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Don Joseph Pfeiffer, FSSPX rilasciata al settimanale francese Rivarol il 2 agosto 2013 ![]() Intervista condotta da Jean-Michel ERICHE. RIVAROL numero 3105 del 2 agosto 2013. www.rivarol.com Editions des Tuileries, Tour Ancône, 82 boulevard Masséna, 75013 Paris. impaginazione e neretti sono nostri Premessa di Rivarol Dopo
che una crisi senza precedenti che l’anno scorso ha colpito la
Fraternità San Pio X, Don Joseph Pfeiffer, sacerdote americano
di una quarantina d’anni e dal temperamento di fuoco, si è
particolarmente messo in vista nella resistenza contro gli accordi fra
i tradizionalisti “lefebvriani” e la Roma modernista.
Intervista Rivarol: Reverendo, potrebbe cominciare, per favore, col presentarsi ai nostri lettori che ancora non La conoscono… Don
Joseph Pfeiffer: Sono un sacerdote della Fraternità San
Pio
X fondata da Mons. Marcel Lefebvre nel 1970. Sono stato ordinato
sacerdote a Winona, nel Minnesota, USA. In seguito ho officiato in
diversi Priorati e Case di Riposo negli Stati Uniti, per undici anni;
dopo sono stato trasferito in Asia, nel 2005, nel Distretto asiatico
della Fraternità, il cui quartiere generale si trova a
Singapore. Ho officiato nelle Filippine per un anno, poi in India per
tre anni e mezzo e in seguito ancora sei mesi nelle Filippine. Ed ecco
arriva la crisi dell’anno scorso, la crisi visibile della FSSPX. Io ne
sono stato espulso il 4 ottobre 2012, un’espulsione comunque invalida,
anche se il documento di “espulsione” fu consegnato in quella data.
Così, dall’anno scorso, io e altri sacerdoti siamo passati alla
resistenza contro la nuova piega presa dalla FSSPX.
Rivarol: Può ricordarci brevemente cos’è la Fraternità San Pio X, la sua storia e i suoi obiettivi? Don
Joseph Pfeiffer: Sì… La FSSPX è stata fondata nel
momento in cui una catastrofe nella Chiesa [il concilio Vaticano II,
NdR] fece allontanare una larga maggioranza di vescovi cattolici dalla
dottrina cattolica insegnata per 2000 anni, col fatto che essi
approvarono il modernismo e gli errori del mondo moderno. Essi hanno
voluto avvicinare la Chiesa e il mondo, provocando così la
perdita di milioni di anime. A partire da questa catastrofe degli anni
’60 e fino ad oggi, una massa considerevole di fedeli cattolici ha
rigettato la Fede. Fu in questo contesto che Mons. Lefebvre
fondò un seminario internazionale della FSSPX, per combattere il
liberalismo nel mondo, e questa struttura è stata molto forte
nella battaglia contro gli errori del nostro tempo. Combattere gli
errori del nostro tempo, significa preservare il sacerdozio cattolico e
tutte le cose relative al sacerdozio, che offre il Santo Sacrificio a
Dio e resiste agli errori moderni contro tutto ciò che manda le
anime all’Inferno. La Fraternità è stata fedele a questo
compito negli ultimi quarant’anni, ma poi c’è stato in
cambiamento. Si riteneva che la Fraternità seguisse una strada,
ma, molto dolcemente, essa ha deviato dalla sua direzione. Questa nuova
direzione è divenuta visibile l’anno scorso, nel momento in cui
è stata resa pubblica. È per questo che all’incirca una
cinquantina di sacerdoti si sono sollevati. Peraltro, essi non sono
tutti membri della Fraternità – dei quali se ne possono contare
una ventina o una trentina – perché bisogna contare anche le
comunità amiche che hanno rifiutato la nuova teologia. Questo
nuovo approccio dottrinale è manifesto nel fatto che i dirigenti
della FSSPX, secondo la nuova linea di comunicazione ufficiale,
pretendono che la nuova “Messa” sia stata legittimamente promulgata;
cosa che è stata dichiarata in una lettera
di Mons. Fellay a
Roma del 15 aprile 2012; cosa che è stata dichiarata
ufficialmente e dottrinalmente nel bollettino ufficiale della FSSPX del
marzo 2013. In quest’ultima dichiarazione, la FSSPX conferma
ufficialmente che considera la nuova “Messa” come legittimamente
