Precisazioni di Don Philippe Laguérie,
Superiore dell'Istituto del Buon Pastore,
sulla divulgazione del documento della
Pontificia Commissione Ecclesia Dei
sulla visita canonica

Dal blog di Don Philippe Laguérie, 17 aprile 2012





Come ognuno può constatare, io conservo da mesi il silenzio rispettoso intorno alle relazioni Roma-FSSPX. Ritengo che il Buon Pastore non debba interferire in questi difficili negoziati. Perché essi non lo riguardano direttamente. Per non aver nulla da rimproverarsi sulla loro conclusione, felice o infelice che sia.

Io mi sono accontentato di affidarmi alla preghiera, e vi assicuro di aver seguito… il mio consiglio. Parlerò, forte e chiaro, quando verrà il momento, statene certi.

Sfortunatamente, certuni non la pensano così e hanno ritenuto di poter trafugare la lettera confidenziale che ho ricevuto da Mons. Pozzo, insieme all’annesso rapporto sulla visita canonica. Prima il trafugamento, poi la divulgazione.

Io ignoro a tutt’oggi chi sia il colpevole del trafugamento, se è all’interno o all’esterno dell’Istituto. Parlo evidentemente dei suoi sacerdoti ai quali ho inviato questi documenti con l’avvertenza grave ed espressa:

«Va da sé che questo importante documento, per la sua natura, è confidenziale. Pertanto, ne interdico ogni divulgazione o comunicazione esterna al nostro Istituto, così come ogni commento collettivo all’interno dello stesso Istituto.»

Se si accertasse che il trafugamento è stata opera di un sacerdote del nostro Istituto, (Dio non voglia), questi sarà individuato e quindi denunciato pubblicamente per ciò che è: un miserabile politicante deciso a far fallire i negoziati della Fraternità e a destabilizzare l’Istituto. Un sacerdote anche incapace di conservare il segreto affidatogli e quello professionale e col quale sarebbe pericoloso confessarsi…

Anche a Roma vi è della gente poco favorevole ad ogni accordo.

Insomma, un po’ dappertutto vi è della gente che s’immischia in ciò che non la riguarda, anche se, evidentemente, sono interessati tutti. Il fine non giustifica mai i mezzi, per nessuno.

La divulgazione viene certamente da ambienti contrari all’accordo, clericali o laici, della nebulosa della Fraternità San Pio X, (in collusione col traditore: ma chi la fa l’aspetti). Ne ho la prova. Come della discrezione di certi sacerdoti della FSSPX. Don de Cacqueray mi confidava ieri al telefono che la nota confidenziale di Mons. Fellay ai vescovi e ai sacerdoti della Fraternità (16 aprile), due ore dopo era già su APIC!

Quanto alle questioni dottrinali sollevate dal rapporto sulla visita canonica, l’IBP non ha bisogno di nessuno, soprattutto dei felloni, per conservare la fedeltà integrale ai suoi statuti originari (di cui sono l’autore, se non vi dispiace), in particolare sul suo rito proprio (ed esclusivo), la liturgia del 1962.

Con un anno d’anticipo sul Motu Proprio.




aprile 2012

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