuriamoci il prodotto della combustione, la cenere, cioè. Era sufficiente al Papa e ai suoi consiglieri, ricordare che il divino Corpo di Gesù fu – post mortem - deposto in un sepolcro, inumato, e non messo a bruciare nell’orrendo fuoco di una pira. 
Nel 1867 – narrano le cronache parlamentari italiane – il deputato fr. Salvatore Morelli, presentò una proposta di legge per isolare e circoscrivere il culto cattolico dell’inumazione e favorire nei cimiteri il sistema della cremazione denunciando: “l’abuso del culto praticato dal clero per spirito di fanatismo e per alimentare la più barbara superstizione fra le povere plebi” (G. O. I. Palazzo Giustiniani – Massoneria Pistoiese – R. L. Ferruccio N° 118 – OR Pistoia). 
La Loggia ha comandato, la Santa Sede ha obbedito. Non è escluso che, per siffatta svolta, Paolo VI abbia interpellato il Gran M° Giordano Gamberini, suo ascoltato consigliere.
 
Sdoganata la cremazione si passa alle successive fasi del programma con la sequenza dei provvedimenti più dannosi adottati durante il suo pontificato.

2 – novembre 1964: Paolo VI depone la tiara. Gesto teatrale come egualmente teatrale sarà l’umiliante gesto con cui, Papa Bergoglio, prostrandosi a terra per baciare le scarpe a degli esponenti politici musulmani del Sudan, mostrerà quanto gliene cale della propria funzione di Vicarius Christi. Già, proprio lui che mai si inginocchia davanti a Cristo Eucaristìa.
Ma si torni a Paolo VI e alla vicenda della tiara. Detta anche “triregno” la tiara non ha mai rappresentato un simbolo di qual che sia potere umano, ma, come tutto ciò che afferisce alla sacralità cristiana, essa è stata segno di una triplice regalità, ossia: regalità sacerdotale, regalità di magistero, regalità pastorale.
Scapitozzata la tiara, i Papi, da Paolo VI in poi, non avranno difficoltà ad indossare, nelle varie occasioni, quando elmetti da pompiere, pennacchi da sciamano, sombreri, copricapi da pagliaccio, caschi da motociclista e via elencando. È la Chiesa in libera uscita nella quale centinaia di migliaia dei suoi consacrati non ritornarono più, persi e dispersi per le strade e le periferie del mondo.

3 – Marzo 1965: Paolo VI riceve in udienza personale i rappresentanti del Rotary Club, ente di diretta filiazione massonica, fondato a Chicago nel 1905. Per il Papa, codesta organizzazione va sostenuta, lodata per essere buona in sé, buoni gli scopi istituzionali. Confortati da siffatto riconoscimento, numerosissimi sono i cattolici che sono iscritti nei registri del Rotary. Nulla di sorprendente se, cari fedeli lettori, lo stesso Papa Bergoglio ne è “Socio Onorario”!!!

4 – Agosto 1965: Paolo VI sottoscrive una dichiarazione unitamente al Patriarca scismatico di Costantinopoli Athenagora I, con cui cancellano le reciproche scomuniche comminatesi nel 1054 nella vicenda di Michele Cerulario. Con simile atto la Santa Sede riconosce l’eresia l’equivalente della verità.

5 – Marzo 1966: iniziativa ecumenistica quella con cui Paolo VI permette allo scismatico ed eretico, l’abusivo “arcivescovo” anglicano di Canterbury, di benedire, nella basilica di San Paolo fuori le Mura, tutti i presenti e, poi, con gesto teatrale, si sfila l’anello papale mettendolo al dito del falso arcivescovo.

6 – Giugno 1966: con il pretesto della presunta manifesta maturità culturale dei fedeli per la quale non esistono pericolosi libri, abolisce con la Notificazione dell’ex Sant’Uffizio, l’Indice dei libri proibiti. Operazione totalmente eversiva che sconvolge gli argini protettivi con cui la precedente istituzione preservava tanto il semplice fedele che quello acculturato. La diffusione di testi e libelli, di contenuto immorale, ha da tempo consentito l’entrata gratuita nella Chiesa di Dio, e l’affermazione di un relativismo e di un immanentismo quali fondamenti dogmatici e morali.   