promulgata. Penso anche al nuovo “Diritto Canonico”, che è
accettato per tutte le sue leggi ecclesiastiche e non solo per quelle
disciplinari che non sono contrarie alla Fede. E tante altre cose che
vediamo… E tutto questo rappresenta una svolta importante verso il
liberalismo in seno alla Fraternità San Pio X, svolta che non le
permette più di difenderci chiaramente contro gli errori del
Concilio. Di conseguenza, noi sacerdoti ci siamo sollevati per
resistere contro l’accordo con Roma, che è stato reso pubblico
l’anno scorso. Questo accordo con Roma avrebbe condotto ad una perdita
della Fede e ad una massiccia perdita delle anime. Preveggenti, noi ci
siamo sollevati allo scopo di resistere a questa nuova politica. A
tutti è stato ordinato di tacere. Ma noi ci rifiutiamo di
rimanere in silenzio, per la difesa della Fede, ed è per questo
che certi di noi sono stati espulsi dalla Fraternità.
Rivarol: Questo movimento di resistenza continua a persistere, viste le recenti prese di posizione di Mons. Fellay dopo la dichiarazione dottrinale dei tre vescovi del 27 giugno 2013? In fondo, la FSSPX non ha dimostrato la sua fedeltà ai principi del suo fondatore? Don
Joseph Pfeiffer: In questi due ultimi mesi ci sono stati dei
segni
di un ritorno indietro, di un apparente ripensamento su quest’accordo
con Roma e sulle dichiarazioni liberali di Mons. Fellay dell’anno
scorso. Questi, peraltro, ha detto che non aveva intenzione di cambiare
la posizione di Mons. Lefebvre. Recentemente, a delle suore
carmelitane, ha dichiarato l’esatto opposto di quello che aveva detto
nel 2012. Così, sembra esserci un’apparente ritrattazione. Ora,
quando guardiamo da vicino l’attuale contenuto dottrinale, constatiamo
che non v’è ritrattazione. E a questo proposito, uno dei
documenti importanti, un documento che io penso sarà essenziale
per l’avvenire, è quello del 27 giugno 2013, cioè la
dichiarazione dei vescovi della Fraternità in occasione del
25° anniversario.
Rivarol: Questo documento, tuttavia, è stato accolto con favore da un buon numero di tradizionalisti… Non è in totale contraddizione col precedente tentativo di accordo dottrinale con la Roma modernista? Don
Joseph Pfeiffer: Si ricreda… questa dichiarazione comune attiene
alla nuova dottrina, non all’antica. Uno degli argomenti dei nostri
nemici – i nemici del nostro movimento di resistenza – è che
questo nuovo testo è una reiterazione dell’insegnamento di Mons.
Lefebvre e una reiterazione dell’insegnamento tradizionale della
Fraternità San Pio X. Come se non ci fosse stato alcun
cambiamento. Questo è falso. Per cominciare, diamo un’occhiata
al punto 3 dei 12 punti di questa dichiarazione. Ed ecco cosa vi si
dice: «Al seguito di Mons.
Lefebvre affermiamo che la causa dei
gravi errori che stanno demolendo la Chiesa non risiede in una cattiva
interpretazione dei testi conciliari – in una “ermeneutica della
rottura” che si opporrebbe ad una “ermeneutica della riforma nella
continuità” – , ma piuttosto nei testi stessi, a causa della
scelta inaudita operata dal Concilio Vaticano II.»
A leggere questo passo per la
prima volta si colgono delle parole
chiave e si pensa che Mons. Fellay, Mons. Tissier de Mallerais e Mons.
de Galarreta condannino fermamente gli errori del Concilio. Ma in
realtà, non è così. Ciò che questo punto
stabilisce è che la causa dei gravi errori è derivata da
una scelta nei testi. La causa dell’errore nei testi in virtù di
una scelta… Ora, causa ed effetto sono due cose diverse. Si sa che le
nuvole sono la causa della pioggia, ma le nuvole e la pioggia sono due
cose diverse. Così, causa ed effetto non sono le stesse. Dunque,
se dichiariamo che la causa dell’errore è nel testo, questo
significa che gli errori non sono nel testo. Questo punto 3 spiega
chiaramente che gli errori non sono nel testo. La causa (quale?)
dell’errore è nel testo in virtù di una scelta (quale?).
