Storia della persecuzione cattolica
in Spagna: 1931 - 1939


di Don Gabriel Calvo Zarraute (1)

Prima parte


Pubblicata sul sito del Centro Culturale San Giorgio




Propaganda anticlericale realizzata dal sindacato di sinistra Unión General de Trabajadores (UGT). Un sacerdote, con tanto di svastica e sciabola, semina la morte. Sotto, la scritta: «Come la Chiesa ha seminato la sua religione in Spagna».



Prefazione di Paolo Baroni

Questo scritto è nato come una sorta di recensione di un grosso volume ben documentato scritto nel dopoguerra da un Monsignore e dedicato alla persecuzione religiosa nella Spagna degli anni ‘30.
L’Autore dell’articolo si sofferma, anche se in maniera sintetica, a descrivere gli avvenimenti che hanno preceduto la guerra civile, dalla caduta della monarchia (16 aprile 1931) fino alla fine della Seconda Repubblica (marzo 1939).

Vista la disinformazione che regna sovrana su questo conflitto, ci è parso necessario chiarire alcuni aspetti che spesso vengono lasciati nell’ombra dalla maggior parte degli studiosi che si sono occupati di questo periodo storico.
Come emerge anche tra le righe di questo articolo, la persecuzione religiosa messa in atto dalle forze di sinistra nella secondo metà degli anni ‘30 è stata preceduta dalla diffusione massiccia di uno stato d’animo antireligioso animato principalmente dalle menti liberali più in auge all’epoca e dalle Logge massoniche.



Simbolo della Massoneria


Come è stato detto da più autori, spesso il comunismo è stato il boia della Massoneria.
A questa prima fase (1931), che portò alla caduta della monarchia e ai primi episodi di incendi di chiese e di conventi (la quema de conventos), nel 1936 la Rivoluzione si tinse di rosso in maniera più accesa.

Per ben comprendere questa fase occorre andare oltre quella che fino al 1989 è stata definita la «Cortina di Ferro». Dopo la Rivoluzione di Ottobre del 1917, i vertici dell’Unione Sovietica crearono un bureau particolare, il Comintern, il cui scopo preciso era quello di studiare le modalità per esportare il comunismo nel resto del mondo.



Dopo i due tentativi falliti di sovietizzare prima la Germania nel 1919 (con la Lega Spartachista di Rosa Luxemburg e di Karl Liebknecht), e nello stesso anno l’Ungheria mediante la creazione della Repubblica Sovietica Ungherese da parte del sanguinario Béla Kun, i comunisti russi si resero conto che esportare il comunismo in Occidente non sarebbe stata un’impresa facile.




Per via di una serie di valutazioni inerenti lo stato di confusione che regnava in Spagna, Stalin, su consiglio del Comintern, decise che questa nazione sarebbe stata quella giusta. La presenza sul posto di diverse formazioni politiche di sinistra e l’aiuto dall’esterno di una Brigata Internazionale di volontari sembravano rendere possibile l’impresa.

I comunisti russi inviarono in terra iberica consiglieri politici e militari, armi, aerei e carri armati. Plenipotenziario del Comintern in terra spagnola venne nominato un italiano, un certo «Ercoli», nome di battaglia di Palmiro Togliatti (1893-1964), un fedelissimo di Stalin, sotto la cui guida si svolse la maggior parte delle operazioni, compresa l’eliminazione dei comunisti, degli anarchici e dei trotskisti che erano riluttanti ad obbedire agli ordini emanati dal Cremlino.



Il Comintern  negli anni ‘30. Palmiro Togliatti è il secondo seduto da sinistra.





Palmiro Togliatti in Spagna a colloquio con «La Pasionaria», nome di battaglia di Dolores Ibárruri (1895-1989), un’icona del comunismo spagnolo. Secondo la testimonianza di un sacerdote, Padre Llanos, la donna tornò alla fede cattolica perduta in gioventù qualche anno prima della morte.


Per farla breve, come in quasi tutte le rivoluzioni, la volontà popolare non giocò alcun ruolo. A guerra civile finita, gli intellettuali comunisti occidentali iniziarono a parlare di «lezione» spagnola. Secondo tale lezione, nei Paesi tradizionalmente cattolici, il comunismo non sarebbe mai riuscito ad andare al potere con la forza, ma avrebbe dovuto percorrere la via democratica.

Come e forse peggio che ai tempi di Diocleziano, la Rivoluzione si tolse la maschera e mostrò il suo volto demoniaco e anticristiano in maniera così spaventosa che ancora oggi queste immagini destano in chi le guarda orrore e sdegno.

Ma ahimè, l’uomo moderno soffre di una forma grave di amnesia storica (ancora oggi parlare delle malefatte del comunismo è considerato un tabù). E’ questa la ragione che ci ha spinto a riproporre questo argomento, affinché nessuno dimentichi quel che è accaduto e cosa si nasconde dietro a quella pericolosa chimera che promette un «mondo migliore» chiamata comunismo.

I

UN’OPERA DI RIFERIMENTO IMPERDIBILE
 

Non c’è definizione migliore per questa monumentale opera di sintesi storica intitolata Historiade la persecución religiosa en España, 1936-1939 (BAC, Madrid 2005, pagg. 883) che i cattolici hanno l’obbligo di conoscere perché la Chiesa non può dimenticare né vergognarsi dei suoi martiri.
Questo gioiello bibliografico è fondamentalmente la tesi di dottorato di Mons. Antonio Montero Moreno (1928-2022), in seguito Arcivescovo di Mérida-Badajoz, in cui ha presentato il frutto della ricerca esaustiva che ha svolto durante gli anni ‘50, avvalendosi di tutto il materiale compilato che le diverse Diocesi e Congregazioni religiose avevano preparato sui loro Martiri alla fine della guerra civile.



Mons. Antonio Montero Moreno e la sua voluminosa opera Historia de la persecución religiosa en España, 1936-1939.


La prima edizione del libro è del 1961 e fu un completo successo editoriale. Ben presto furono vendute 20.000 copie in due edizioni consecutive, esaurendosi a due anni dalla sua uscita. Questo libro ha avuto una risonanza eccezionale, dentro e fuori i confini di Spagna, riflettendo allo stesso tempo il rigore del suo lavoro investigativo, la serenità del racconto, l’ampiezza e l’equilibrio nell’uso dell’informazione, la sua incontaminazione ideologica e la chiarezza del suo stile letterario.

E’ sintomatico dell’attuale clima ecclesiale spagnolo il fatto che l’Autore si sia ripetutamente rifiutato di autorizzare una terza edizione, pura e semplice ristampa, fino al 1999. Va ricordato che le uccisioni in odio alla religione sono avvenute solo nella zona rossa o sotto il controllo del Frente Popular («Fronte Popolare»), e non nella zona controllata dalla parte nazionalista.




Simbolo del Frente Popular.
Sotto questa dicitura si erano alleati liberali, comunisti, anarchici e socialdemocratici


Per il numero delle vittime e per il breve tempo in cui furono assassinate, la persecuzione religiosa della Seconda Repubblica si colloca indubbiamente come la più intensa nei venti secoli di storia della Chiesa cattolica, addirittura superiore alle dieci che furono perpetrate dagli imperatori romani per 250 anni, dall’Islam, dai luterani, dai calvinisti e persino durante la Rivoluzione Francese e dai comunisti russi e cinesi (2).

Nel 1987, Giovanni Paolo II (1920-2005), iniziò l’elevazione agli altari dei primi Martiri della persecuzione religiosa (i tre carmelitani di Guadalajara) dopo la paralisi di tutti i processi di beatificazione imposta nel 1964 da Paolo VI (1897-1978) per le seguenti ragioni:
- La sua relativizzazione della reale pericolosità del marxismo e l’impegno a non attaccarlo firmato nel famoso «Patto di Metz» tra Giovanni XXIII (1881-1963) e l’Unione Sovietica (3);
- La sua particolare visione della politica europea dovuta al radicato retaggio ideologico della sua famiglia (4);
- La sua identificazione soggettivista di quei Martiri con il Generale Francisco Franco (1892-1975) e la sua opera (5).








Se da una parte Paolo VI detestava Franco, Caudillo di Spagna, dall’altra ricevette cordialmente diversi leader marxisti massacratori di cristiani nei loro Paesi.
Da sinistra: nel marzo del 1971, Montini ricevette nel quadro della ostpolitik (la politica di distensione con i Paesi comunisti) il Maresciallo Tito (1892-1980), dittatore della Yugoslavia; poi fu la volta del dittatore comunista della Romania Nicolae Ceaușescu (1918-1989); in precedenza, nel novembre del 1970, Paolo VI aveva ricevuto il Ministro degli Esteri sovietico Andrei Gromyko (1909-1989).


