L’autorità e la gloria di Dio


di Don Patrick Girouard, dell’antica FSSPX
Aldergrove, Columbia Britannica, Canada




Don Patrick Girouard è un sacerdote del Distretto canadese della Fraternità Sacerdotale San Pio X che, il 25 novembre 2013, è stato espulso per essersi opposto alla politica di ricongiunzione con Roma condotta dalla direzione della Fraternità.
Riprendiamo l'editoriale del 19 luglio 2013 che egli ha pubblicato sul suo sito: Sacrificium, col quale si rivolge ai fedeli della parrocchia dov'è rimasto con molti di loro.

traduzione, impaginazione e neretti sono nostri


Cari fratelli e sorelle in Cristo nostro Re,

Molto è già stato detto sulla Dichiarazione dello scorso 27 giugno dei tre vescovi della neo-FSSPX. Compreso io che vi ho contribuito nel mio piccolo… Prima di tutto, lasciatemi dire che vi è qualcosa di quasi comico intorno alla pubblicazione di questo testo. Infatti, quella settimana non c’è stata una sola Dichiarazione, ma ne sono state pubblicate tre! Ma sì, è proprio così: vediamo:

Numero 1: il 27 giugno c’è stata la Dichiarazione dei tre vescovi. Quando la si legge rapidamente, essa sembra piuttosto buona, quantunque non si possa fare a meno di notare che il paragrafo 11 sia molto problematico. Ma quando la si rilegge, ci si rende conto che vi sono diversi altri paragrafi che pongono dei problemi. Basta ascoltare l’analisi di questo documento fatta da Don Joseph Pfeiffer, la cui trascrizione si trova qui. Io spero di avere il tempo di tradurla… con un po’ di pazienza!

Numero 2: Il 28 giugno, l’ultimo vescovo rimasto ancora nella Vecchia Fraternità, parlo di Mons. Williamson, insieme a 12 sacerdoti e a due frati benedettini, hanno lavorato ad una loro Dichiarazione! A questa riunione tenutasi nella parroccia di Don Ringrose a Vienna, in Virginia, ho partecipato io stesso. Noi avevamo già deciso di fare una Dichiarazione, quando è giunta la notizia di quella dei tre vescovi. Bisognava dunque studiare quest’ultima e dire qualcosa a proposito del paragrafo 11. Altri sacerdoti, che non avevano potuto essere fisicamente presenti a questa riunione, hanno approvato il nostro documento, così che siamo giunti a venti firme.

Numero 3: il 30 giugno è stata presentata alle autorità della neo-Fraternità una “Dichiarazione di fedeltà cattolica”, composta da un laico. Benché il suo autore abbia rivelato il suo nome a Menzingen, ha deciso di rimanere anonimo al grande pubblico. In sintesi, la sua Dichiarazione riprende quella del 21 novembre 1974, con l’aggiunta di elementi pertinenti. Io concordo con questo testo, anche se ritengo che non si spinge molto avanti nelle conclusioni. Coloro che hanno letto il nostro “Annuncio della nostra missione”, capiranno ciò che intendo dire: in sintesi, noi vogliamo che Roma si sbarazzi dell’insieme della «Riforma». Secondo la neo-FSSPX, questa esigenza è irrealistica, Io rispondo solo che noi speriamo che Roma si converta, anche se tale speranza è «irrealistica». In realtà, non bisogna abbandonare i nostri princípii semplicemente perché una tale conversione necessita di un miracolo di Dio.

Io penso che tutti noi possiamo essere d’accordo nel dire che, da dopo il 14 settembre 2011, data nella quale il cardinale Levada consegnò il primo Preambolo a Mons. Fellay, si è avuta una quantità impressionante di dichiarazioni e di annunci, tanto da parte di Roma quanto da parte del movimento tradizionale. Devo confessare che anch’io ne ho fatto una lo scorso 28 marzo! Ebbene, sì, che volete? Sembra che il pubblicare dichiarazioni sia diventato lo sport nazionale del piccolo mondo della Tradizione!
Per coloro che da fuori cápitano per caso sui nostri siti tradizionali, tutte queste dichiarazioni solenni devono costituire fonte di stupore, soprattutto quando se ne trovano tre in quattro giorni. I poveretti saranno portati a pensare tre cose:
1 - I Tradizionalisti adorano «dichiarare» e «proclamare»;
2 – I Tradizionalisti sono divisi;
3 – I Tradizionalisti sembrano tutti più o meno malati di testa!
Io penso che non si possano negare seriamente i due primi punti, ed anche che si è sulla buona strada per realizzare il terzo…

Ma la causa, miei cari amici, … qual è la causa di questa frenesia di dichiarazioni, di questa profonda divisione, di questo pericolo di danneggiamento irreversibile del cervello? La risposta sta in una sola parola: Autorità! Sì, esattamente così: Autorità! Quando questa è mal utilizzata, produce degli effetti contrarii al suo scopo. Si suppone, infatti, che l’autorità debba portare al buon ordine e all’unità di una comunità, piccola o grande che sia. Quand’essa è mal utilizzata è la causa del caos e della divisione.
Ma come si fa a sapere se essa è ben utilizzata o no?

In tutte le cose, bisogna considerare il fine, la causa finale, lo scopo. L’autorità viene da Dio e, al pari dell’uomo, al pari delle società di uomini, è una creatura. Essa è stata data agli uomini perché possano raggiungere lo scopo della società, che è quello di fornire all’uomo le migliori condizioni possibili per raggiungere il suo fine, il fine per cui è stato creato. Ora, qual è questo fine dell’uomo e, per estensione, della società e dell’autorità? Qual è il fine di ogni creatura, senza eccezioni? Glorificare Dio! Quando una creatura razionale ignora, dimentica o tradisce deliberatamente questo scopo della creazione, questo può solo provocare il disordine e la confusione. È questo che accade quando l’autorità è mal utilizzata.