Così constatiamo che questo documento, questa nuova
dichiarazione afferma una nuova dottrina e non quella della
Fraternità San Pio X.
Altro esempio, il punto 6: «La libertà religiosa esposta
in Dignitatis humanae e la
sua applicazione pratica da cinquant’anni
conducono logicamente a chiedere al Dio fatto uomo di rinunciare a
regnare sull’uomo che si fa Dio; il che equivale a dissolvere
Cristo.»
Questo punto ci parla della
libertà religiosa di Dignitatis
humanae e della sua odierna applicazione pratica, e ci spiega
che la
libertà religiosa conduce ad esigere che Dio fatto uomo rinunci
al Suo Regno. Questo è completamente falso: la libertà
religiosa non conduce al fatto che Dio rinunci al Suo Regno, ma
è un’eresia condannata dai papi del XIX secolo, è
un’eresia che costituisce la negazione dei diritti di Dio fatto uomo,
essa non conduce alla negazione, ma è la negazione. Si potrebbe
dire, a titolo d’esempio, che il marito che picchia sua moglie, non le
passa dei soldi e si ubriaca, conduce la moglie a chiedere il divorzio;
può indurre la moglie ad abbandonare la casa. Ma questo non
significa che è la moglie che chiede il divorzio, che è
lei che abbandona la casa. Dunque, se si dice che la libertà
religiosa conduce all’esigenza che Dio rinunci al Suo Regno, significa
che essa non è una negazione del Regno di Cristo! Questo
ragionamento è gravemente erroneo e può anch’esso essere
considerato eretico.
E poi, subito dopo, in questo
stesso punto 6, troviamo un attacco
indiretto, ma molto chiaro e molto pericoloso, contro l’importanza per
i tempi nostri della Beata Vergine Maria. È detto così:
«Al posto di una condotta
ispirata da una fede solida nel potere
reale di Nostro Signore Gesù Cristo, noi vediamo la Chiesa
vergognosamente guidata dalla prudenza umana e a tal punto dubbiosa di
sé che chiede agli Stati soltanto ciò che le logge
massoniche vogliono concederle: il diritto comune, nel mezzo e allo
stesso livello delle altre religioni, che essa non osa più
chiamare false.»
Così, la nuova Chiesa, la
Chiesa odierna, oggi sarebbe guidata
dalla prudenza umana e dubiterebbe di sé. Non è vero. La
Beata Vergine Maria, a La Salette, ha detto che Roma diventerà
la sede dell’Anticristo, cosa che non significa che sarà guidata
dalla prudenza umana, ma ben guidata dalla prudenza diabolica. È
il diavolo che combatte Dio. È Dio che combatte il diavolo. Ecco
allora che qui vediamo esposta una spiegazione naturalista umana della
crisi della Chiesa. Dei vescovi non dovrebbero comunicare in questo
modo naturalista. Non si tratta di un problema di prudenza umana, ma
proprio di un problema d’errore, un problema di prudenza demoniaca.
Dunque, anche questo è un punto molto grave.
Rivarol: Anche il punto 11 di questa dichiarazione sembra sollevare questioni… Don Joseph Pfeiffer: Sì, alla fine possiamo richiamare il numero 11, sorvolando gli altri… Il punto 11 è molto semplicemente una ripetizione del problema dell’anno scorso. Esso comincia con questa frase: «Questo amore della Chiesa spiega il principio che Mons. Lefebvre ha sempre osservato: seguire la Provvidenza in tutti i frangenti, senza mai permettersi di anticiparla.» Non è corretto fare una simile dichiarazione, senza fornire né spiegazione, né esempio. Dovremmo «seguire la Provvidenza»? Allora fateci un esempio per permetterci di «seguire la Provvidenza». Questa affermazione è proposta senza alcun riferimento. E questo è pericoloso. Quindi si dice: «sia che Roma ritorni presto alla Tradizione e alla fede di sempre – il che ristabilirà l’ordine nella Chiesa – sia che essa riconosca esplicitamente alla Fraternità il diritto di professare integralmente la fede e di rigettare gli errori che le sono contrari, con il diritto ed il dovere di opporsi pubblicamente agli errori e a coloro che li promuovono, chiunque essi siano». Questo punto è molto grave, poiché si dice che aspettiamo che Roma si converta oppure che Roma ci permetta semplicemente di aver riconosciuto il nostro diritto ad essere cattolici e a condannare gli errori. Che facciamo nel frattempo? Visto che Roma non ha ancora riconosciuto il nostro diritto, che facciamo adesso? Sia che attendiamo che Roma si converta, opzione A, sia che attendiamo che Roma adempia a tutte le condizioni e cioè alle sei condizioni dell’anno di crisi 2012, noi desideriamo sempre un accordo con Roma. Se si convertono, bene, se non si convertono, bene. La conversione non è più necessaria. È questo l’insegnamento molto chiaro e molto grave del punto 11. Secondo Mons. Lefebvre, la conversione di Roma è necessaria. A partire da oggi, con la presente dichiarazione, non è più necessaria. In questo documento, vi sono degli altri punti che sollevano delle questioni, e tale dichiarazione del 27 giugno conferma la nuova dottrina della Fraternità e rende ancor più necessario che i sacerdoti della Fraternità San Pio X desiderosi di rimane fedeli a Mons. Lefebvre, si sollevino e condannino chiaramente questi insegnamenti falsi. Rivarol: Qual è l’avvenire della resistenza? Pensate di fondare un organismo o di restare una semplice associazione di sacerdoti? Contate di avviare un seminario? Don
Joseph Pfeiffer: Noi teniamo fermi due punti. Innanzi tutto,
ogni
sacerdote – e i fedeli – quando constatano un attacco contro la Fede,
devono sollevarsi e questo anche se devono farlo da soli. Come diceva
San Gerolamo: «Se tutti
ascoltano, io predicherò la
Verità. Se qualcuno ascolta, io predicherò la
Verità. Se nessuno ascolta, io predicherò ugualmente la
Verità, perché io so che Dio ascolta e che mi
giudicherà e mi chiederà se ho predicato la
Verità».
Molto semplicemente, noi continuiamo il lavoro della Fraternità da cui siamo stati ingiustamente espulsi. Nelle nostre riunioni, abbiamo discusso dell’importanza di mantenere un collegamento internazionale, conservando una sorta di associazione in continuità col lavoro della Fraternità San Pio X. La chiave di questa organizzazione è che appronteremo un seminario per la formazione dei futuri sacerdoti. Almeno quindici sacerdoti mi hanno detto che vi è un’assoluta necessità di avviare al più presto un seminario, perché non possiamo più raccomandare l’invio di giovani nei sei seminari della Fraternità, a causa del cambiamento dottrinale riscontrato all’interno di essi. Più di una ventina di giovani provenienti dai quattro angoli del mondo aspettano l’avvio di questo seminario. Il luogo è stato fissato nel Kentucky. Avremo dei sacerdoti che prenderanno parte all’istruzione dei seminaristi, col sostegno dei sacerdoti del Brasile, del Messico, dell’Europa e dell’Asia. E se ci affidiamo alla Divina Provvidenza, alla protezione della Madonna, manterremo fermamente la Verità e andremo avanti nella difesa di essa. Per ciò che riguarda la nostra battaglia, dobbiamo precisare che se combattiamo la nuova svolta presa dalla Fraternità San Pio X, non siamo contro le persone che stanno al suo interno. Noi ci battiamo semplicemente per la Verità cattolica, la dottrina cattolica, contro gli errori moderni; e questo in maniera che sia chiaro che il fine è la preservazione della Fede cattolica e la protezione delle pecorelle che ci chiamano dappertutto nel mondo per ricevere la dottrina senza alcun compromesso. (torna
su)
agosto 2013 |