E’ sempre più necessario conoscere il contesto storico in cui si è prodotto tale spargimento di sangue e di grazia (6). In termini quantitativi, si trattò dell’assassinio di 12 Vescovi, 6.832 sacerdoti (4.184) e religiosi (2.365) e religiose (283), oltre a migliaia di fedeli, molti dei quali sadicamente torturati o braccati come animali (7). Cifre riviste dopo la pubblicazione del suddetto libro da storici competenti (8). A cui si deve aggiungere la distruzione di 20.000 chiese ed edifici religiosi di ogni genere che ebbe inizio dalla creazione della Repubblica nel maggio 1931, e non da luglio del 1936.




Alcuni martiri beatificati, religiosi e laici, dell’Ordine di San Vincenzo trucidati dai rossi.


Vescovi martirizzati





Elencare o mostrare il volto dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose uccisi dai repubblicani sarebbe un’impresa impossibile che esula dallo scopo di questo articolo. Dopo aver accennato ai Vescovi martirizzati, ci limiteremo unicamente a mostrare qualche immagine dei numerosi martiri, alcuni dei quali sono stati beatificati e canonizzati a partire dal 1987.

- Il 10 novembre 1936, 23 suore adoratrici furono prelevate dal loro convento e assassinate dai rossi presso le mura del cimitero dell’Almudena.



Alcune suore adoratrici condotte alla fucilazione


IL VOLTO DI ALCUNE DELLE SUORE MARTIRIZZATE






Nel 1936, numerose suore della San Vincenzo (Figlie della Carità) furono trucidate dai repubblicani in tutta la Spagna. Ecco alcuni dei loro volti.

IL VOLTO DI ALCUNE DELLE
SUORE DELLA CARITÃ MARTIZZATE








Il 24 luglio 1936 tre religiose, suor María Pilar de S. Francisco de Borja, al secolo Jacoba Martínez García (1877-1936), suor Teresa del Niño Jesús y de S. Juan de la Cruz, al secolo Eusebia García y García (1909-1936) e suor María Angeles de S. José, al secolo Marciana Valtierra Tordesillas (1905-1936), furono sorprese a Guadalajara da un gruppo di miliziani, che spararono su di loro appena uscirono dall’edificio dove avevano cercato riparo. La prima morì sul colpo e la seconda in ospedale, mentre la terza, inizialmente scampata al fuoco, venne fucilata presso il cimitero cittadino.



Le tre suore carmelitane scalze martirizzate a Guadalajara


Il 17 agosto 1936, a Madrid i miliziani comunisti fecero una perquisizione e trovarono il rifugio di sette religiose visitandine, e annunciarono loro che sarebbero tornati il giorno seguente.
Verso le 7 del pomeriggio del 18, un gruppo di uomini armati andò a prelevarle. Quando uscirono in strada si fecero coraggiosamente il segno della croce mentre la folla lanciava grida ostili all’indirizzo delle religiose. Esse furono caricate su un camion che le portò in un’area all’aperto nella stessa città di Madrid, dove vennero fucilate lo stesso giorno.



Le sette religiose visitandine martirizzate dai miliziani comunisti a Madrid


A mezzanotte del 21 luglio 1936, la comunità dei religiosi passionisti di Daimiel fu violentemente espulsa dal suo convento. Ventisei dei loro trenta religiosi furono martirizzati dai rossi.



I religiosi passionisti martirizzati dai repubblicani a Daimiel


Il 1º agosto 1936, numerosi religiosi colombiani della Comunità di San Giovanni di Dio, che avevano dedicato la loro vita al servizio dei malati di mente, furono trucidati dai miliziani comunisti presso Madrid.



I religiosi colombiani trucidati dai repubblicani presso Madrid


L’8 settembre 1936, diversi monaci dell’Abbazia di Santa Maria de Viaceli, dell’Ordine Cistercense di stretta osservanza, nella Diocesi di Santander, furono trucidati dai miliziani rossi.



I Martiri cistercensi


Oltre a terribili profanazioni, fu una catastrofe artistica senza precedenti nella storia della Spagna e dell’Europa, se si esclude la Rivoluzione bolscevica del 1917 (9). L’obiettivo era chiaro: l’eliminazione fisica, sia umana sia artistica e architettonica, della fede cattolica (10). Detta in un altro modo più spiccio: cancellare Dio dalla Spagna.

Una persecuzione di tale portata non poteva essere stata realizzata da pochi elementi facinorosi che avrebbero agito individualmente, come sosteneva la propaganda o la mitologia della Seconda Repubblica e che oggi continua a ripetere - quasi letteralmente - la storia ufficiale della «Memoria Storica» con il suo implicito approccio marxista (11).




Spesso le immagini sono più eloquenti delle parole. Statue di Cristo, della Vergine Maria o dei Santi, divelte, fatte a pezzi o prese a picconate, confessionali trasformati in orinatoi dal 1931 al 1939.... Ecco i frutti dell’odio iconoclasta dei repubblicani verso Gesù Cristo e la Sua Chiesa.
Ecco il vero volto degli amici del popolo e degli operai!


Di conseguenza, sorge spontanea questa domanda: com’è potuta accadere una simile ondata di barbarie nella Spagna cattolica? Chi erano quelle vittime e come hanno potuto rinunciare alla loro vita per amore di Gesù Cristo perdonando i loro carnefici?
Il testo di Mons. Montero è avvincente, combinando l’erudizione storica con un racconto spirituale che rimanda agli antichi Atti dei martiri (12). Nei suoi diversi capitoli questo libro raccoglie i martiri per gruppi: Vescovi, religiosi, laici; o per luoghi: Barbastro, Paracuellos, Catalogna, ecc...


FOTOGRAFIE DIMENTICATE


Ecco alcune fotografie che illustrano l’intento dei rossi di eliminare fisicamente non solo il clero e i religiosi, ma anche i laici cattolici che si rifiutavano di vivere nella nuova Spagna sovietica. Come molte delle fotografie contenute in questo articolo, difficilmente le incontrerete nei libri di Storia.



Oppositori cattolici fucilati in un cimitero




Ottobre 1936, Casa de Campo, appena fuori Madrid; miliziani repubblicani guardano soddisfatti i cattolici che hanno appena fucilato




Luglio 1936, Cuartel de la Montaña, presso Madrid; i rossi fanno strage di civili durante l’assedio di questa località da parte delle truppe franchiste




I miliziani rossi fucilano un prigioniero politico


Un’introduzione alle origini dell’anticlericalismo ottocentesco come preludio a quello repubblicano, insieme ad una dettagliata appendice documentaria sulla legislazione episcopale, pontificia e repubblicana, chiudono questa elegia che lascerà il lettore scioccato, ma altamente edificato e orgoglioso di coloro che, nel proprio Paese, città o a pochi chilometri da dove vive, sono morti gridando: ¡Viva Cristo Rey! Viva Cristo Re!




Tre copertine de La Traca, un settimanale satirico e anticlericale con sede a Valencia. In queste tre copertine, il clero viene presentato come propugnatore del fascismo, godereccio e si pregusta la sua cacciata dalla Spagna


Prima di addentrarci nelle pagine vibranti di questo libro, per coloro che sono stati vittime della visione faziosa della storia spagnola, in particolare del XX secolo, che è stata inoculata dalla scuola e dagli schermi televisivi, è necessario insistere su una serie di verità storiche che sono state taciute e manipolate fin dagli anni Sessanta nelle Università e progressivamente dagli anni Settanta nel resto dei settori educativi.