7 - Dicembre 1967: abolizione del giuramento antimodernista che san Pio X aveva imposto al clero (Motu Proprio “Sacrorum Antistitum - settembre 1910) contro la diffusione della sovversiva dottrina del modernismo, comminando agli ecclesiastici che vi aderivano, la scomunica “latae sententiae”.
La cassazione del provvedimento di Papa Sarto ha spalancato le porte e i cancelli della Chiesa provocando l’ingresso e l’invasione delle più gravi aberrazioni dogmatiche e morali a principiare – lo abbiamo scritto nel precedente articolo – dal riconoscimento dato a tutte le religioni quali portatrici di salvezza in quanto espressione dell’anelito dell’uomo a Cristo.
Sulla spinta paolosesta, s’è innescata una gara tra i Pontefici, a chi testimoniava, e testimonia tuttora, afflati fraterni, abbracci e dichiarazioni congiunte di stima e di profondo rispetto per le confessioni altre.
Ed, infatti, su tale convinzione Madre Teresa di Calcutta se ne va spesso, a pregare nelle pagode buddhiste e non battezza i bambini moribondi per il semplice motivo che ognuno deve morire nella propria fede (?) e, quindi, inutile è l’evangelizzazione – concetto ribadito da Papa Bergoglio secondo il quale il “proselitismo è una sciocchezza”; GPII e Benedetto XVI e Papa Francesco pregheranno (si fa per dire), nella pagana “Meditation Room”, locale sito nel palazzo dell’ONU, dove, davanti a un monolite di magnetite – simbolo New Age dell’energia cosmica - ciascun individuo prega al modo proprio e Satana ride.

8 – Aprile 1969: con due documenti – Costituzione Apostolica Missale Romanum e Novus Ordo Missae – viene stravolta la natura della Santa Messa che non sarà più la rinnovazione incruenta del sacrificio di Gesù perché d’ora in poi verrà intesa come “sinassi del popolo di Dio”, vale a dire “assemblea” dei fedeli con il celebrante nella nuova e deviata funzione di “presidente” o diversamente “animatore liturgico”. Ed è proprio in ottemperanza a tale definizione che, in occasione di Sante Messe televisive, nei titoli di coda appare la dicitura “Santa Messa presieduta da. . .”.
La cosa strana si verifica allorché, ripresa e trasmessa dalla Basilica di San Pietro, officiante il Papa, il solito titolo di coda porta, invece, “Santa Messa celebrata da Sua Santità. . .”. Mistero!
È, questa, la più disastrosa e dannosa delle cosiddette “riforme” di Paolo VI perché pensata, condotta ed attuata dal fido mons. Annibale Bugnini – massone coperto (23/4/1963 n. matricola 1365 BUAN) - con la partecipazione, in qualità di consulenti, di sei (6) “periti” (?) protestanti - luterani ed anglicani – cioè, scismatici ed eretici.
  
In un precedente nostro, lungo, articolato ed esaustivo intervento abbiamo trattato e pubblicato l’argomento su varie riviste ed anche inoltrandolo a varie diocesi che mai dettero riscontro. Se taluno dei lettori è interessato ad averlo, può liberamente chiedere al nostro indirizzo di p.e. lucianopranzetti@gmail.com

9 - Novembre 1970: col Motu Proprio “Ingravescentem aetatem”, Papa Montini vieta ai cardinali ultraottantenni la partecipazione al Conclave. In pratica è come se lo Spirito Santo si fosse adeguato alle leggi sindacali umane riconoscendo insufficiente la propria virtù illuminante. C’è chi sospetta – e a ragione – che, con tale dispositivo, Paolo VI abbia inteso liberarsi di personaggi “tradizionalisti” che avrebbero ostacolato la marcia della sua Chiesa, quella “conciliare”.

Nel concludere questa breve e sintetica rassegna, vogliamo, tanto per dare l’ultima pennellata, ricordare due insigni prelati, vittime della “misericordia” (?) di questo Papa: Mons. Marcel Lefebvre, sospeso a divinis e il cardinal Joseph Mindszenty, Primate di Ungheria, esautorato della propria dignità primaziale. 

Postilla: la sequenza delle fasi e dei documenti è stata tratta da “ Sac. Andrea Mancinella: 1962 – Rivoluzione nella Chiesa. Editrice Civiltà Brescia 2010” mentre è nostro il relativo commento.





novembre 2021
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI