Conferenza di Mons Bernard Tissier de Mallerais
al priorato di Saint-Louis-Marie Grignon de Montfort
a Gastines, in Francia

16 settembre 2012


Trascrizione a cura del sito Un évêque s'est levé!

La conferenza è stata registrata dal Priorato St. Louis-Marie Grignon de Monfort (Route Chavagnes Bonnezeau, 
49380 Faye-D’anjou, Francia, tel: 0033 02 41 74 12 78, fax: 0033 02 41 66 22 64), dove può essere richiesta al costo di 5 €.

i neretti sono nostri


Trascrizione dell’ultima parte della conferenza sul tema: “Lo spirito della Fraternità Sacerdotale San Pio X”, contenente l’esposizione della situazione attuale dei rapporti fra Roma e la FSSPX.
Nella prima parte, Mons. Tissier de Mallerais ha raccontato la storia di Mons. Lefebvre e della Fraternità, perché «il suo spirito è la sua storia», ed l’ha conclusa dicendo che alla fine della sua vita, Mons. Lefebvre era in pace, perché aveva sistemato ogni cosa per assicurare la continuazione delle sue opere.



Mons. Lefebvre ha trasmesso tutto quello che aveva ricevuto. Tutta l’eredità del padre Le Floch, del seminario, tutta la sua esperienza, e l’ha trasmesso nella Fraternità e questo continua, ma a condizione che noi continuiamo con lo stesso spirito di lotta.

Non si possono cedere le armi in piena battaglia, non cercheremo l’armistizio mentre la guerra infuria: con Assisi 3 o 4 l’anno scorso; con la beatificazione di un falso beato, il Papa Giovanni Paolo II. Una cosa falsa, una falsa beatificazione. E con l’esigenza, ricordata continuamente da Benedetto XVI, di accettare il Concilio e le riforme del magistero post-conciliare.
Egli lo ha ripetuto continuamente. E lo aveva detto a Mons. Fellay già in occasione dell’udienza accordatagli nell’agosto del 2005: per essere cattolici bisogna accettare il Concilio e le sue riforme e il magistero dopo il Concilio. E questo è noto pubblicamente poiché Mons. Fellay rilasciò allora un’intervista in cui spiegava cosa fosse accaduto.

Ed ecco che nel 2012, sei anni dopo, il Papa riprende i contatti con noi per proporci una soluzione d’oro, una prelatura personale, che già lo stesso Mons. Lefebvre aveva proposto al cardinale Gagnon. Era stata una iniziativa di Mons. Lefebvre, che aveva detto: “Ecco, se voi ci accordate un vescovo, potremmo fare della Fraternità San Pio X una prelatura personale che includa le opere amiche”: i Domenicani, i Cappuccini, le Domenicane, i Benedettini, le Benedettine…, tutta la famiglia della Tradizione.

Evidentemente, nel 1988 la Santissima Vergine non aveva voluto che questo accadesse, poiché nello spazio di una notte tutto finì: il 5 maggio Mons. Lefebvre aveva firmato e la mattina del 6 maggio era finito tutto. L’accordo del 1988 non è durato più di 10 ore. Ebbene, l’accordo immaginato nel 2011-2012 è durato sei mesi, non è stato benedetto dalla Santa Vergine. Abbiamo recitato rosari su rosari, e continuiamo, e facciamo bene, ma la Santissima Vergine evidentemente non ha appoggiato questa idea. Non ha seguito questa strada, poiché il 30 giugno – è un segreto che vi rivelo, ma che sarà reso pubblico – il 30 giugno del 2012 il Papa ha scritto di suo pugno una lettera al nostro Superiore generale, Mons. Fellay: “Le confermo effettivamente che per essere veramente reintegrati nella Chiesa – tralasciamo questa espressione – occorre veramente accettare il concilio Vaticano II e il magistero post-conciliare”.
Si tratta propriamente di un punto d’arresto, poiché per noi non è accettabile, e non possiamo firmare una cosa così. Si possono fare delle precisazioni, perché il Concilio è così ampio che vi si possono trovare delle cose buone, ma non è questo l’essenziale del Concilio.

Su cosa va analizzato il Concilio? Su tre documenti: la libertà religiosa, l’ecumenismo e la collegialità.
La collegialità, che distrugge il potere del Papa, che non osa più resistere alle conferenze episcopali; che distrugge il potere dei vescovi, che non osano più resistere ai consigli episcopali; che distrugge il potere dei parroci, che non osano più resistere al consiglio parrocchiale e ai laci nelle parrocchie.
L’ecumenismo, che fa rispettare i valori di salvezza delle false religioni e del protestantesimo, delle cose false.
E poi la libertà religiosa, che lascia volentieri costruire liberamente delle moschee nei nostri paesi.
Evidentemente, noi questo non possiamo firmarlo. Per il fatto stesso che ci si chiede di firmarlo, gli accordi non funzionano. Io dico che su questo punto non c’è accordo e non ci sarà accordo.

È tutto quello che posso dirvi e non penso che Roma cederà. La Roma modernista insisterà con noi, è inevitabile. Sono decisi, sono perseveranti, vogliono condurci al Concilio, e allora preghiamo.
Personalmente, non firmerò mai delle cose così, è chiaro. Mai accetterò di dire che la nuova Messa è legittima o lecita, io dirò che essa è spesso invalida, come diceva Mons. Lefebvre.
Mai accetterò di dire: “Il Concilio, se lo si interpreta bene, forse lo si potrebbe far corrispondere con la Tradizione, si potrebbe trovare un significato accettabile”. Non accetterò mai di dirlo. Sarebbe una menzogna, e non è permesso dire menzogne, anche se si tratta di salvare la Chiesa.

Io vi dico ciò che penso. E penso anche che voi non dovete avere paura, perché non sono il solo a pensarla così nella Fraternità.
E poi, ecco, dobbiamo avere fiducia nella Santa Vergine che ci ha trattenuti dal fare un passo molto sbagliato, è vero. Quest’anno Ella ci ha impedito di fare questo passo sbagliato, non ha voluto saperne di questa storia dell’accordo. Cioè del fatto che andassimo a Roma a sottometterci alle autorità conciliari. Certo, si tratta delle autorità della Chiesa, il Papa è il successore di Pietro, ma egli è anche il rappresentante di questo sistema di Chiesa, che imbavaglia la Chiesa, che paralizza la Chiesa, che avvelena la Chiesa, il rappresentante di ciò che si chiama, per comodità di linguaggio, la Chiesa conciliare. Non è un’altra Chiesa, è un nuovo tipo di Chiesa, è una nuova religione che è penetrata nella Chiesa cattolica, col sostegno dei papi e di tutta la gerarchia, di tutti i vescovi, salvo alcune rarissime eccezioni.
Come volete, cari fedeli, che noi ci sottomettessimo ad una tale gerarchia? Sarebbe stato impossibile collaborare, sarebbe stata una paccottiglia, una menzogna. Mai vremmo potuto collaborare e saremmo stati perseguitati senza sosta, minacciati dai vescovi e da Roma.
Come volete che saremmo sopravvissuti in tali condizioni? Con l’obbligo di firmare un testo, un testo menzognero, ah, no!

Ecco, questa è la mia determinazione come vescovo della Fraternità e penso che questa sia la determinazione di tutti.

Allora, si è svolto questo Capitolo generale che abbiamo riunito nel mese di luglio, e lì abbiamo preso delle decisioni molto dolci, morbide, come si dice. Cioè, presentare a Roma degli ostacoli tali che Roma non osi più importunarci, porre delle condizioni praticamente irrealizzabili per impedire che ci facciano delle nuove proposte.
Ma il demonio è maligno, e io penso che essi ritorneranno all’attacco e io mi preparo delicatamente anche a difenderci e la Fraternità si difenderà.

Mons. Fellay ci ha presentato questo a Ecône, al ritiro sacerdotale, e io posso dirvi confidenzialmente - ma visto che è registrato non vi dirò niente (tutti ridono) - che egli ci ha rivolto delle parole quanto meno un po’ consolanti. Ecco cosa vi posso dire, un po’ consolanti e un po’ incoraggianti.

Su questo, affidiamoci alla Vergine Immacolata, immacolata nella sua fede, come diceva il Papa San Pio X. Ella potrà mantenerci integri e conservare in noi questo spirito di lotta, che è lo spirito della Fraternità San Pio X. Lo spirito del combattimento per la fede, per la Messa, per il sacerdozio e per Cristo Re.





settembre 2012

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