NOTE

1
-  Traduzione dall’originale spagnolo Historia de la persecución religiosa en España 1936-1939, a cura di Paolo Baroni. Articolo reperibile alla pagina web
https://infovaticana.com/blogs/criterio/historia-de-la-persecucion-religiosa-en-espana-1936-1939/
2 -  Cfr. J. C. MARTÍNEZ DE LA HOZ, Breve historia de las persecuciones contra la Iglesia («Breve storia delle persecuzioni contro la Chiesa»), Rialp, Madrid 2015, pag. 183.
3 - Cfr. R. DE LA CIERVA, Las puertas del infierno. La historia de la Iglesia jamás contada («Le porte dell’inferno. La storia della Chiesa mai raccontata»), Fénix, Toledo 1995, pagg. 599, 667; R. WILTGEN, El Rin desemboca en el Tíber. Historia del Concilio Vaticano II («Il Reno si getta nel Tevere. Storia del Concilio Vaticano II»), Criterio Libros, Madrid 1999, pag. 313. L’Autore si riferisce all’incontro segreto avvenuto a Metz, in Francia, nell’agosto del 1962 tra il Cardinale Eugène Tisserant (1884-1972) e il metropolita russo Nikodim (1929-1978). In quella sede il Cardinale invitò il metropolita russo - agli ordini del Cremlino - a partecipare al Concilio assicurandogli che l’assise non avrebbe pronunciato alcuna condanna contro il comunismo (N.d.T.).
4 Cfr. R. DE MATTEI, Vaticano II. Una historia nunca escrita («Vaticano II. Una storia mai scritta»), Homo Legens, Madrid 2018, pagg. 482-486. Montini era nato in una famiglia cattolica, ma di tendenze liberali con simpatie a sinistra (N.d.T.).
5 - Cfr. J. TUSELL, La oposición democrática al franquismo 1939-1962 («L’opposizione democratica al franchismo 1939-1962»), Planeta, Barcelona 1977, pag. 327; V. CÁRCEL ORTÍ, Pablo VI y España («Paolo VI e la Spagna»), BAC, Madrid 1997, pag. 226; F. TORRES, Franco o la venganza de la historia («Franco o la vendetta della storia»), Criterio Libros, Madrid 2000, pag. 266.
6
- Cfr. G. REDONDO, Historia de la Iglesia en España 1931-1939 («Storia della Chiesa in Spagna 1931-1939»); La guerra civil (1936-1939) (La guerra civile (1936-1939), Rialp, Madrid 1993, vol. II, pag. 32; L. SUÁREZ, Francisco Franco y su tiempo («Francisco Franco e il suo tempo»), Fundación Nacional Francisco Franco, Madrid 1984, vol. VII, pag. 22; Franco, Ariel, Barcelona 2005, pag. 707; Franco y la Iglesia («Franco e la Chiesa), Homo Legens, Madrid, 2011, pagg. 460-461; R. DE LA CIERVA, Franco. La historia («Franco. La storia»), Fénix, Toledo 2001, pag. 885; P. MOA, Franco. Un balance histórico («Franco. Un bilancio storico»), Planeta, Barcelona 2005, pag. 154.
7-  Cfr. J. A. GALLEGO-ANTONIO-M. PAZOS, La Iglesia en la España contemporánea 1936-1999 («La Chiesa nella Spagna contemporanea 1936-1999»), vol. II, 1999, pag. 12; MONS. A. MONTERO MORENO, Historia de la persecución religiosa en España 1936-1939 («Storia della persecuzione religiosa in Spagna 1936-1939»), BAC, Madrid 2005, pag. 263; Los mitos de la represión de la guerra civil («I miti della repressione della guerra civile»), Grafite, Madrid 2005, pag. 233; MINISTERIO DE JUSTICIA, Causa General. La dominación roja en España («Causa Generale. Il dominio rosso in Spagna»), Akrón, León 2008, pag. 263.
8
- Cfr. Á. D. MARTÍN RUBIO, Salvar la memoria. Una reflexión sobre las víctimas de la guerra civil («Salvare la memoria. Una riflessione sulle vittime della guerra civile»), Badajoz 1999, pag. 165; V. CÁRCEL ORTÍ, Víctimas caídos y mártires. La Iglesia y la hecatombe de 1936 («Vittime cadute e martiri. La Chiesa e l’ecatombe del 1936»), Espasa, Madrid 2008, pag. 452.
9 - Cfr. J. R. HERNÁNDEZ FIGUEIREDO, Destrucción del patrimonio religioso en la II República 1931-1936 («Distruzione del patrimonio religioso nella II Repubblica 1931-1936»). Alla luce delle informazione provenienti dall’Archivo Segreto Vaticano, BAC, Madrid, 2009, pag. 226; F. JIMÉNEZ LOSANTOS, Memoria del comunismo. De Lenin a Podemos («Memoria del comunismo. Da Lenin a Podemos»), La esfera, Madrid 2018, pag. 320.
10 - Cfr. S. PAYNE, 40 Preguntas fundamentales sobre la guerra civil («40 domande fondamentali sulla guerra civile»), La esfera, Madrid 2000, pag. 146; V. CÁRCEL ORTÍ, Persecuciones religiosas y mártires del siglo XX («Persecuzioni religiose e martiri del XX secolo»), Palabra, Madrid 2001, pag. 121; J. J. ESPARZA, El libro negro de la izquierda española («Il libro nero della sinistra spagnola»), Chronica, Barcellona 2011, pag. 63.
11 - Cfr. P. MOA, La quiebra de la historia progresista. En qué y por qué yerran Beevor, Preston, Juliá, Viñas, Reig…, («Il fallimento della storia progressista. In cosa e perché sbagliano Beevor, Preston, Juliá, Viñas, Reig…»), Encuentro, Madrid 2007, pag. 31; La Guerra Civil española (1936-1939). Un análisis crítico («La guerra civile spagnola (1936-1939). Un’analisi critica), Fajardo el bravo, Murcia 2014, pag. 9.
12 - Cfr. D. RUIZ BUENO, Actas de los mártires («Atti dei martiri»), BAC, Madrid 1951, pagg. 149-150.




 


gennaio 2023
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