Permettetemi di citare Dom Colomba Marmion, OSB:
«Quando vogliamo giudicare del valore assoluto di una cosa o di un’opera, dobbiamo farlo ponendoci dal punto di vista di Dio. Dio solo è la verità, la verità è la luce nella quale Dio, saggezza eterna, vede tutte le cose; esse valgono quello che le stima Dio. Sta qui il solo criterio infallibile di giudizio. (…) Ora, vi è una verità capitale che Dio ci ha fatto conoscere relativamente ai sui piani, ed è che Egli ha creato tutto, ha fatto  tutto per la sua gloria (Prov. 16, 4). Dio ci dà tutto, Egli dà se stesso nella persona del Suo Figlio beneamato Gesù e con Lui Egli ci dà tutti i beni; Egli ci prepara per l’eternità una beatitudine infinita bella società della Sua adorabile Trinità. Ma vi è una cosa che si riserva gelosamente, che non vuole e non può donarci: è la Sua gloria (Isaia, 47, 8). Se è così, le cose hanno valore solo nella misura in cui procurano questa gloria di Dio.» (Le Christ idéal du Moine, Maredsous, editione 1960, pp. 390-391).

Miei cari amici, la causa della confusione, del disordine e del caos che vediamo nella Chiesa a partire dal Vaticano II, e nella Fraternità San Pio X di oggi, è costituita in pratica dall’abbandono di questa visione soprannaturale delle cose e degli uomini. Le autorità a tutti i livelli, della Chiesa e della Fraternità, sembrano aver dimenticato che il loro fine è glorificare Dio.

In effetti, la Roma conciliare, attraverso il Vaticano II e le sue «riforme», prosegue sulla via della glorificazione dell’uomo al posto di Dio. Ci si ricordi del terribile discorso di chiusura di Papa Paolo VI alla fine del concilio Vaticano II, il 7 dicembre 1965: «Dategli merito di questo almeno, voi umanisti moderni, rinunciatari alla trascendenza delle cose supreme, e riconoscerete il nostro nuovo umanesimo: anche noi, noi più di tutti, siamo i cultori dell’uomo
Nel corso degli ultimi 48 anni noi siamo stati i testimoni della cattiva utilizzazione dell’autorità da parte della gerarchia romana. Certamente essi non glorificano Dio!
Ora, in verità si può dire la stessa cosa delle autorità della FSSPX.

In effetti, come dimostrano i testi ufficiali della Fraternità a partire del 2012, i Superiori accettano adesso il principio di un accordo con la Roma conciliare, senza esigere che essa si converta. Basta rileggere la scandalosa Dichiarazione del 15 aprile 2012 di Mons. Fellay, come la vergognosa Dichiarazione del Capitolo Generale del 14 luglio 2012, come pure il testo delle sei condizioni “cosmetiche”.
E non mi si venga a dire che questi testi non abbiano avuto seguito! Sappiate che essi rimangono la posizione ufficiale e legale della Fraternità, e questo malgrado la molteplicità di prediche, di conferenze, di dichiarazioni, che affermano il contrario! Infatti, nessuno di tali interventi ha valore legale nella Fraternità e tutti rappresentano solo l’opinione personale dei loro autori. Ecco perché la Dichiarazione dei tre vescovi del 27 giugno scorso, anche se non contenesse tanti errori e fosse perfetta, non cambierebbe il tutto di uno iota! Perché cambi la posizione legale ed ufficiale della Fraternità, sarebbe necessario che si riunisse un nuovo Capitolo Generale e ripudiasse questi cattivi documenti, producendone dei nuovi. Non v’è modo di sfuggire a questa realtà!
E anche se un nuovo capitolo dichiarasse ufficialmente i documenti del 2012 come ormai nulli e inesistenti e si accontentasse di dire che la Fraternità accetterebbe di ricevere da Roma il permesso di continuare “così com’è”, una tale accettazione costituirebbe ugualmente un grave abbandono del suo dovere, un terribile e cattivo uso dell’autorità. Infatti, ogni cattolico degno di questo nome – e ancor più i Superiori della Fraternità – dovrebbe avere un tale dolore e un tale orrore della dottrina e delle azioni della Chiesa Conciliare, da farsi rizzare i capelli in testa al pensiero di ricevere una qualsivoglia approvazione da questi traditori e nemici delle anime e di Cristo. È per questo che i Superiori della Fraternità non glorificano Dio e fanno cattivo uso della loro autorità, causando così il caos e il disordine che vediamo dappertutto nei movimenti tradizionali.

Se ne abbiamo abbastanza delle dichiarazioni e degli annunci, e se vogliamo ritrovare la nostra unità; se desideriamo essere preservati da irrimediabili danni al cervello, dobbiamo pregare perché i Superiori della Fraternità San Pio X si risveglino dal loro periodo prolungato di sonnambulismo e, desiderosi di glorificare Dio e di fare buon uso della loro autorità, si accingano a rivolgere una dichiarazione finale, e breve, alla Roma conciliare: Nulla partem! Non abbiamo niente a che fare con voi!


Contatti:
Don Patrick Girouard, P.O. Box 1543, Aldergrove, BC, V4W 2V1, Canada
 
Posta elettronica: FatherGirouard@outlook.com



gennaio 2014

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